A raccontarlo in tribunale è stata Maurizia Quattrone, commissario capo della Squadra Mobile di Roma e responsabile dell’anticorruzione, chiamata a testimoniare nel processo in cui è imputata la sindaca della capitale è accusata di falso. Al centro del procedimento c'è la nomina di Renato Marra, fratello dell’ex capo del personale del Campidoglio Raffaele, alla direzione turismo del Campidoglio
Raffaele Marra aveva un ruolo “attivo e sostanziale” nella nomina dei dirigenti del Campidoglio. A raccontarlo in tribunale è stata Maurizia Quattrone, commissario capo della Squadra Mobile di Roma e responsabile dell’anticorruzione, chiamata a testimoniare nel processo in cui è imputata Virginia Raggi. La sindaca della capitale è accusata di falso in merito alla nomina di Renato Marra, fratello dell’ex capo del personale del Campidoglio Raffaele, alla direzione turismo del Campidoglio.
“Dalle indagini condotte abbiamo potuto accertare che Raffaele Marra ha avuto un ruolo attivo e sostanziale e non meramente compilativo nella procedura di interpello, e non ha svolto un ruolo di mero passacarte”, ha detto Quattrone. La linea dell’accusa punta a dimostrare che Raffaele Marra abbia partecipato in modo attivo nelle nomine dei dirigenti capitolini, e in particolare a quella del fratello. Ora si tratta di capire se la sindaca fosse a conoscenza del ruolo “sostanziale” di Marra, come l’ha definito Quattrone. Raggi, rispondendo all’Anticorruzione. si difese dicendo che la funzione di Marra fu di “mera pedissequa esecuzione delle determinazioni da me assunte senza alcuna partecipazione alle fasi istruttorie di valutazioni e decisionali”.
Oggi in udienza la Quattrone ha letto vari messaggi e chat intercettate tra Raffaele Marra e gli altri protagonisti della vicenda nel periodo in cui vennero scelti i nuovi incarichi dirigenziali fino a quando scoppiò il caso mediatico per la nomina del fratello Renato, all’epoca capo Gssu dei Vigili Urbani, che con la nuova nomina ricevette un aumento di stipendio di circa 20mila euro. In ballo per lui c’era anche la possibilità di proporsi come vicecomandante della Polizia Locale, ma essendo già un capo dei vigili urbani si preferì evitare di nominarlo nello stesso settore “per non subire attacchi”, come si legge in un messaggio tra la sindaca e Raffaele del 25 giugno 2016 in cui Raggi allega uno screenshot di un messaggio inviatole da Marcello De Vito, presidente dell’Assemblea capitolina.
Quando la vicenda finisce su tv e giornali fra Marra e Raggi c’è un duro scambio di messaggi. Lei gli fa notare l’aumento dello stipendio dicendo che non era a conoscenza, e Marra le dice: “È lo stesso aumento che avrebbe ricevuto come vicecomandante dei vigili urbani, se vuoi scaricarmi scaricami“. “Smettila – risponde la sindaca – sapevi che avrei subito attacchi e non mi dici nulla? Avevamo detto che restava da Adriano (Meloni, ndr.)”. “C’era dunque un accordo fra i due – ha detto Quattrone in aula – per non promuovere Renato Marra vicecomandante dei vigili urbani, e di farlo restare con l’assessore Meloni. Oggi però in aula è stato letto un messaggio fra i due fratelli Marra in cui Renato dice: “È stato Adriano (Meloni, ndr.) che mi ha voluto al Turismo, mi ha telefonato 30 minuti prima della chiusura dell’interpello”. Raffaele Marra è stato convocato in aula per il 25 ottobre: ha fatto sapere di volersi avvalere della facoltà di non sottoporsi all’esame perché coinvolto in un procedimento connesso. Il pm Francesco Dall’Olio ha chiesto di poterlo comunque citare.