Le distanze tra Roma e Berlino restano in ogni caso ampie, mentre quelle tra l'Italia e la Grecia si sono accorciate in modo impressionante: Atene, rispetto a Roma, paga agli investitori soltanto una ottantina di punti in più di interessi sui suoi titoli di Stato
Giornata da brividi per i titoli di Stato. In mattinata, come previsto, il vento di tempesta ha soffiato forte sui Btp decennali in scia alla lettera di Bruxelles a Roma sulla manovra in cui la Commissione ha contestato una deviazione “senza precedenti” dei conti pubblici dalle regole del patto di stabilità.
E così dopo la chiusura di giovedì a 327 punti base, venerdì mattina lo spread tra Btp e Bund ha registrato una nuova fiammata arrivando oltre 330 punti e toccando quota 340, sui massimi da marzo 2013. Il rendimento dei Buoni del Tesoro Poliennali a dieci anni ha sfiorato quota 3,8%, mentre quello del Bund è sceso fino allo 0,4%.
Poi, nel pomeriggio, è arrivato un po’ di respiro in scia a un approdo a più miti consigli in seno all’esecutivo con le manovre di riavvicinamento tra Lega e M5S e, soprattutto, le rassicurazioni sulla volontà di tenere in piedi il governo. E così il rendimento dei Btp a 10 anni si è sgonfiato fino al 3,47% facendo ripiegare lo spread a 301 punti.
Le distanze tra Roma e Berlino restano in ogni caso ampie, mentre quelle tra l’Italia e la Grecia si sono accorciate in modo impressionante: Atene, rispetto a Roma, paga agli investitori soltanto una ottantina di punti in più di interessi sui suoi titoli di Stato.