West Virginia, Greebrier Hotel. La location scelta da Bethesda, storico editore e sviluppatore americano di videogiochi, per presentare il suo nuovo titolo di punta, Fallout 76, è decisamente peculiare. Si tratta infatti di un resort in stile coloniale, che nel sottosuolo nasconde un bunker anti atomico costruito in piena Guerra Fredda. Aveva lo scopo di proteggere il Congresso degli Stati Uniti in caso di Fallout nucleare. La struttura sotterranea è infatti molto simile ai “Vault” presenti in Fallout 76, ovvero delle città sotterranee progettate per ospitare i sopravvissuti alla guerra. I protagonisti del gioco emergono proprio da qui, per tornare in superficie e tentare di ricostruire la civiltà. Fallout 76 è per l’appunto ambientato in West Virginia, nel 2012, venticinque anni dopo la Grande Guerra fittizia che ha coinvolto Stati Uniti e Cina. Si tratta del primo capitolo di una serie completamente online e ci abbiamo giocato per ben tre ore, in anteprima mondiale.
Con Fallout 76 anche Bethesda si butta nel mondo dei titoli online a mondo condiviso. Ultimo di una lunga lista (che inizia con Destiny, si protrae con The Division di Ubisoft e terminerà nel 2019 con Anthem di Electronic Arts), ha come obiettivo quello di creare una comunità di giocatori appassionati e fidelizzati, che possano portare il gioco a durare diversi anni. Questo modello di business infatti si basa su videogiochi che possono essere aggiornati continuamente, proponendo nuovi contenuti e correggendo alcuni aspetti che necessitano di una particolare revisione.
Come la storia di Fallout insegna, l’ambientazione di ogni capitolo gioca un ruolo fondamentale nell’economia della produzione. Il West Virginia non fa eccezione e propone un mondo di gioco distrutto dalla spietata guerra nucleare che ha reso il paesaggio quasi desertico e afflitto da terribili mutazioni della flora e fauna. A differenza degli altri capitoli della saga (che si concentravano solo ed esclusivamente su esperienze narrative in singolo giocatore) Fallout 76 è dunque un gioco che andrà affrontato online in collaborazione con altri giocatori reali. Lo scopo è quello di girovagare per queste temibili lande desolate, alla ricerca di equipaggiamento, risorse e materiali utili a costruire non solo il nostro armamento o il nostro vestiario, ma anche un campo base spostabile in ogni luogo della mappa.
Questa nuova struttura di gioco ha spiazzato un po’ i fan storici, ma i tratti distintivi della saga rimangono invariati. Fallout 76 continua a essere a tutti gli effetti un gioco di ruolo, all’interno del quale le statistiche e la progressione del personaggio sono fondamentali. Svolgere missioni e incarichi d’ogni genere servono a potenziare le abilità e le caratteristiche del protagonista.
Pad alla mano, Fallout 76 si presenta un po’ imperfetto ma comunque accattivante. Dal punto di vista tecnico è ancora acerbo, ma il suo punto di forza rimane il grande senso d’immersione che trasmette per calare i giocatori nel contesto narrativo. Come tutti i capitoli della saga, infatti, anche Fallout 76 ha un sistema di narrazione che richiede studio, pazienza e attenzione. Ogni documento, file audio o conversazione che potremmo “trovare” in giro per la mappa ci racconterà una storia unica, che unita a tutte le altre formerà un quadro molto affascinante e tutto da scoprire.
La beta, in arrivo il 23 ottobre, sarà il momento perfetto per permettere ai nuovi e ai vecchi giocatori di entrare in confidenza con questo nuovo sistema di gioco. Il team di sviluppo dovrà essere bravo a sostenere e migliorare il gioco nel tempo, ascoltando le impressioni di una community storicamente esigente e che vede in questo titolo ancora un’incognita.
Fallout 76 uscirà il 14 novembre per Xbox One, PlayStation 4 e PC. Potrete provare la versione BETA a partire dal 23 ottobre esclusivamente su Xbox One, su PC e PS4 arriverà invece il 30 ottobre.