Il presidente russo ha poi aggiunto che i terroristi si stanno espandendo sulla riva sinistra dell’Eufrate: "Lì in alcuni centri abitati sono rimasti elementi dell’Isis che negli ultimi tempi hanno cominciato ad allargare la propria zona di presenza", ha detto
Terroristi dell’Isis avrebbero preso in ostaggio quasi 700 cittadini europei e statunitensi nelle aree della Siria controllate dalle forze filo-americane. È quanto sostiene il presidente russo Vladimir Putin, secondo cui i terroristi avrebbero lanciato anche un ultimatum, minacciando di uccidere 10 persone al giorno qualora questo non venisse rispettato. “Secondo i nostri dati – ha detto Putin intervenendo al Forum di Valdai, a Sochi – hanno preso in ostaggio alcuni cittadini sia degli Usa che di Paesi europei. Tutti tacciono, c’è un silenzio come se non succedesse nulla”. Il presidente russo non ha specificato però cosa chiedano i terroristi in cambio della liberazione degli ostaggi né quale sia la scadenza dell’ultimatum.
Putin ha poi aggiunto che l’Isis si sta espandendo sulla riva sinistra dell’Eufrate. “Lì in alcuni centri abitati sono rimasti elementi dell’Isis che negli ultimi tempi hanno cominciato ad allargare la propria zona di presenza. Nessuno sa cosa accade in quelle regioni controllate dagli Usa – ha spiegato – ed è là che hanno preso gli ostaggi”. Per quanto riguarda invece la presenza militare russa in Siria, il capo del Cremlino ha detto che “abbiamo essenzialmente raggiunto gli obiettivi che ci eravamo fissati quando abbiamo iniziato l’operazione militare in Siria”. “Aumentare le tensioni e l’isteria non è il nostro approccio”, ha aggiunto Putin, affermando che “spingere il mondo sull’orlo di una crisi totale, con risultati difficilmente imprevedibili, è una politica irresponsabile, noi non abbiamo mai condotto una politica del genere e non lo faremo”.