Mafia e corruzione? “La politica è distratta”. Scudo fiscale? “Favorisce le organizzazioni criminali”. Il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho non ha usato giri di parole per sottolineare la distanza tra la lotta alla criminalità organizzata e chi governa (e ha governato) il Paese. De Raho ha parlato durante la presentazione del Rapporto Liberaidee e ha espresso concetti chiari: “La politica pospone questi problemi (mafia e corruzione, ndr) a tanti altri ma quando ci sono corruzione e mafia l’economia va a fondo – ha detto – La nostra zavorra sono mafia e corruzione, quest’ultima dilaga”. Poi l’attacco, ancora più diretto, a chi dovrebbe ascoltare e non lo fa: “Ma è come se non si andasse in linea e quella voce viene sopita, non viene raccolta da nessuno – ha sottolineato il procuratore antimafia – Questo è il peggiore aspetto che si coglie in questo momento nel Paese, non vi è attenzione per questi fenomeni emergenziali”. Un’accusa forte quella di De Raho, che poi ha commentato anche una delle misure più discusse del governo gialloverde: “Provvedimenti come lo scudo fiscale favoriscono chi ha operato nell’illegalità, prima di tutte le organizzazioni mafiose – ha sottolineato – È certo che il maggiore attivismo dei controlli fiscali sulle società consentirebbe di conseguire un migliore obiettivo, facendo accertamenti e verifiche sostanziali sui bilanci“.
LE ACCUSE DEL PROCURATORE CAFIERO DE RAHO
“Bisogna essere consapevoli di una situazione che è di patologia in Italia: non prendiamocela quando nelle classifiche internazionali veniamo posti tra i paesi corrotti” ha detto Cafiero De Raho, denunciando che “in Italia la corruzione dilaga anche perché vi è una mafia che esercita un controllo anche sulla politica molto preoccupante e non c’è una selezione, non c’è attenzione su questi fenomeni, non sento parlare della necessità di contrastare mafia e corruzione: sembra sia un problema di associazioni, Anac e magistratura“. Entrando nel merito del report di Libera, De Raho ha annunciato di esser rimasto “sorpreso negativamente che il campione intervistato dal Rapporto pensa che il primo responsabile della situazione è il mondo politico. Costoro affermano – ha aggiunto – di non aver fiducia nelle forze dell’ordine e nella magistratura, e questo nonostante vi sia un forte impegno di entrambi. Certo, non dobbiamo assumere la comoda posizione di chi dice: ‘è una cattiva percezione’ – ha sottolineato – Vi sono una serie di episodi in cui sono sono coinvolti gli uni e gli altri, vi sono poi silenzi, e quando all’interno degli organismi che dovrebbero segnare il primo contrasto non c’è una voce forte o ci sono episodi che gettano discredito, ben si capisce il perché di questi risultati”. De Raho si è soffermato anche sul caso degli “editori collusi, e questo fa sì che si comincia ad avere sfiducia anche nel giornalismo” e ha ricordato che “ad un anno dall’omicidio della giornalista maltese Dafne Galizia non c’è piena luce sull’omicidio, è molto grave, stiamo parlando di un attentato avvenuto in Europa”. Poi l’appello al mondo politico, da cui “deve partire un ordine fermo: stop alla corruzione, chi denuncia deve essere difeso, la mafia deve essere sterminata. Su alcuni aspetti – ha sottolineato – lo stato non deve indietreggiare: la giornalista Federica Angeli qualche giorno fa ha chiesto protezione per i figli, per ora c’è solo per lei, serve attenzione”.
Bonafede: “De Raho non ha mai palesato questo pensiero” – A De Raho replica Alfonso Bonafede: “In questi mesi è stato fitto e continuo il confronto fra noi, fino a lunedì scorso, quando abbiamo partecipato insieme al vertice dell’Untoc. Non mi ha mai palesato questo pensiero e il nostro rapporto è sempre stato molto costruttivo”. scrive su Facebook il ministro della Giustizia. “Rispetto le sue parole – aggiunge – ma mi sento di poter dire che oggi il nostro Paese può andare sempre più a testa alta in tutte le sedi internazionali perché si contraddistingue per l’impegno sul versante della legalità e per la lotta alla corruzione e alla mafia: mentre alla Camera è in corso l’esame in commissione della legge ‘spazzacorrottì, al Senato è stata approvata in commissione la norma sul voto di scambio politico mafioso”.
CANTONE: “IO CONTRARIO A OGNI TIPO DI SANATORIA. I CONDONI NON AIUTANO LA FIDUCIA”
Sulla stessa linea d’onda, specie per quanto riguarda il condono fiscale, è il presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone: “Sono contrario a ogni tipo di sanatoria fiscale per ragioni ideologiche e perché credo abbiano effetti depressivi anche dal punto di vista economico” ha spiegato il numero uno dell’Anac, che poi ha precisato: “Sui singoli provvedimenti, però, visto che ci sono sanatorie e sanatorie, bisogna provare a capire di che tipo si tratta. In astratto comunque penso che siano tutte sbagliate. Ma leggeremo i provvedimenti. I condoni – ha accusato – non aiutano la fiducia, in particolare non è segnale che aiuta la fiducia quando ogni anno i condoni vengono più o meno ripetuti cambiando i nomi, come se bastasse questo a nasconderli“. Cantone, poi, ha aggiunto: “Molti pensano che le regole siano un impedimento, una scocciatura e che bisogna lavorare senza lacci e laccioli. L’indagine presentata oggi da Libera è sulla percezione sulla presenza delle mafie e la corruzione – ha detto ancora – ma sbaglierebbe chi la svalutasse: la percezione della corruzione è il segnale di sfiducia dei cittadini nelle istituzioni, indica quanta sfiducia c’è. Alcuni dati sono preoccupanti – ha concluso – soprattutto quello meridionale. Sono numeri spaventosi, c’è una sfiducia nelle istituzioni meridionali che è paurosa. Il massimo della sfiducia passa dal 10 per cento al nord est al 40 percento al sud“.
IL RAPPORTO DI LIBERA SU MAFIA E CORRUZIONE
Il rapporto LiberaIdee è una ricerca sulla percezione e la presenza di mafie e corruzione. I risultati emersi dal report parlano chiaro: quasi il 75% degli italiani non ha dubbi sul fatto che la presenza delle mafie sia globale. Il dato emerge dagli oltre 10mila questionari in tutta Italia e dalle oltre 100 interviste alle associazioni di categoria. Questo dato, hanno spiegato i relatori – il presidente di Libera Don Luigi Ciotti, il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, il presidente dell’Anac Raffaele Cantone e Francesca Rispoli, dell’Ufficio di presidenza di Libera – è cambiato notevolmente negli ultimi anni e ciò fa pensare a uno scatto di consapevolezza rispetto alla gravità della presenza mafiosa. È necessario però incrociare questo risultato con quello relativo alla pericolosità sociale delle mafie sul proprio territorio: solo il 38% dichiara che la mafia dove abita è un fenomeno preoccupante e la sua presenza è socialmente pericolosa, mentre il 52% si divide tra coloro che la ritengono marginale e coloro che la ritengono preoccupante ma non socialmente pericolosa.
Questo porta a pensare che affermare che le mafie siano una presenza globale rischia di renderle meno riconoscibili e più distanti, meno percepite come pericolose: dire che le mafie sono un fenomeno globale non significa dire che anche il livello locale sia inquinato. Quando si dice globale spesso si indica qualcosa di indefinibile e lontano. Insomma dire che la mafia è un fenomeno globale non significa dire che il suo potere si estende in tutta la Penisola. Infatti, solo l’8,5% degli intervistati risponde che la mafia esiste anche nel resto d’Italia. Se poi aggiungiamo che il 7,5% considera la mafia solo letteratura si ottiene una rappresentazione ancora più indefinita della mafia. Il Rapporto evidenzia dunque come c’è ancora difficoltà ad assumere le mafie come questione nazionale. E questa resistenza risulta preoccupante perché proviene dalle regioni che determinano l’andamento dell’economia nazionale.
Mafie
Mafia e corruzione, Cafiero De Raho: “Su questi temi politica è distratta. Scudo fiscale favorisce i criminali”
Il procuratore nazionale antimafia ha parlato durante la presentazione del Rapporto Liberaidee e non ha risparmiato critiche all'attuale governo: "Il peggiore aspetto che si coglie in questo momento nel Paese è che non vi è attenzione per questi fenomeni emergenziali". Il guardasigilli Bonafede: "Non mi ha mai palesato questo pensiero e il nostro rapporto è sempre stato molto costruttivo"
Mafia e corruzione? “La politica è distratta”. Scudo fiscale? “Favorisce le organizzazioni criminali”. Il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho non ha usato giri di parole per sottolineare la distanza tra la lotta alla criminalità organizzata e chi governa (e ha governato) il Paese. De Raho ha parlato durante la presentazione del Rapporto Liberaidee e ha espresso concetti chiari: “La politica pospone questi problemi (mafia e corruzione, ndr) a tanti altri ma quando ci sono corruzione e mafia l’economia va a fondo – ha detto – La nostra zavorra sono mafia e corruzione, quest’ultima dilaga”. Poi l’attacco, ancora più diretto, a chi dovrebbe ascoltare e non lo fa: “Ma è come se non si andasse in linea e quella voce viene sopita, non viene raccolta da nessuno – ha sottolineato il procuratore antimafia – Questo è il peggiore aspetto che si coglie in questo momento nel Paese, non vi è attenzione per questi fenomeni emergenziali”. Un’accusa forte quella di De Raho, che poi ha commentato anche una delle misure più discusse del governo gialloverde: “Provvedimenti come lo scudo fiscale favoriscono chi ha operato nell’illegalità, prima di tutte le organizzazioni mafiose – ha sottolineato – È certo che il maggiore attivismo dei controlli fiscali sulle società consentirebbe di conseguire un migliore obiettivo, facendo accertamenti e verifiche sostanziali sui bilanci“.
LE ACCUSE DEL PROCURATORE CAFIERO DE RAHO
“Bisogna essere consapevoli di una situazione che è di patologia in Italia: non prendiamocela quando nelle classifiche internazionali veniamo posti tra i paesi corrotti” ha detto Cafiero De Raho, denunciando che “in Italia la corruzione dilaga anche perché vi è una mafia che esercita un controllo anche sulla politica molto preoccupante e non c’è una selezione, non c’è attenzione su questi fenomeni, non sento parlare della necessità di contrastare mafia e corruzione: sembra sia un problema di associazioni, Anac e magistratura“. Entrando nel merito del report di Libera, De Raho ha annunciato di esser rimasto “sorpreso negativamente che il campione intervistato dal Rapporto pensa che il primo responsabile della situazione è il mondo politico. Costoro affermano – ha aggiunto – di non aver fiducia nelle forze dell’ordine e nella magistratura, e questo nonostante vi sia un forte impegno di entrambi. Certo, non dobbiamo assumere la comoda posizione di chi dice: ‘è una cattiva percezione’ – ha sottolineato – Vi sono una serie di episodi in cui sono sono coinvolti gli uni e gli altri, vi sono poi silenzi, e quando all’interno degli organismi che dovrebbero segnare il primo contrasto non c’è una voce forte o ci sono episodi che gettano discredito, ben si capisce il perché di questi risultati”. De Raho si è soffermato anche sul caso degli “editori collusi, e questo fa sì che si comincia ad avere sfiducia anche nel giornalismo” e ha ricordato che “ad un anno dall’omicidio della giornalista maltese Dafne Galizia non c’è piena luce sull’omicidio, è molto grave, stiamo parlando di un attentato avvenuto in Europa”. Poi l’appello al mondo politico, da cui “deve partire un ordine fermo: stop alla corruzione, chi denuncia deve essere difeso, la mafia deve essere sterminata. Su alcuni aspetti – ha sottolineato – lo stato non deve indietreggiare: la giornalista Federica Angeli qualche giorno fa ha chiesto protezione per i figli, per ora c’è solo per lei, serve attenzione”.
Bonafede: “De Raho non ha mai palesato questo pensiero” – A De Raho replica Alfonso Bonafede: “In questi mesi è stato fitto e continuo il confronto fra noi, fino a lunedì scorso, quando abbiamo partecipato insieme al vertice dell’Untoc. Non mi ha mai palesato questo pensiero e il nostro rapporto è sempre stato molto costruttivo”. scrive su Facebook il ministro della Giustizia. “Rispetto le sue parole – aggiunge – ma mi sento di poter dire che oggi il nostro Paese può andare sempre più a testa alta in tutte le sedi internazionali perché si contraddistingue per l’impegno sul versante della legalità e per la lotta alla corruzione e alla mafia: mentre alla Camera è in corso l’esame in commissione della legge ‘spazzacorrottì, al Senato è stata approvata in commissione la norma sul voto di scambio politico mafioso”.
CANTONE: “IO CONTRARIO A OGNI TIPO DI SANATORIA. I CONDONI NON AIUTANO LA FIDUCIA”
Sulla stessa linea d’onda, specie per quanto riguarda il condono fiscale, è il presidente dell’Autorità Anticorruzione Raffaele Cantone: “Sono contrario a ogni tipo di sanatoria fiscale per ragioni ideologiche e perché credo abbiano effetti depressivi anche dal punto di vista economico” ha spiegato il numero uno dell’Anac, che poi ha precisato: “Sui singoli provvedimenti, però, visto che ci sono sanatorie e sanatorie, bisogna provare a capire di che tipo si tratta. In astratto comunque penso che siano tutte sbagliate. Ma leggeremo i provvedimenti. I condoni – ha accusato – non aiutano la fiducia, in particolare non è segnale che aiuta la fiducia quando ogni anno i condoni vengono più o meno ripetuti cambiando i nomi, come se bastasse questo a nasconderli“. Cantone, poi, ha aggiunto: “Molti pensano che le regole siano un impedimento, una scocciatura e che bisogna lavorare senza lacci e laccioli. L’indagine presentata oggi da Libera è sulla percezione sulla presenza delle mafie e la corruzione – ha detto ancora – ma sbaglierebbe chi la svalutasse: la percezione della corruzione è il segnale di sfiducia dei cittadini nelle istituzioni, indica quanta sfiducia c’è. Alcuni dati sono preoccupanti – ha concluso – soprattutto quello meridionale. Sono numeri spaventosi, c’è una sfiducia nelle istituzioni meridionali che è paurosa. Il massimo della sfiducia passa dal 10 per cento al nord est al 40 percento al sud“.
IL RAPPORTO DI LIBERA SU MAFIA E CORRUZIONE
Il rapporto LiberaIdee è una ricerca sulla percezione e la presenza di mafie e corruzione. I risultati emersi dal report parlano chiaro: quasi il 75% degli italiani non ha dubbi sul fatto che la presenza delle mafie sia globale. Il dato emerge dagli oltre 10mila questionari in tutta Italia e dalle oltre 100 interviste alle associazioni di categoria. Questo dato, hanno spiegato i relatori – il presidente di Libera Don Luigi Ciotti, il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, il presidente dell’Anac Raffaele Cantone e Francesca Rispoli, dell’Ufficio di presidenza di Libera – è cambiato notevolmente negli ultimi anni e ciò fa pensare a uno scatto di consapevolezza rispetto alla gravità della presenza mafiosa. È necessario però incrociare questo risultato con quello relativo alla pericolosità sociale delle mafie sul proprio territorio: solo il 38% dichiara che la mafia dove abita è un fenomeno preoccupante e la sua presenza è socialmente pericolosa, mentre il 52% si divide tra coloro che la ritengono marginale e coloro che la ritengono preoccupante ma non socialmente pericolosa.
Questo porta a pensare che affermare che le mafie siano una presenza globale rischia di renderle meno riconoscibili e più distanti, meno percepite come pericolose: dire che le mafie sono un fenomeno globale non significa dire che anche il livello locale sia inquinato. Quando si dice globale spesso si indica qualcosa di indefinibile e lontano. Insomma dire che la mafia è un fenomeno globale non significa dire che il suo potere si estende in tutta la Penisola. Infatti, solo l’8,5% degli intervistati risponde che la mafia esiste anche nel resto d’Italia. Se poi aggiungiamo che il 7,5% considera la mafia solo letteratura si ottiene una rappresentazione ancora più indefinita della mafia. Il Rapporto evidenzia dunque come c’è ancora difficoltà ad assumere le mafie come questione nazionale. E questa resistenza risulta preoccupante perché proviene dalle regioni che determinano l’andamento dell’economia nazionale.
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Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Un piano B per il Festival della Rai. In attesa di conoscere nei dettagli la delibera con cui il Comune di Sanremo ha deciso di disegnare il bando per una gara con cui assegnare la realizzazione del festival, la Rai si è messa al lavoro per approntare un'ipotesi alternativa che parte dalla conseguenza più logica: immaginare l'organizzazione in un'altra città di un festival che avrà necessariamente alcune caratteristiche diverse. A partire dal nome: non più Festival della Canzone Italiana, che è la denominazione legata al festival di Sanremo e quindi a possibili contese di copyright, ma un titolo alternativo che potrebbe essere Festival della Musica Italiana o qualcosa di simile. L'evento sarebbe in ogni caso, visto che la Rai è membro Ebu, il festival che eleggerebbe il rappresentante italiano all'Eurovision Song Contest.
Per la location si è già parlato insistentemente di Torino in questi mesi ma - a quanto apprende l'Adnkronos - non è stata presa ancora alcuna decisione al riguardo. Torino viene citata al momento come esempio solo perché nel capoluogo piemontese la Rai ha organizzato un'edizione dell'Eurovision Song Contest nel 2022 particolarmente riuscita tanto da ottenere il plauso dell'Ebu. La scelta della città, oltre che alla presenza di strutture adeguate ad ospitare un simile evento, dipenderà anche dalla qualità dell'eventuale accordo con l'amministrazione comunale. La Rai, naturalmente, punterà ad una convenzione lunga e inattaccabile, che metta cioè al riparo da quanto accaduto con Sanremo.
Intanto, il servizio pubblico aspetta anche di leggere nella sua interezza la delibera con cui il Comune istituisce il bando di gara. Una delibera che, alla lettura delle anticipazioni, ha piuttosto irritato la Rai, sia per la richiesta di un cospicuo aumento della richiesta economica (la base d'asta sarebbe di 6,5 milioni l'anno, contro gli attuali 5 previsti dall'ultima convenzione), sia per l'inserimento della richiesta vincolante di realizzare ben altri 4 programmi tv in onda dalla città dei fiori. Il Comune, dal canto suo, ha fatto sapere che la delibera è il frutto di una riflessione sulle tempistiche per l'organizzazione di un evento che richiede tempi lunghi di preparazione. Non sarebbero invece molte le speranze riposte nell'esito del ricorso in appello al Consiglio di Stato, dopo la decisione del Tar della Liguria che a dicembre ha dichiarato illegittimo l'affidamento diretto (senza gara) alla Rai dell'organizzazione del Festival della Canzone Italiana. Ricorso che verrà dibattuto nel merito il 22 maggio prossimo.
Ma su Sanremo, si sa, in Rai si comincia a lavorare all'edizione successiva il giorno dopo la finale di ogni anno. E la prima opzione dell'azienda resterebbe comunque il festival a Sanremo se potessero ripetersi le condizioni degli ultimi anni. Quel che è certo è che il servizio pubblico non può rinunciare a quello che è l'evento dell'anno per l'intrattenimento televisivo: una kermesse che illumina ben più di una settimana di programmazione e che ha totalizzato nell'ultima edizione oltre 65 milioni di raccolta pubblicitaria, con un trend continuamente in crescita negli ultimi 6 anni. Quindi a Sanremo o altrove, questo festival s'ha da fare. (di Antonella Nesi)
Napoli , 6 mar. - (Adnkronos) - Max blitz antidroga dei carabinieri tra Napoli e Salerno: smantellate 15 piazze di spaccio e indagato a piede per favoreggiamento anche un sacerdote. I militari del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata hanno eseguito un'ordinanza di applicazione di misure cautelari personali, emessa dal gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura oplontina, nei confronti di 51 soggetti (dei quali 15 in carcere, 17 agli arresti domiciliari e 19 sottoposti all'obbligo di presentazione alla p.g.) gravemente indiziati dei reati di detenzione illecita e spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina. Le misure cautelari sono state eseguite nei confronti di 48 indagati, mentre dei restanti tre, due sono attualmente all'estero e il terzo è tuttora attivamente ricercato. Tra questi anche il tiktoker Antonio Gemignani, noto come Papusciello.
Avvalendosi di corrieri della droga provenienti da Napoli e Roma - si legge in una nota a firma del procuratore Nunzio Fragliasso - gli indagati avrebbero posto in essere un giro di affari di circa otto milioni di euro, con oltre 500.000 euro in contanti sequestrati dagli inquirenti nel corso delle indagini. Le investigazioni, condotte attraverso una poderosa attività di intercettazione telefonica e ambientale, che si è protratta per diversi mesi, hanno consentito di documentare e ricostruire le dinamiche relative alla gestione dell'attività di spaccio in ben 15 piazze di diverse città, in provincia di Napoli e di Salerno, nonché di recuperare e sequestrare complessivamente 19 chilogrammi di cocaina. Dalle indagini è emerso che alcuni indagati si servivano delle abitazioni di soggetti incensurati e anziani per occultare ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, mentre altri sfruttavano la presenza di neonati per eludere eventuali controlli.
E tra gli indagati figura anche un sacerdote di Torre Annunziata. Inoltre, una donna è stata ripresa durante lo spaccio di droga con un neonato in braccio. L'approvvigionamento delle varie piazze di spaccio avveniva mediante il ricorso a fidati corrieri che, a tal fine, utilizzavano autovetture dotate di scomparti segreti in cui lo stupefacente veniva abilmente occultato. Nel corso delle indagini, gli inquirenti hanno operato sette arresti in flagranza di reato, individuando anche soggetti in possesso di armi detenute illegalmente.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Domani, venerdì 7 marzo, dalle ore 15 alle ore 17, presso ExtraLibera, Via Stamira 5, a Roma, si terrà l’assemblea dei soggetti che fanno parte del comitato promotore del Referendum cittadinanza. Interverranno, tra gli altri, Emma Bonino, Riccardo Magi, Elly Schlein, Angelo Bonelli, Deepika Salhan, Sonny Olumati, Francesca Druetti, Antonella Soldo, Katia Scannavini, Pippo Civati, Paolo Bonetti, Natale Di Cola, Ileana Bello, Walter Massa e molti altri.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso oggi di ridurre di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento. Pertanto, i tassi di interesse sui depositi presso la Bce, sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2,50%, al 2,65% e al 2,90%, con effetto dal 12 marzo 2025. E’ quanto si legge nel comunicato diffuso dall’Eurotower.
Il consiglio direttivo “è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine” soprattutto “nelle attuali condizioni caratterizzate da crescente incertezza, definirà l’orientamento di politica monetaria adeguato seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”, viene evidenziato nella nota.
L’approccio della Banca centrale continuerà ad essere basato sui dati e a procedere ‘riunione per riunione’, ha detto la presidente della Bce, Christine Lagarde, nel corso della conferenza stampa a Francoforte. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo in materia di tassi di interesse “si baseranno sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell'inflazione sottostante e della forza della trasmissione della politica monetaria. Il Consiglio direttivo non si impegna a seguire un particolare percorso dei tassi”, ha sottolineato Lagarde, per la quale "i rischi per la crescita economica rimangono orientati verso il basso”.
“Un'escalation delle tensioni commerciali ridurrebbe la crescita dell’eurozona, frenando le esportazioni e indebolendo l'economia globale” e “il perdurare dell'incertezza sulle politiche commerciali globali potrebbe trascinare al ribasso gli investimenti”. Allo stesso modo “le tensioni geopolitiche, come la guerra ingiustificata della Russia contro l'Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente, rimangono un'importante fonte di incertezza. La crescita potrebbe diminuire se gli effetti ritardati dell'inasprimento della politica monetaria durassero più a lungo del previsto”.
La crescita dell’eurozona “potrebbe essere più elevata se le condizioni di finanziamento più facili e il calo dell'inflazione consentiranno una ripresa più rapida dei consumi e degli investimenti interni. Anche un aumento della spesa per la difesa e le infrastrutture potrebbe contribuire alla crescita”, ha detto ancora la presidente della Bce.
Infine Lagarde spiega che "l'incertezza è aumentata e probabilmente peserà sugli investimenti e sulle esportazioni più di quanto previsto in precedenza”. La crescita “dovrebbe essere sostenuta dall'aumento dei redditi e dalla riduzione dei costi di finanziamento” e secondo le proiezioni dei tecnici “anche le esportazioni dovrebbero essere sostenute dall'aumento della domanda globale, a patto che le tensioni commerciali non si intensifichino ulteriormente”.
Le decisioni della Bce sui tassi di interesse quindi continueranno ad essere basate “sulla valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.
L'inflazione complessiva, indicano gli esperti, ora "si collocherebbe in media al 2,3% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,0% nel 2027. La revisione al rialzo dell’inflazione complessiva per il 2025 riflette la più vigorosa dinamica dei prezzi dell’energia”. “L’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porterebbe in media al 2,2% nel 2025, al 2,0% nel 2026 e all’1,9% nel 2027”. Le misure dell’inflazione di fondo “suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2% a medio termine. L’inflazione interna resta elevata, principalmente perché salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando al passato incremento dell’inflazione con considerevole ritardo. La crescita delle retribuzioni si sta però moderando secondo le attese e i profitti ne stanno parzialmente attenuando l’impatto sull’inflazione”, evidenzia Francoforte. Tuttavia, “il processo disinflazionistico è ben avviato. L’andamento dell’inflazione ha continuato a rispecchiare pressoché le attese dei nostri esperti e le ultime proiezioni sono strettamente in linea con le prospettive di inflazione precedenti”.
“La politica monetaria diviene sensibilmente meno restrittiva, poiché le riduzioni dei tassi di interesse rendono meno onerosi i nuovi prestiti a imprese e famiglie e il credito accelera”, si legge nella nota diffusa dalla Bce al termine del consiglio direttivo. “Al tempo stesso – sottolinea però l’Eurotower – l’allentamento delle condizioni di finanziamento è contrastato dai passati rialzi dei tassi di interesse che si stanno ancora trasmettendo ai crediti in essere, e il volume dei prestiti resta nel complesso contenuto”.
La Bce rende inoltre noto che l’economia fronteggia perduranti difficoltà e i nostri esperti hanno nuovamente corretto al ribasso le proiezioni di crescita: allo 0,9% per il 2025, all’1,2% per il 2026 e all’1,3% per il 2027.
Le revisioni al ribasso per il 2025 e il 2026, sottolinea l'Eurotower, "riflettono la diminuzione delle esportazioni e la continua debolezza degli investimenti, in parte a seguito dell’elevata incertezza sulle politiche commerciali e su quelle economiche più in generale. L’aumento dei redditi reali e il graduale venir meno degli effetti dei rialzi passati dei tassi di interesse restano le principali determinanti alla base dell’atteso incremento della domanda nel corso del tempo".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "C'è bisogno di un'Europa più coraggiosa, più forte e più giusta. Per questo è necessario andare avanti sulla strada del rafforzamento dell'Unione europea e della sua capacità di iniziativa politica". Così Pierfrancesco Majorino, componente della segreteria nazionale Pd.
"In questo quadro il vertice odierno del Pse ha visto in campo le proposte del Partito Democratico. Il contributo di Elly Schlein è stato essenziale e ha inevitabilmente messo in luce anche le contraddizioni del piano di Ursula von der Leyen. Un piano che ad oggi non porta alla difesa comune, ma al semplice riarmo generalizzato dei singoli Stati nazionali e a inevitabili tagli di voci che vanno invece assolutamente potenziate. Penso a coesione sociale e welfare".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Innovazione protagonista nella serata di ieri a Key - The Energy Transition Expo, nella seconda edizione del Premio 'Lorenzo Cagnoni', che è stato consegnato agli espositori per i sette progetti più innovativi presentati in fiera, uno per ogni settore merceologico della manifestazione, e alle tre Start-up dell’Innovation District dal più alto potenziale innovativo.
A premiare gli espositori, Maurizio Ermeti, presidente di Italian Exhibition Group, Corrado Peraboni, amministratore delegato di Italian Exhibition Group, Alessandra Astolfi, Global Exhibition Director della divisione Green&Technolgy di Ieg, Christian Previati, Exhibition Manager di Key, Francesco Naso, segretario generale Motus-E e Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys.
Le aziende premiate sono state: Horay Solar Co., Ltd, Italian Wind Technologies, Energy Dome, Rina, Renovis, Camel Energy GmbH e Alperia. Le tre Start-up che hanno ricevuto il riconoscimento sono state: Trailslight, Reefilla e Sizable Energy.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Innovazione protagonista nella serata di ieri a Key - The Energy Transition Expo, nella seconda edizione del Premio 'Lorenzo Cagnoni', che è stato consegnato agli espositori per i sette progetti più innovativi presentati in fiera, uno per ogni settore merceologico della manifestazione, e alle tre Start-up dell’Innovation District dal più alto potenziale innovativo.
A premiare gli espositori, Maurizio Ermeti, presidente di Italian Exhibition Group, Corrado Peraboni, amministratore delegato di Italian Exhibition Group, Alessandra Astolfi, Global Exhibition Director della divisione Green&Technolgy di Ieg, Christian Previati, Exhibition Manager di Key, Francesco Naso, segretario generale Motus-E e Alessandro Marangoni, Ceo di Althesys.
Le aziende premiate sono state: Horay Solar Co., Ltd, Italian Wind Technologies, Energy Dome, Rina, Renovis, Camel Energy GmbH e Alperia. Le tre Start-up che hanno ricevuto il riconoscimento sono state: Trailslight, Reefilla e Sizable Energy.