“Togliamo di mezzo il condono per gli evasori e lasciamo la pace fiscale. In Cdm quell’articolo 9 non è mai stato letto nel dettaglio ma sono stati enunciati i principi generali dell’accordo. Smentisco qualsiasi tipo di ripensamento sul rapporto deficit/pil al 2,4%. Ci fa molto piacere e siamo felici del no della Lega al condono. Sono amici ritrovati”. Così il vice premier, Luigi Di Maio parlando davanti a Palazzo Chigi prima dell’inizio del Consiglio dei ministri, smorzando i toni che nei giorni scorsi avevano portato a tensioni con i leghisti. “Non ci siamo mai persi“, ha subito puntualizzato il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Chiariremo la questione del condono e della pace fiscale – ha spiegato poi il leader del Movimento 5 Stelle -, daremo due copie a Salvini così non si sbaglia, anche perché la smettesse con questa storia della panna montata, non la buttasse in caciara…”.
Una decisa risposta a quanto aveva detto questa mattina Matteo Salvini che, intervistato dal Corriere della Sera, aveva affermato: “Ma è normale che loro abbiano montato tutta ‘sta panna e poi neanche abbiano una proposta? Alla Lega non interessa nessun condono“, concetto, questo, ribadito da Salvini anche prima del Cdm. “Conte ha la mia stima e ha sempre ragione, l’unica cosa è che stavolta chiederò che quando lui leggerà il decreto e Di Maio prenderà nota, una copia la voglio anche io. Altrimenti poi non vorrei che si ricominciasse da capo. È un fraintendimento, un misunderstanding”, aveva detto ancora il leader leghista a margine del Forum di Coldiretti a Cernobbio, tornando sulla polemica sul decreto fiscale e sulle modifiche denunciate dall’altro vicepremier Luigi Di Maio alla norma sul condono fiscale.
Intanto è in corso il Consiglio dei ministri convocato proprio dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte per risolvere la querelle. Prima c’è stato un vertice a tre tra i due vicepremier Matteo Salvini e Luigi di Maio e il premier. Conte, rientrato nella serata di ieri da Bruxelles, è a lavoro sui nodi del dl fiscale dalle prime ore del giorno e non ha mai lasciato palazzo Chigi da ieri sera. Nella sede del governo, sono arrivati anche i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, il ministro dell’Economia Giovanni Tria e la viceministra al Mef Laura Castelli. “Smentisco che ci sia alcuna trattativa tra il decreto fiscale e il contenuto di altri decreti: sul decreto immigrazione se riusciamo a vederci un attimo chiudiamo l’accordo su tutti gli emendamenti”, ha precisato ancora Di Maio, smentendo che i Cinque Stelle, alla luce delle difficoltà sul dl fisco, stiano intavolando una trattativa con la Lega mettendo in campo modifiche al decreto immigrazione. Sul tavolo del consiglio dei ministri non c’è infatti solo lo scontro sul condono nel decreto fiscale, ma anche di quello edilizio per Ischia, dell’Rc auto e del decreto sicurezza. Il clima all’interno della maggioranza sembra però essersi ricomposto.
Fino a questa mattina i rapporti tra i due vicepremier erano infatti quanto mai tesi: ieri Salvini si era detto “arrabbiato” perché il Movimento 5 stelle gli dà dell’amico degli evasori e sostiene di non voler “passare per scemo”, mentre Di Maio in una diretta Facebook aveva risposto piccato che “da bugiardo non voglio passare e anche per questo quando mi si dice che ero distratto, io non ci sto”. Ma, ciononostante, il leader leghista questa mattina il leader leghista ha voluto rassicurare ancora una volta che il governo non è in crisi: “Abbiamo il diritto e dovere di andare d’accordo, io condizioni non ne pongo, visto che gli altri sono molto attenti giustamente come lo sono io”, ha detto Salvini al Forum Coldiretti, lanciando però una stoccata agli alleati di governo: “Quando mi arrivano dei provvedimenti dei 5 Stelle io spesso vado sulla fiducia li firmo li leggo e non eccepisco alcunché, e non cambio idea dalla sera alla mattina, però ognuno è fatto a suo modo, quindi io rispetto gli alleati con cui stiamo lavorando bene in questi mesi e con cui lavoreremo bene per 5 anni”.
Parole a cui ha replicato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, che in un post su Facebook ha fatto sapere che “da ora in poi pretenderemo una gestione ancora più rigorosa dell’iter di approvazione dei provvedimenti, dalle riunioni preliminari fino alla bollinatura. I preconsigli vanno convocati sempre e i testi definitivi diramati per tempo, è l’antidoto a eventuali manipolazioni. Certo, va considerata la mole di lavoro che stiamo portando avanti, ma bisogna rispettare alla lettera i regolamenti perché non ci siano più manine. È una questione di metodo”.
“Io ho detto non vi va bene, ve lo siete scritti, – ha detto ancora Matteo Salvini – ve lo siete letti, avete cambiato idea, ve lo riscrivete e a me va bene, perché io dalla sera alla mattina non cambio idea“. Salvini ha poi escluso di aver avuto colloqui telefonici con Di Maio nelle ultime ore: “Ci parliamo in Consiglio dei ministri” e che non ci sarà un vertice prima del Cdm di oggi “visto che sono qua sul lago di Como”. “Il decreto – ha aggiunto ancora il vicepremier leghista – possiamo riscriverlo da zero. Buttarlo e riscriverlo. Ma – ha ribadito – passare per scemo, questo no”. “Ho il decreto sicurezza e immigrazione che arriva in Parlamento, – ha detto – la legge sulla legittima difesa, l’autonomia, stiamo lavorando alla riforma della Fornero, alla flat tax, figurati se metto in discussione un governo su qualche codice o codicillo su cui i 5 Stelle hanno ripensato”, ha concluso.