L’agenzia Moody’s ha tagliato il rating dell’Italia: ora è stato fissato in Baa3 mentre prima era Baa2. L’outlook, però, rimane stabile. Le motivazioni che hanno portato i tecnici dell’agenzia internazionale al downgrade sono legate al sostanziale cambio di rotta del governo italiano sul fronte della strategia di bilancio. “L’Italia è un Paese solido“, ha commentato il vicepremier Matteo Salvini durante il suo intervento al Forum di Coldiretti a Cernobbio. “Mi dicono gli esperti che l’importante è che l’outlook sia stabile. È un ottimo avvicinamento al derby. Il governo andrà avanti nonostante le agenzie di rating, i commissari europei e qualche incomprensione interna. Faccio esercizio yoga per superarli”, ha detto ancora il leader leghista, ribadendo che “siamo qui per rispondere ai problemi degli italiani, non per far saltare i governi né per farci impaurire dalle agenzie di rating che in passato hanno clamorosamente dimostrato di fallire i loro giudizi come falliranno questa volta. È una buona manovra e andremo fino in fondo”.”Tutto come previsto“, è stato invece l’unico commento rilasciato da fonti di Palazzo Chigi alle agenzie di stampa.
La decisione di Moody’s si riferisce al “cambio concreto della strategia di bilancio, con un deficit significativamente più elevato” rispetto alle attese, spiega l’agenzia in una nota. Un comunicato in cui si parla anche di “mancanza di una coerente agenda di riforme per la crescita”, e questo ”implica” il prosieguo di una “crescita debole nel medio termine”. “È evidente che sia la lettera della Commissione europea che il declassamento erano nelle cose. La sfida che il governo deve fare propria è sulla crescita, spiegare l’analisi di impatto di questa manovra, evidentemente correggerla, postando più risorse sulla crescita, altrimenti la partita è persa“, ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, dal convegno dei Giovani imprenditori.
In più, secondo l’agenzia, le stime del governo italiano sulla crescita sono definite “ottimiste”: il debito “non calerà concretamente nei prossimi anni”, rimanendo stabile attorno al 130% del pil. Moody’s sottolinea poi che i piani dell’esecutivo non rappresentano un “coerente programma di riforme” che può spingere “la mediocre performance della crescita su base sostenuta”. L’agenzia si sofferma anche sulle possibilità di un’uscita dell’Italia dall’euro: al momento sono “molto basse”, ma potrebbero aumentare “se le tensioni fra il governo italiano e le autorità europee” sulla manovra e sugli impegni sui vincoli bilancio “dovessero subire una ulteriore escalation”.
Le critiche dell’agenzie di rating in pratica sono molto simili a quelle arrivate dall’Unione Europea: troppe spese aggiuntive, debito che non scende e stime di crescita troppo ottimistiche. Insomma, la manovra italiana continua a spaventare Bruxelles, che però non teme un effetto ‘contagio‘. Lo spread, infatti, continua a essere sopra quota trecento punti anche per le tensioni sul condono inserito nel dl fisco che hanno contrapposto le due forze di governo: il M5s e la Lega.