C’è chi ricorda ancora le sue dichiarazioni esplosive sullo sciopero alla Leopolda 2014, quando Davide Serra – finanziere amico di Renzi e storico sponsor delle sue campagne elettorali – rivendicò la necessità di limitarlo, convinto che creasse più disoccupati. Parole che costrinsero l’ala renziana del Pd a immediate rettifiche, dopo uno scontro con la Cgil nel mezzo della riforma (contestata) del Jobs Act. Ora, anni dopo quelle polemiche, Serra ha fatto ritorno sul palco della Leopolda, alla sua nona edizione. Chiamato dall’amico ed ex premier per spiegare ai militanti i rischi sui mercati legati all’avvento del governo Conte pentaleghista.
Da Serra, invece, una ‘lezione’ di finanza alla platea dei militanti renziani: “Cos’è la finanza? Non è un concetto astratto, ma la sommatoria dei risparmi di tutte le persone sul pianeta. Chi gestisce il risparmio deve portare delle opportunità, dire se un investimento è conveniente o no. Quando la Germania vuole fare un ponte prende in prestito 100, dopo cinque anni deve ridare 105. L’Italia quando chiede un prestito deve ridare 110-115. In quattro mesi questo 115 è diventato 120. Sembra poco, ma si sta parlando di 45 miliardi in più. Ogni anno se paghiamo il 2% in più c’è una tassa occulta”, ha attaccato.