Uno studio sta vagliando le tecniche per realizzare batterie stampate con comuni stampanti 3D. Potranno avere qualsiasi forma e potranno anche essere così sottili da integrarle nei vestiti.
Alzi la mano chi non possiede una batteria esterna per ricaricare il telefono o altri accessori tecnologici. Ce ne sono rettangolari, più o meno grandi, o a forma di cilindro, e capita spesso di portarle con sé quando ci si sposta, perché le batterie integrate nei dispositivi non hanno un’autonomia sufficiente. Arriverà un giorno in cui non sarà più necessario. Un giorno in cui le batterie, stampate in 3D, potranno avere qualsiasi forma e spessore e si potranno adattare a qualsiasi esigenza.
Il fatto è che oggi non ci si muove senza il telefono in tasca, e se la tecnologia tiene il passo in fatto di schermi, fotocamere e altro, è insoddisfacente sotto il profilo delle batterie. Moltissimi studi stanno valutando materiali costruttivi più efficienti degli ioni di litio: si va dalle batterie protoniche a quelle al grafene, passando per le tecnologie al litio-zolfo. Per vedere dei risultati concreti dovremo aspettare.
Un’idea decisamente originale è quella di fare buon viso a cattivo gioco sfruttando la stampa 3D. Se non ne avete mai vista una, le stampanti 3D sono tipicamente delle “scatole” più o meno grandi, rivestite in plastica trasparente, al cui interno lavora un meccanismo (estrusore) che cola letteralmente un filamento di materiale fuso per generare oggetti in tre dimensioni. Non stampano necessariamente oggetti in plastica; Boeing per esempio vuole realizzarci pezzi degli aerei fatti in titanio.
Che cosa c’entra tutto questo con le batterie? Uno studio sta mettendo a punto il modo per stampare le batterie in 3D. Batterie vere con anodo, catodo e tutto il resto. Sono sempre agli ioni di litio, quindi non sono più efficienti di quelle tradizionali. Però gli si può dare la forma che si vuole, occupando anche i più piccoli spazi vuoti che ci sono all’interno di smartphone, notebook e via dicendo. Guardate nella foto qui sotto com’è organizzata all’interno una base di un comune portatile: la batteria è rettangolare e c’è uno spazio inutilizzato a sinistra che invece si potrebbe sfruttare. Con la stampa 3D si potrebbe realizzare una batteria su misura di forma irregolare, anche a forma di stella o di corona, per sfruttare tutto lo spazio possibile e garantire un’autonomia più elevata al dispositivo.
Non solo. L’aspetto più interessante è che si possono stampare batterie talmente sottili che si possono integrare nei vestiti o nelle calzature. Per la cronaca esistono già giacche con le batterie integrate, ma non sono modelli eleganti o classici. Altra cosa sarebbe avere una batteria spessa come un foglio di carta integrata in un abito da uomo di Armani o in un vestito da donna firmato Dolce & Gabbana.
L’ultima buona notizia è che tutto questo si potrebbe realizzare in modo economico utilizzando una normale stampante 3D largamente disponibile sul mercato. A questo si potrebbe arrivare in futuro, ed è ottimo perché la tecnologia funziona quando è pratica da usare, non quando è una scocciatura!