Matilde Sorrentino, “mamma coraggio”, fu freddata a colpi di pistola sull’uscio di casa a Torre Annunziata per aver denunciato una rete di pedofili. A quattordici anni di distanza, è stato individuato e arrestato dai carabinieri colui che è ritenuto il mandante di quel tragico assassinio: Francesco Tamarisco, 45 anni. Nei suoi confronti il gip ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare, su richiesta della Procura. Tamarisco, secondo quanto reso noto dai Carabinieri, era attualmente già detenuto per altri reati.
La donna fu uccisa la sera del 26 marzo 2004 a 49 anni perché, assieme ad altre due madri, denunciò quanto successe ai propri figli, caduti nelle mani di un’organizzazione di pedofili attiva nel cosiddetto quartiere dei Poverelli. Le dichiarazioni di Matilde Sorrentino furono fondamentali sia nelle indagini preliminari che in tribunale, dove il 9 giugno 1999 vennero condannati a pesanti pene detentive 17 dei 19 imputati, tra cui Tamarisco, poi assolto in appello. Non solo, Matilde Sorrentino si impegnò pubblicamente contro una serie di episodi di pedofilia che scossero la Campania e l’Italia e per questo fu soprannominata “mamma coraggio“. Le indagini all’epoca portarono all’arresto dell’autore materiale del delitto, Alfredo Gallo, poi condannato all’ergastolo in via definitiva.
Il 26 e il 27 luglio 1999, nell’arco di appena 12 ore, vennero uccisi a Torre Annunziata due membri di spicco dell’organizazione, Ciro Falanga e Pasquale Sansone, nel frattempo rimessi in libertà per decorrenza dei termini di custodia cautelare, nonostante fossero stati condannati a 15 e 13 anni di reclusione. Nel corso di nuove recenti indagini è emerso come Tamarisco, capo del gruppo criminale dei Nardiello con base a Torre Annunziata e attivo nel traffico di droga, nutrisse forte astio nei confronti della donna, che aveva “osato” denunciarlo. Per questo, è l’ipotesi accusatoria, avrebbe organizzato e ordinato il suo omicidio, “l’epilogo tragico – rimarca il procuratore di Torre Annunziata Alessandro Pennasilico – di una delle più gravi vicende criminali verificatesi sul territorio di Torre Annunziata. L’arrestato – precisa Pennasilico – nutriva gravi ragioni di astio e di risentimento nei confronti della Sorrentino, in quanto la donna aveva osato denunciarlo”.