"Spero che ci sia una linea chiara - ha detto il cancelliere Sebastian Kurz parlando alla Commissione degli Affari Ue del Nationalrat - tutto il resto metterebbe a rischio non solo l’Italia ma avrebbe anche effetti negativi sull'eurozona. I criteri di Maastricht valgono per tutti"
Il rafforzamento delle frontiere esterne e gli annunci contro i migranti che arrivano in Europa sono una cosa, la tenuta dell’euro e dell’economia del continente un’altra. E’ base a questo assioma che oggi l’Austria, presidente dei turno dell’Unione europea e membro con Berlino e Roma del cosiddetto “asse dei volenterosi” annunciato da Matteo Salvini il 12 luglio, è tornata a bacchettare l’Italia sulla manovra economica.
“Per l’economia e l’unione monetaria è assolutamente decisivo che quello che è stato concordato venga rispettato – ha detto il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, parlando alla Commissione degli Affari Ue del Nationalrat – I criteri di Maastricht valgono per tutti“. “Spero che ci sia una linea chiara”, ha continuato Kurz, “tutto il resto metterebbe a rischio non solo l’Italia ma avrebbe anche effetti negativi sull’eurozona“, ha aggiunto.
Eccezioni come quelle fatte per grandi paesi come la Francia in passato, ha proseguito il presidente dell’Österreichische Volkspartei il partito conservatore che governa con l’estrema destra rappresentata dal Freiheitliche Partei Österreichs, “sono state viste sempre in modo critico” da Vienna. La quale considera in modo “complessivamente positivo” l’approfondimento dell’unione economica e monetaria: “Quello che non vogliamo è accollarci in modo illimitato rischi incalcolabili di altri Stati”.
Il richiamo del giovane cancelliere austriaco segue di pochi giorni quello pronunciato da Vienna il 2 ottobre. “Dobbiamo lavorare tutti insieme per la stabilità – ha detto il ministro delle Finanze austriaco, Hartwig Loeger, presidente di turno Ue dell’Ecofin – se abbiamo delle regole europee, la nostra posizione è che quelle regole vadano rispettate: la maggior parte dei Paesi chiederà che queste regole vengano rispettate”, concludeva Loeger dopo l’audizione in cui il ministro Giovanni Tria aveva spiegato le linee della manovra all’Eurogruppo.
Neanche il Lussemburgo nasconde i propri dubbi sulla legge di bilancio messa a punto dal governo M5s-Lega. “Ne parleremo domani, fa sempre bene discuterne insieme, ci devono anche spiegare cosa intendono e io devo anche ascoltare la Commissione Ue per sapere qual è la sua posizione”, ha detto il premier, appena reincaricato, Xavier Bettel al suo arrivo al pre-vertice dei liberali a chi gli chiedeva se fosse preoccupato per la manovra italiana e se solleverà la questione al vertice Ue con il premier Giuseppe Conte.
Non c’è solo la Commissione Ue e i vari Juncker, Dombrovskis, Moscovici e Oettinger a richiamare Roma al rispetto dei patti. Il richiamo di Kurz arriva da uno dei Paesi che con l’Italia fa parte del cosiddetto “asse dei volenterosi” la cui nascita era stata annunciata da Matteo Salvini il 12 luglio. Il capo del Viminale aveva incontrato i colleghi ministri dell’Interno di Austria e Germania prima dell’avvio della riunione informale a Innsbruck convocata a livello Ue sulla questione migranti. Riguardo alla quale l’austriaco Herbert Kickl parlava di un intervento “unitario” perché “questo asse dei volonterosi può prendere iniziative”.
Nella foto scattata per l’occasione a stringere la mano alla stregua dei tre moschettieri a Salvini e Kickl c’era Horst Seehofer, ministro dell’Interno tedesco e uomo forte della Csu in Baviera. Il quale conduce da tempo con l’Italia una trattativa per la limitazione dei cosiddetti “movimenti secondari“, ovvero il trasferimento in Italia in base al regolamento di Dublino dei migranti che negli ultimi anni sono approdati sulle nostre coste e poi sono riusciti a raggiungere il territorio tedesco. L’asse vale, ma fino a un certo punto, visto che proprio da Monaco di Baviera sarebbe dovuto partire uno dei charter carichi di “dublinanti” che Berlino progettava di rispedire in Italia.