È vero! Napoli non ha una grande casa editrice come Palermo o Bari. È vero a Napoli ci sono troppe realtà frammentate, spesso editori dediti solo ed esclusivamente alla pubblicazione di libri inerenti alla città. L’editoria napoletana è spesso autocelebrativa, è spesso immobile. Non partecipa a fiere, non si confronta col resto della nazione. Vende sempre alla stessa gente, la stessa merce, le stesse storie. Eppure in questo contesto editoriale non proprio roseo, vista anche la classifica delle vendite di libri in Campania, continuano a nascere e consolidarsi interessanti realtà locali.

È il caso di Alessandro Polidoro Editore. Casa editrice napoletana che tanto si sta muovendo in città e non solo. Nata dall’intuizione di Alessandro Polidoro, in pochissimi anni è riuscita a ritagliarsi un posto tra i dinosauri dell’editoria partenopea. Una casa editrice indipendente dedita alla letteratura contemporanea e per questo moderna, attiva, dinamica, giovane. Una spruzzata di novità tra le pagine ingiallite del mondo editoriale napoletano che continua a pubblicare volumi sul Vesuvio, sui vicoli, sulla pizza, sui napoletani, su Napoli e ancora Napoli.

Dopo i primi anni di assestamento e studio del mercato librario Alessandro Polidoro Editore sta vivendo una nuova stagione fatta di libri internazionali, di traduzioni, di nuove vesti grafiche. Alessandro Polidoro è inoltre tra gli organizzatori e promotori di Napoli Città Libro, che lo scorso maggio ha portato a San Domenico Maggiore oltre cento editori provenienti da tutta l’Italia, migliaia di lettori e autori. Una fiera che nasce sotto i buoni auspici e che pare destinata a crescere e affermarsi in Campania e non solo.

Dopo anni di silenzio Polidoro, insieme a Rogiosi e Guida è riuscito a unire le forze per far decollare un progetto atteso da molti. La forza di questa casa editrice, al di là dei testi che pubblica, è un team giovane e preparato nelle figure di Adriano Corbi (direttore editoriale), Antonio Esposito (editor) e Cecilia Laringe (ufficio stampa). Le menti di questi giovani napoletani, le loro idee fresche e l’entusiasmo dilagante stanno sicuramente dotando la casa editrice di una marcia in più.

Interessante il catalogo che vede opere di autori contemporanei, spesso esordienti (locali e non) affiancarsi a grandi autori del passato. La collana dei classici prevede la pubblicazione di opere minori di grandi scrittori come London, Salgari o Melville. Opere minori mai edite in Italia o non più edite da diversi decenni. Particolare è anche l’attenzione che la giovane squadra pone sulle questioni sociali, spicca il libro di Paolo Miggiano dedicato a Giancarlo Siani o Mia di Federica Flocco sulla questione di genere. Grazie anche al supporto di Marco Ottaiano, la casa editrice sta riuscendo finalmente a fare traduzioni di qualità a Napoli, soprattutto dal mondo ispano americano.

Da segnalare i titoli Amapolas e il recentissimo Mentiras. Notizia di questi giorni l’acquisizione di diritti di traduzione di ben tre volumi direttamente dalla inglese Penguin, tra le case editrici più importanti del mondo. Mi soffermerei volentieri anche sulle copertine realizzate da Adriano Corbi che hanno dato sicuramente uno stile chiaro, un’impronta precisa ai volumi pubblicati. Pantoni netti si confondono con silhouette e forme geometriche, senza ombra di dubbio le copertine più “futuriste” della città. In panchina le immagini dei vicoli e degli scugnizzi, in campo colori acidi e immagini in vettoriale. Insomma il mix giovani, traduzioni, fiere, cura e selezioni di volumi sta producendo i suoi frutti.

C’è curiosità intorno a questa casa editrice, soprattutto per il futuro. Quali saranno le nuove strade intraprese? Porteranno i frutti desiderati? Come risponderà Napoli all’innovazione di questo team? Riuscirà la Polidoro Editore ad aprire un nuovo filone letterario in città o come è accaduto in passato le idee fresche periranno sotto il peso dei dinosauri immobili dell’editoria e la polvere della Napoli da cartolina? Ci auguriamo ovviamente che questa casa editrice elettrica possa continuare nel suo intento, restituendo a Napoli il posto che merita nel panorama europeo dell’editoria.

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