L’emendamento al decreto Genova che consente ad Autostrade per l’Italia potrà realizzare le “opere propedeutiche” alla ricostruzione del Ponte Morandi accende una nuova polemica nella maggioranza. La proposta di modifica 1.100 al comma 7 dell’articolo 1 presentato dai relatori, il leghista Alessandro Di Muro e il pentastellato Gianluca Rospi, approvato martedì all’ultimo momento nelle Commissioni Ambiente e Trasporti della Camera, abolisce il termine “propedeutiche” consentendo così, di fatto, al concessionario di rimettersi in gioco e di poter, ad esempio, partecipare ai lavori di demolizione e rimozione delle macerie. In questo modo cade il divieto enunciato dal governo per il commissario straordinario di affidare i lavori propedeutici alla realizzazione del ponte ad Autostrade, che ora potrà intervenire e ritornare in pista. Resta, invece, per Autostrade per l’Italia il divieto per la costruzione del ponte e delle opere connesse, come previsto dall’altro emendamento governativo varato sempre ieri dalle Commissioni Ambiente e Trasporti.
La modifica, di fatto, era stata chiesta dallo stesso Bucci nel corso della sua audizione in commissione lo scorso 8 ottobre. Il sindaco-commissario aveva fatto notare che il ponte, una volta dissequestrato, sarà “ancora nelle mani di Autostrade: se vogliamo lavorarci sopra dobbiamo ‘riprendercelo’” e questo “significa” che “si espropria o si revoca la concessione“. In ogni caso, è l’appello al Parlamento, “va definita meglio la legge”. Da qui, è scaturita la modifica del comma 7 dell’articolo 1 che non è però andata nella direzione dell’esproprio, anzi.
Un brusco dietrofront rispetto agli annunci inanellati fin dalle primissime ore successive alla tragedia del 14 agosto dall’esecutivo. “Smentiamo categoricamente che in Parlamento si stia agendo per ammettere Autostrade per l’Italia ai lavori di ricostruzione di Ponte Morandi a Genova”, ha detto in mattinata Rospi, portavoce M5S alla Camera e relatore del dl. “Sarebbe infatti assurda una marcia indietro su questa decisione dopo che sia l’Autorità garante della concorrenza sia l’Anac ha ritenuto plausibile e fondata la decisione di escludere Autostrade“, prosegue Rospi.
“L’attività di esame degli emendamenti, in corso in questi giorni alla Camera, ha semplicemente eliminato il riferimento alla locuzione “attività propedeutiche” con l’obiettivo di rispondere a un’esigenza di natura giuridica, quella di tarare correttamente l’obiettivo di evitare un indebito vantaggio competitivo contenuto nel dettato del decreto Emergenze. Insomma, individuiamo più nel dettaglio l’ambito a cui si applica l’esclusione di Aspi”, ha precisato Rospi.
“C’è anche un nuovo elemento a conferma del fatto che non abbiamo cambiato idea. Sempre nell’ambito della rimodulazione dell’articolo 1 del decreto, si prevede che Autostrade per l’Italia debba consegnare immediatamente al Commissario straordinario non soltanto il ponte Morandi anche il tratto stradale che lo collega alla rete. L’opera e le tratte delle autostrade A7 e A10 che si connettono al resto della rete autostradale, dunque, dopo la conversione in legge del decreto dovranno essere immediatamente passare sotto il controllo del Commissario e Autostrade non avrà più alcun controllo su esse”, conclude il deputato del Movimento 5 Stelle.
Di diverso avviso il sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione Marco Bucci: “Tutti quanti tornano in campo: non è che torna in campo solo Aspi che è fuori dalla ricostruzione ma non per la demolizione. Ci sono tante altre cose come per esempio la rimozione dei detriti. Autostrade è in campo per tante altre cose“, ha spiegato il commissario. “In vita mia ho sempre lasciato tutte le porte aperte, ha concluso”.
In mattinata, intanto, le agenzie di stampa hanno rilanciato i dettagli del progetto inviato da Aspi al commissario Bucci, che prevede la demolizione e la ricostruzione del Ponte sul Polcevera in 9 mesi, una struttura che avrebbe uno sviluppo longitudinale complessivo pari a 1054 metri, suddivisi in 9 campate aventi le seguenti luci: 55 m + 110 m + 3×148 m +110 m + 55 m. Aspi assume impegni contrattuali che prevedono – nel caso di ritardi – il pagamento di penali ben superiori a quelle previste dalla legge.
L’invio fa seguito inoltre alla consegna da parte di Castellucci a Toti e Bucci – avvenuta il 20 settembre – di una serie di opzioni progettuali che prevedevano diverse soluzioni di demolizione e ricostruzione, con tempi complessivi compresi tra 9 e 16 mesi. Nella lettera di accompagnamento del progetto inviata al Commissario, Aspi dichiara la più completa disponibilità anche a sviluppare su indicazione del Commissario anche altre opzioni progettuali (garantendone la realizzazione nei tempi più celeri possibili), oltre a quella già studiata di integrazione del progetto Aspi con il “progetto Piano“.
Sul fronte giudiziario, nel frattempo, non si ferma il lavoro dei magistrati. In procura, a Genova, è stata interrogata dal pm Massimo Terrile come persona informata dei fatti Maria Lucia Conti, dirigente del ministero delle Infrastrutture.