La perturbazione sul governo Conte sembrava ormai lontana: i vicepresidenti Luigi Di Maio e Matteo Salvini – a mezzo Rete4 – avevano fatto la pace, il primo rinnovando la fiducia nei confronti dell’alleanza con la Lega, il secondo rendendosi disponibile a fare un altro consiglio dei ministri per correggere il decreto fiscale. E invece no, oggi si ricomincia daccapo. Perché la battaglia si infiamma di nuovo, questa volta via facebook. Da una parte il leader della Lega – dopo aver promesso di “volare a Roma per risolvere i problemi” e mettere fine ai “litigi” – avverte che “inizia ad arrabbiarsi” e che “la pazienza ha un limite” “perché in quel Consiglio dei ministri Conte leggeva e Di Maio scriveva”. In definitiva: “Non passo per scemo“. E dall’altra parte il capo politico del M5s replica direttamente: “Da bugiardo non voglio passare e anche per questo quando mi si dice che ero distratto, io non ci sto“. Anzi, quando si dice che ‘Conte leggeva e Di Maio scriveva’ si dice una cosa non vera”. In definitiva: “Non sono né bugiardo né distratto”. Il bugiardo, semmai, è dall’altra parte. Il sospetto – e quello che forse più ha peso – è che questo litigio durato 48 ore filate possa lasciare tossine nei rapporti interni alla maggioranza e che qualcosa nell’alleanza stretta intorno al contratto di governo si sia “rotto”.
Una prima prova sta nel fatto che la dialettica prosegue, a distanza, e accende altre micce sul percorso prossimo del governo. La prima riguarda la “caccia al colpevole“: se Salvini addita nell’ordine i “cambi di umore”, le “distrazioni”, i “litigi” e le “beghe” dei Cinquestelle, Di Maio sembra avvicinare il mirino nei confronti di chi non ha convocato un pre-consiglio e cioè il sottosegretario a Palazzo Chigi Giancarlo Giorgetti (ma il vicepremier non lo nomina in modo esplicito). Il pre-consiglio avrebbe agevolato una discussione più approfondita; peraltro il governo lunedì – il giorno del cdm – si è ritrovato a precipitare sul traguardo della mezzanotte, orario entro il quale Palazzo Chigi aveva l’incombenza di inviare il documento programmatico di bilancio a Bruxelles.
Ma entrambi promettono: “Il governo va avanti”
Così, un po’ a sorpresa, il consiglio dei ministri per correggere il decreto fiscale – epicentro degli scossoni all’esecutivo – si carica di ulteriore tensione. Eppure sembrava che tutto fosse finito, tutto fosse perdonato. In particolare dal’area dei Cinquestelle era partita una nutrita squadra di pompieri, tra i quali alcuni ministri di prima fila come Alfonso Bonafede e Danilo Toninelli. Il primo aveva rivendicato il fatto che il M5s tiene alta la soglia dei suoi valori fondamentali e che nel contratto di governo sono previste pene “gravissime” nei confronti degli evasori. Il secondo aveva dato la colpa ai giornali: “Salvini e Di Maio si vedranno nelle prossime ore, massimo domani, e sicuramente risolveremo tutto” aveva detto il ministro dei Trasporti. Invece la telefonata, al momento, ancora non ci è stata e anzi il tono si è alzato ancora di qualche decibel. Ciononostante sia Salvini sia Di Maio promettono lunga vita al governo: “Va avanti, ci mancherebbe altro”, assicura il vicepresidente leghista; “il governo deve andare avanti con il massimo della forza, più forte di prima”, “basta la correttezza e si va avanti“, sottolinea il vicepremier grillino.
Conte, il capo della mediazione
Chi farà da caposquadra per spegnere l’incendio sarà quindi, di nuovo, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte che oggi torna da Bruxelles dopo i complicati incontri con i capo di Stato e di governo dell’Ue. Conte riceve attestati di stima da entrambi i vicepremier (“E’ un galantuomo” dice Salvini) e che a sua volta prova con prudenza a non sconfessare nessuno dei suoi vice. La ricostruzione del capo del governo è la sintesi di ciò che dicono entrambi, Di Maio e Salvini: “Salvini non dice qualcosa di falso. Nel corso del Consiglio dei ministri è arrivata una prima traduzione normativa. Io l’ho riassunto in termini politici, sulla traduzione tecnica si può sempre intervenire”. E insomma: “Il problema lo si risolve domani – spiega – E’ sorto un dubbio sulla traduzione tecnica dell’accordo politico. Se ci fosse qualche incongruenza si può sempre intervenire. Con il Consiglio dei ministri do maggior agio ai ministri per rivedere con calma il tutto. E’ una questione tecnica, avendo ben contezza dell’accordo politico. Escludo al momento che ci sia una questione politica, ma se ci fosse una questione politica la affronteremo”.
Salvini al M5s: “Su dl sicurezza 81 emendamenti come opposizione?”
La domanda, infatti, è quante e quali cicatrici lascerà lo scontro che si sta consumando da due giorni. Anche perché la sfida di Salvini al M5s è aperta e tocca diversi altri provvedimenti. Per esempio il decreto Sicurezza, in cui sono comprese anche le norme sui migranti: “La scadenza per la presentazione degli emendamenti è oggi: perché i 5Stelle hanno presentato 81 emendamenti come se fossero all’opposizione? Ragazzi, non è così che si lavora, non è cosi che si fa tra alleati. Io poi sono ben contento se c’è qualcosa è da migliorare”. E inevitabilmente si apre un altro fronte polemico. A rispondere è il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro: “Sul decreto Sicurezza c’è già un tavolo. Se ci sono 81 emendamenti, vuol dire che ci sono 81 buone idee per modificarlo. Le proposte stanno arrivando anche dal ministero dell’Interno e abbiamo sempre detto che le proposte del governo possono e devono essere migliorate in Parlamento”.
E la Lega vuole qualcosa in cambio su Ischia e Rc Auto
Ma non finisce qui. Lo stesso Salvini da 24 ore ripete che se al M5s non va bene lo scudo fiscale per il rientro dei capitali dall’estero, allora al Carroccio non vanno bene né il condono per gli abusi edilizi per Ischia (inserita nel decreto Genova) né la norma sulla Rc auto che potrebbe portare a rincari per gli automobilisti del Nord (e a un risparmio al Sud). Tanto che Di Maio – anche se in via non ufficiale – gli ha risposto che “non c’è nessun mercimonio su altri tavoli”.
Ma i temi sono ripresi dai capigruppo della Lega alla Camera e al Senato. A Montecitorio Riccardo Molinari annuncia che su Ischia verrà presentato un emendamento “che evita regali a migliaia di abusi edilizi commessi”. “Siamo sicuri che i gli amici dei 5Stelle lo appoggeranno”, aggiunge con toni apparentemente provocatori. A Palazzo Madama Massimiliano Romeo, insieme al sottosegretario allo Sviluppo Dario Galli, rimarca che “in nessuno dei provvedimenti del governo ci saranno aumenti delle assicurazioni auto nelle aree in cui oggi si paga meno”, ribadendo così quanto già detto dal viceministro Massimo Garavaglia. La norma non è stata “mai vista, né condivisa, quindi, il problema non esiste” aveva detto. Certo che è stata discussa, avevano risposto dal M5s, è stata inviata alla Lega martedì. L’ennesimo incidente di percorso in una settimana nera che il governo si augura finisca il prima possibile.