“A una parte di me piacerebbe tantissimo stare lì con voi. Alle volte mi mangio le mani e mi dico: ‘Ma che hai fatto?’. Sono sempre stato combattuto, perché mi sarebbe piaciuto dare una mano a Luigi, ai miei colleghi. Potevo fare il ministro. Però sto bene, la verità è che sto proprio bene”. Esordisce così l’ex deputato del M5s, Alessandro Di Battista, in un intervento registrato dal Sudamerica e proiettato durante l’evento Italia 5 Stelle, al Circo Massimo. E annuncia: “Ormai sta per finire questo viaggio. Ho studiato un sacco di fenomeni, ho scritto molte cose, ho vissuto la vita che volevo vivere. Io, Sara e Andrea torneremo giusto giusto per Natale, abbiamo fatto il biglietto. Poi vedremo che succederà”.
Di Battista commenta la situazione del M5s: “Dobbiamo concentrarci su due politiche strtegiche: da un lato, politiche ambientali innovative, dall’altro lato la ripresa di fette di sovranità. Non ci credo più alla destra e alla sinistra e trovo avvilente che il dibattito politico in Italia sia ritornato su quella roba là. Il movimento lo sostengo tanto ancora di più perché sta conducendo una battaglia contro il capitalismo finanziario e per me quello è il nemico pubblico numero uno. Se c’è una bancocrazia che impedisce ai governi di fare politiche autonome e sovrane, allora c’è la dittatura del mercato, del neoliberismo, delle banche. Questa è la battaglia principale e sono convinto che la stia conducendo il movimento”.
E puntualizza: “Autostrade va nazionalizzata il prima possibile, i Benetton vanno estromessi da ogni questione. Dobbiamo insistere su questo punto. E dobbiamo continuare ad avere quella genuinità che ha dimostrato nelle ultime ore Luigi (Di Maio, ndr). Qualcuno ha detto che poteva lavare i panni sporchi in casa. Dipende. Io voglio essere informato delle cose che accadono o non accadono, di quelle questioni strane che accadono nel Consiglio dei ministri, che mi auguro siano state risolte al meglio. Luigi” – continua – “anche in quella fase, agendo d’istinto, ha dimostrato ancora una volta da che parte sta. Cioè dalla parte dell’onestà intellettuale, della genuinità. Alla fine è questo che vogliono le persone. Non vogliono certo politicanti di professione, ma vogliono anche vedere che c’è qualcuno che a un certo punto si incazza, perché trova una cosa che non va. Viva la faccia“.
L’ex deputato, poi, parlando dei diritti sociali “massacrati soprattutto dalla sinistra”, scherza sul Pd e coinvolge il suo bimbo che piagnucola: “Accenno al Pd e Andrea piagne. Non ho detto neanche quella parolaccia”.
E saluta gli attivisti del M5s: “Vi abbraccio tutti, ci vediamo nell’anno nuovo. Mi mancate. Quando ho preso questa decisione, non pensavo che mi mancasse così tanto la battaglia in primissima linea”.