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Un sms da Amazon per segnalare un pacco in giacenza? È una truffa. Ecco come evitare di cascare nella rete degli hacker

Se ricevere un messaggio riguardo un errore tecnico circa la spedizione di un pacco da un noto servizio come quello statunitense può innalzare il livello di attenzione/curiosità senza attivare gli allarmi salva-fiducia, dall’altra parte può (e deve) tuttavia creare sospetto

di Kevin Ben Alì Zinati

Un sms da Amazon per un pacco in giacenza? Allarme rosso: è una truffa. Tornano di moda le bufale e i loschi tentativi di phishing con l’amo dall’autorevolezza pesate. Oggi a finire nella rete di hacker e truffatori tocca ad Amazon, il più importante sito di e-commerce al mondo. Nelle ultime ore lo smartphone di tanti clienti italiani sta squillando più del solito: il mittente sembrerebbe essere proprio l’azienda di Jeff Bezos. “Pacchetto in attesa per XY, si prega di controllare i dettagli e confermare” recita il messaggio, che oltre all’urgenza porta con sé nome e cognome corretti del malcapitato (ulteriore segno di presunta affidabilità) e un link “salva pacco” attraverso cui accedere, in pochi secondi, ai dettagli della fantomatica spedizione. Basta un clic però per accedere una pagina fittizia creata a immagine e somiglianza dell’originale e appositamente pensata per l’unico delittuoso scopo di rubare dati personali degli utenti. Una truffa, insomma.

Anche questa volta però gli indizi per evitare lo sgambetto ci sono tutti. E in questo caso proprio l’autorevolezza di Amazon è l’arma a doppio taglio. Se ricevere un messaggio riguardo un errore tecnico circa la spedizione di un pacco da un noto servizio come quello statunitense può innalzare il livello di attenzione/curiosità senza attivare gli allarmi salva-fiducia, dall’altra parte può (e deve) tuttavia creare sospetto: un servizio così serio, internazionale, preciso e noto come Amazon può davvero peccare di tanta sufficienza, banalità e superficialità nel comunicare un disguido (proprio) su una spedizione di un cliente che ha scelto di comprare e quindi di affidare dati e soldi ad Amazon? No, ovviamente. Anche perché Amazon non ha mai chiesto di fornire i dati personali o quelli della carta di credito o di effettuare un pagamento al di fuori del proprio sito ufficiale.

E soprattutto l’azienda non ha praticamente mai utilizzato gli sms per comunicare con i clienti, specie in caso di errore tecnico nella consegna. Contattata in proposito dal nostro giornale, l’azienda ha ribadito di non essersi mai affidata a tali mezzi postando prontamente sul proprio sito, nella sezione “aiuti”, anche un alert che mette in guardia dall’ultima bufala o altre simili offrendo anche preziosi consigli per evitare di cadere in questo tipo di operazioni. Un aiuto in più per evitare il pacco. Quello più spiacevole.

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