Se ricevere un messaggio riguardo un errore tecnico circa la spedizione di un pacco da un noto servizio come quello statunitense può innalzare il livello di attenzione/curiosità senza attivare gli allarmi salva-fiducia, dall’altra parte può (e deve) tuttavia creare sospetto
Un sms da Amazon per un pacco in giacenza? Allarme rosso: è una truffa. Tornano di moda le bufale e i loschi tentativi di phishing con l’amo dall’autorevolezza pesate. Oggi a finire nella rete di hacker e truffatori tocca ad Amazon, il più importante sito di e-commerce al mondo. Nelle ultime ore lo smartphone di tanti clienti italiani sta squillando più del solito: il mittente sembrerebbe essere proprio l’azienda di Jeff Bezos. “Pacchetto in attesa per XY, si prega di controllare i dettagli e confermare” recita il messaggio, che oltre all’urgenza porta con sé nome e cognome corretti del malcapitato (ulteriore segno di presunta affidabilità) e un link “salva pacco” attraverso cui accedere, in pochi secondi, ai dettagli della fantomatica spedizione. Basta un clic però per accedere una pagina fittizia creata a immagine e somiglianza dell’originale e appositamente pensata per l’unico delittuoso scopo di rubare dati personali degli utenti. Una truffa, insomma.
Anche questa volta però gli indizi per evitare lo sgambetto ci sono tutti. E in questo caso proprio l’autorevolezza di Amazon è l’arma a doppio taglio. Se ricevere un messaggio riguardo un errore tecnico circa la spedizione di un pacco da un noto servizio come quello statunitense può innalzare il livello di attenzione/curiosità senza attivare gli allarmi salva-fiducia, dall’altra parte può (e deve) tuttavia creare sospetto: un servizio così serio, internazionale, preciso e noto come Amazon può davvero peccare di tanta sufficienza, banalità e superficialità nel comunicare un disguido (proprio) su una spedizione di un cliente che ha scelto di comprare e quindi di affidare dati e soldi ad Amazon? No, ovviamente. Anche perché Amazon non ha mai chiesto di fornire i dati personali o quelli della carta di credito o di effettuare un pagamento al di fuori del proprio sito ufficiale.
E soprattutto l’azienda non ha praticamente mai utilizzato gli sms per comunicare con i clienti, specie in caso di errore tecnico nella consegna. Contattata in proposito dal nostro giornale, l’azienda ha ribadito di non essersi mai affidata a tali mezzi postando prontamente sul proprio sito, nella sezione “aiuti”, anche un alert che mette in guardia dall’ultima bufala o altre simili offrendo anche preziosi consigli per evitare di cadere in questo tipo di operazioni. Un aiuto in più per evitare il pacco. Quello più spiacevole.