Sopra tutti, a vigilare sulla tredicesima edizione, l’istrionico fantasma di Peter Sellers, a cui è dedicata una delle due grandi retrospettive (la seconda è per il francese Maurice Pialat). Un totale di una sessantina di film per una Festa (guai a chiamarla “festival”) dal 18 al 28 ottobre a Roma
Sipario alzato sulla 13ma Festa del Cinema di Roma che quest’anno punta su Martin Scorsese, Cate Blanchett, Michael Moore, Claire Foy, Sigourney Weaver e Isabelle Huppert, almeno sul fronte internazionale. I protagonisti “local”, invece, saranno i nuovi film di Paolo Virzì (Notti magiche), di Edoardo De Angelis (Il vizio della speranza) e dell’ “erede” di Vittorio De Seta, Giovanni Zoppeddu (Diario di tonnara) almeno fra i titoli, mentre come personaggi degli Incontri ravvicinati (e dintorni) spiccano Giuseppe Tornatore, Mario Martone, le sorelle Rohrwacher, gli Afterhours con il primo documentario loro dedicato. Sopra tutti, a vigilare, l’istrionico fantasma di Peter Sellers, a cui è dedicata una delle due grandi retrospettive (la seconda è per il francese Maurice Pialat). Un totale di una sessantina di film per una Festa (guai a chiamarla “festival”) diretta da un sicuro Antonio Monda, a inizio del suo secondo mandato dal 18 al 28 ottobre.
Nello stesso Villaggio del cinema all’Auditorium Parco della Musica si sono accese anche le luci di Casa Alice, la sede animatissima della sezione parallela Alice nella Città, ideata e diretta da Fabia Bettini e Gianluca Giannelli. Insomma, una dieci giorni di movimento fra cinema, feste e attività limitrofe in questo angolo pariolino della Capitale, peraltro poco amato dalla cittadinanza che lo frequenta solo quando vale veramente la pena. Monda e il suo staff (commissionati dalla Fondazione cinema per Roma) ben lo sanno, e si sono impegnati a confezionare un programma piuttosto gustoso benché composto da titoli che esulano dalle anteprime mondiali (italiani a parte) ad eccezione dell’atteso nuovo capitolo della (nuova) saga Millennium (The Girl in the Spider’s Web) con la già citata Claire Foy che sfilerà sul red carpet.
Pescati dunque da grandi festival precedenti, di garantito appeal (e probabile qualità) sono anche i nuovi lavori del premio Oscar Barry Jenkins (il regista di Moonlight, apertura a Roma nel 2016) If Beale Street Could Talk, la rivisitazione di Halloween firmata da David Gordon Green, il fantasy The House with a Clock in Its Walls del regista cult Eli Roth, Beautiful Boy con un duo inedito quanto curioso formato da Steve Carell e il giovane eroe di Call Me By Your Name Timothée Chalamet.