Siamo al Lotte Plaza Hotel nel centro della capitale. Ad ascoltare il vicepremier leghista ci sono ambasciatori, diplomatici, imprenditori ma anche politici italiani e russi, riuniti per l’assemblea annuale. Il denominatore comune è la presenza dell’imprenditoria italiana che non ha mai voltato le spalle a Mosca, il quinto mercato extraeuropeo dell’Italia
Sono in 700 ad aspettare il ministro dell’interno e vicepremier italiano Matteo Salvini. Che non delude le aspettative dei presenti: “Penso che le sanzioni siano una follia economica, sociale e culturale”. È in questi termini che il leader della Lega torna a parlare delle sanzioni contro la Russia, proprio davanti ad una platea russa ed italiana. Siamo al Lotte Plaza Hotel nel centro di Mosca. Ad ascoltarlo ci sono ambasciatori, diplomatici, imprenditori ma anche politici italiani e russi, riuniti per l’assemblea annuale di Confindustria Russia. Assemblea insolita non soltanto per il numero di persone che ne hanno preso parte – 80 giornalisti accreditati – ma soprattutto proprio per l’ospite, invitato dalla principale organizzazione rappresentativa delle imprese manifatturiere e di servizi italiani in Russia già l’estate scorsa.
“Io qua mi sento a casa mia, in alcuni Paesi europei no”, dice Salvini parlando della sua presenza a Mosca come di una “presenza convintamente economica”. D’altronde il denominatore comune di tutta l’assemblea è la presenza dell’imprenditoria italiana che non ha mai voltato le spalle ai russi e le ottime relazioni che legano i due paesi: sono circa 500 le aziende presenti e che fanno della Russia il quinto mercato extraeuropeo dell’Italia.
“Credo che tutti quelli che stanno resistendo in questi anni sono portatori di pace”, continua Salvini, ogni tanto interrotto dagli applausi della sala affollata. Il ministro insiste sul punto delle sanzioni e ci tiene a far notare che “noi come Unione europea stiamo finanziando e rincorrendo con 15 miliardi di euro un Paese asiatico come la Turchia, che occupa militarmente da 44 anni il territorio di un Paese membro, nella speranza che possa aderire all’Unione, mentre stiamo sanzionando la Russia”.
L’intervento del vicepremier leghista si inserisce in un’ora e mezzo di assemblea, per la verità più vicina a un talk, moderata da Riccardo Luna, direttore di Agi: ad aprire i lavori l’ambasciatore d’Italia a Mosca, Pasquale Terracciano, seguito da Alexander Grushko, vice ministro degli esteri russo ed Ernesto Ferlenghi, presidente Confindustria Russia.
Inoltre, a precedere il ministro Salvini, diverse le storie di imprenditori portate sul palco del Lotte Hotel di Mosca: dall’esperienza dell’alpinista Simone Moro, unico a scalare un tremila metri siberiano in inverno, a Sergio Comizzoli, direttore generale di Marr Russia, ma ancora, Enzo Papi, presidente Termomeccanica. Le ‘testimonianze’ parlano delle opportunità perse dagli imprenditori italiani negli ultimi anni: secondo Confindustria Russia la sommatoria delle perdite complessive dal 2013 ad oggi raggiungono quasi i 20 miliardi di euro.
“Vedrò di non essere scontato – esordisce Salvini – innanzitutto una riflessione, non è normale che sia io che voi siamo qui in un mercoledì pomeriggio, che voi non siate nelle aziende e io con il ministro degli Interni russo. Invece siamo in un hotel, perché penso che le sanzioni siano una follia economica, sociale e culturale”. Riguardo la manovra economica, il ministro si dice sicuro della sua positività per la crescita dell’Italia e invita l’Ue a lasciare che il governo italiano “si occupi degli italiani”. Infine, in vista di un ipotetico rinnovo automatico delle sanzioni contro la Russia, Salvini ribadisce ancora una volta di essere deciso a non ‘accettare’ l’eventuale proposta di Bruxelles.