“A chi dobbiamo credere tra Salvini e Di Maio? Ho l’impressione che entrambi stiano cercando di decidere chi debba perdere la faccia, quando probabilmente il Consiglio dei ministri ritirerà alcune delle cose più invereconde di questo condono“. Così, a Otto e Mezzo (La7), il direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, commenta la convulsa giornata di ieri, contrassegnata dai botta e risposta dei due vicepresidenti del Consiglio, Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Travaglio fa una rapida cronistoria dei fatti: “Questo governo sta in piedi perché c’è un contratto tra le due forze politiche. Il contratto non fa alcun cenno a nessuno dei tre punti controversi. Lunedì pomeriggio, prima del Consiglio dei ministri si è tenuto un pre-vertice tra Conte, Salvini, Di Maio e i loro rispettivi esperti. E i 5 Stelle dicono che non vogliono nessuna di quelle tre cose. Dopodiché si fa con due ore di ritardo il Consiglio dei ministri, mentre i tecnici del Mef inseguono con dei foglietti informali il Consiglio, anche con la fretta di dover finire entro la sera. I tecnici del Ministero dell’Economia cercano di tradurre in bella copia l’accordo politico stipulato poco prima. Il ministro Tria” – continua – “mette a bilancio come proventi del condono 180 milioni di euro, che sono una miseria e compatibili solo con un condono minuscolo. Nella conferenza stampa dopo il Cdm, né Conte, né Tria, né Salvini, né Di Maio fanno accenno alcuno a quei tre punti controversi. Il Quirinale riceve una bozza informale di questo accordo e la rimanda indietro con una cancellatura, dicendo che non era d’accordo con la depenalizzazione dei reati di riciclaggio e di dichiarazione fraudolenta. A quel punto, Di Maio scopre che il testo è diverso da quello dell’accordo politico e si mette a strillare”.
Il direttore del Fatto aggiunge: “Gli altri dicono a Di Maio che, invece, sapeva tutto. E’ assolutamente illogico che uno dica no nel contratto, no nel pre-vertice, no dopo, per poi dire di sì soltanto durante il Consiglio dei ministri. E’ evidente che o non si sono capiti oppure che qualcuno ha fatto il furbo. Quindi, è venuto meno il rapporto di fiducia tra i due alleati e questo rischia di minare seriamente la maggioranza di governo“.
Riguardo all’evento M5s di oggi e di domani, Italia 5 Stelle, Travaglio osserva: “Immagino che per la loro reputazione i vertici del M5s riusciranno a evitare i pomodori, se nel Consiglio dei ministri toglieranno quelle tre cose alle quali dicono di aver sempre detto di no. Se ne lasceranno qualcuna, in nome della mediazione e del compromesso, qualche pomodoro glielo tireranno. Mi unirei ai lanciatori anche io se partecipassi a questa festa“.
Il giornalista, infine, definisce “schifezza” il condono edilizio per le case abusive a Ischia, condono inserito nel decreto Genova: “Se, come insinua Salvini, è vero che l’hanno voluto i 5 Stelle, è una porcata aggiuntiva. Quindi, la maggioranza gialloverde ha un ottimo strumento per cancellarla. Il decreto Genova dovrà essere convertito il legge entro 60 giorni da quando è stato varato in Parlamento, è sufficiente che tolgano quella norma allucinante. Così ci risparmieremmo sia il condono fiscale, sia il condono edilizio, cioè due piccioni con una fava. Sarebbe magnifico”.
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