Nell’agosto 2013, dopo i massacri delle piazze Rabaa e Nahda del Cairo in cui morirono fino a 1000 persone, il numero più alto di manifestanti uccisi in una sola giornata nella storia moderna dell’Egitto, il Consiglio degli affari esteri dell’Unione europea decise, con l’unanimità degli stati membri, di sospendere le autorizzazioni all’esportazione in Egitto di forniture che avrebbero potuto essere usate per la repressione interna.
Tuttavia, quasi la metà degli Stati membri ha violato questa decisione, inviando armamenti che avrebbero potuto essere usati a tale scopo.
Gli Stati che, direttamente o attraverso brokeraggio, hanno autorizzato queste forniture sono: Bulgaria, Cipro, Francia, Germania, Italia, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Spagna e Ungheria.
Un rapporto di Amnesty International mette in evidenza il ruolo della Francia, sostenendo che veicoli blindati forniti da Parigi sono stati usati con esiti mortali dalle forze di sicurezza egiziane per disperdere ripetutamente e violentemente le proteste e stroncare il dissenso. Tra il 2012 e il 2016 la Francia ha fornito all’Egitto più armi di quante gliene aveva inviate nei 20 anni precedenti. Nel 2017 ha trasferito al paese nordafricano forniture militari e di sicurezza per un valore di oltre un miliardo e 400.000 euro. Il 14 agosto 2013 blindati Sherpa forniti dalla Francia vennero usati dalle forze di sicurezza egiziane per i sopra citati massacri delle piazze cairote.
Amnesty International ha fatto presente più volte alle autorità di Parigi l’abuso fatto delle forniture militari e ha di chiarire completamente l’ammontare e la natura di questi trasferimenti, così come chi fosse l’utilizzatore finale. Le autorità francesi hanno risposto di aver autorizzato forniture all’esercito egiziano destinate solamente alla “lotta al terrorismo” in Sinai e non a operazioni di ordine pubblico.
Tuttavia, nelle immagini e nei filmati analizzati da Amnesty International, le insegne delle Forze operative speciali del ministero dell’Interno e delle Forze centrali di sicurezza appaiono sulla carrozzeria dei blindati forniti dalla Francia. La parola “Polizia”, a sua volta, si vede benissimo sulle targhe dei veicoli impiegati per il mantenimento dell’ordine pubblico nella capitale egiziana.
Un funzionario francese ha ammesso ad Amnesty International che mentre le forniture di sicurezza all’Egitto erano destinate all’esercito, le autorità egiziane hanno trasferito alcuni veicoli blindati alle forze di sicurezza.
Il segretariato generale francese per la Difesa e la Sicurezza nazionale ha rifiutato di replicare alle domande di Amnesty International volte a conoscere l’esatta dimensione e la natura dei trasferimenti, citando la legge sul segreto di Stato e affermando che i veicoli armati non sono vincolati a controlli sull’esportazione, trattandosi o di forniture militari o di materiale “a doppio uso”. Il produttore ha invece dichiarato che l’esportazione di ogni tipo di veicolo è sottoposta ai controlli del ministero della Difesa.
Dato il contesto di gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani in Egitto, Amnesty International ha chiesto alla Francia di sospendere immediatamente i trasferimenti di armi laddove vi sia il rischio significativo che essi possano essere usati per compiere o facilitare gravi violazioni dei diritti umani. Questa sospensione dovrebbe rimanere in vigore fino a quando l’Egitto non svolgerà indagini indipendenti ed efficaci sulle gravi violazioni commesse dalle sue forze di sicurezza e non chiamerà i responsabili a risponderne di fronte alla giustizia.