Il governo lavora per inserire nella manovra il “congelamento” a 42 anni e 10 mesi degli anni di contributi necessari per andare in pensione anticipata, fermando quindi gli adeguamenti all’aspettativa di vita previsti dalle riforme previdenziali degli ultimi anni. Lo ha annunciato il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio dopo aver incontrato un gruppo di lavoratori che hanno versato contributi per 41 anni ma non possono andare in pensione perché troppo giovani. “Il ministro ha dato mandato ai suoi tecnici di lavorare ad una soluzione da portare in legge di bilancio partendo anche da un’ipotesi di sterilizzazione dell’aspettativa di vita”, si legge in una nota del ministero. Dal 2019, a legislazione vigente, i requisiti dovrebbero aumentare di cinque mesi per effetto dell’adeguamento all’aspettativa di vita.
Per quanto riguarda l’età per la pensione di vecchiaia l’ultimo adeguamento risale al 2018, quando il governo Gentiloni esentò solo 15 categorie di lavoratori che svolgono attività gravose. Secondo il presidente dell’Inps Tito Boeri la sterilizzazione dell’età di uscita, unita all’introduzione di quota 100 con i paletti a 62 anni di età e 38 di contributi e allo stop dell’adeguamento dei contributi per la pensione anticipata a 42 anni e 10 mesi costeranno circa 140 miliardi in dieci anni. Boeri la settimana scorsa, durante un’audizione davanti alle commissioni Lavoro, aveva sottolineato che con queste riforme la spesa salirebbe fino al 2046 per poi iniziare a scendere perché le persone saranno andate in pensione in anticipo e con assegni più bassi rispetto a quelli che avrebbero ottenuto andando a riposo con le regole attuali.
“Con il requisito minimo di 62 anni e 38 di contributi per l’accesso alla pensione – ha spiegato Boeri – con la proroga dell’ape sociale , con l’opzione donna, il mancato adeguamento dei requisiti contributivi per la pensione anticipata e il congelamento a 67 anni per la pensione di vecchiaia si avranno costi aggiuntivi di sette miliardi nel 2019, 11,5 miliardi nel 2020, di 17 miliardi nel 2021 e costi complessivi aggiuntivi nei primi 10 anni di 140 miliardi”.