Il “bagno di sangue” minacciato improvvidamente da un giovanissimo (e sfacciato) occupante del palazzo di via Napoleone III, di fronte a Digos e finanzieri in visita “ufficiale”, potrebbe trasformarsi in un serio problema per CasaPound. Tutto ciò nonostante i vertici della “tartaruga” abbiano cercato di rimediare con sorrisi e strette di “mano”. Il movimento neo-fascista, infatti, da 13 anni occupa abusivamente un edificio nei pressi della stazione Termini di Roma, nel quale oggi oltre alla sede nazionale vi sono anche alcune occupazioni abitative di persone “amiche”, una trentina in totale.
Ieri mattina l’episodio clou. Su ordine della procura regionale della Corte dei Conti, la Guardia di Finanza bussa alla porta di CasaPound per effettuare un’ispezione che avrebbe dovuto permettere la visione dei locali e la valutazione puntuale del danno erariale sul quale stanno lavorando i magistrati contabili e che rischia di andare pesare – fra l’altro – anche sulle casse del Comune di Roma. Mentre Davide Di Stefano e gli altri provano a parlare in maniera cordiale con le forze dell’ordine, ma un certo punto monta il nervosismo fra gli occupanti, che vedono di cattivo occhio la presenza di fotografi e telecamere locali raggiunti da una “soffiata” del blitz e arrivati sul posto insieme ai finanzieri. “Se entrate sarà un bagno di sangue”, avrebbe detto uno dei ragazzini zittito subito dai “grandi”; una frase riportata, va detto, che potrebbe essere stata anche “se entrano sarà un bagno di sangue”, riferito ai cronisti. Il che non cambierebbe la gravità dell’affermazione, sia chiaro. E proprio la presenza delle telecamere, paradossalmente, potrebbe aver dato la possibilità al partito neofascista di ottenere dalla Guardia di Finanza il rinvio del blitz. “Quando ci siamo resi conti – ha detto Gianluca Iannone, presidente di Cpi – che non era possibile garantire minime condizioni di dignità per i residenti vista l’inopportuna presenza di una folla di telecamere, ci siamo limitati a chiedere che si rinviasse il controllo ad altra data”. Un rinvio inevitabile, per la rabbia dei vertici della Corte dei Conti laziale che – affermano fonti di viale Mazzini – sarebbero rimasti assai indispettiti per la “figuraccia” e per il ritardo nelle operazioni già di loro elefantiache. “Non abbiamo nulla da nascondere – insiste Iannone – il movimento non ha recato danni alle casse dello Stato”.
Quello che resta, però, sono quella frase riportata sulla stampa locale e le polemiche che ne sono seguite. Le intemperanze dei “vicini di casa” della Tartaruga non sono piaciute ai magistrati. L’edificio di via Napoleone III è occupato dal 2003. L’ex sindaco Gianni Alemanno stava per regolarizzare la posizione di CasaPound fra il 2010 e il 2011 attraverso una concessione, salvo poi rinunciarvi in seguito alle fortissime polemiche sollevatesi. Paradossalmente, la mancata formalizzazione ha consentito al movimento di estrema destra di non entrare nel vortice dell’inchiesta Affittopoli e di non fare la fine di altre situazioni borderline, individuate dalla Corte dei Conti, come la sede Pd di via dei Giubbonari e quella di Fdi di Colle Oppio, prima indagate e poi sgomberate negli anni scorsi. Tuttavia, il palazzo è nella lista dei 73 edifici da sgomberare stilata dall’ex commissario prefettizio Francesco Paolo Tronca, ma non nella short-list dei 16 a cui la Prefettura di Roma è chiamata a dare precedenza. Ma le priorità, si sa, possono sempre cambiare.
Cronaca
Casapound Roma, salta blitz della Finanza nello stabile occupato: “Se entrate sarà bagno di sangue”
La Gdf doveva entrare nel palazzo di via Napoleone III - occupato nel 2003 - e valutare un eventuale danno erariale. La minaccia del militante, forse rivolta ai cronisti e non ai militari, è stata zittita dai "grandi" del partito. E la presenza delle telecamere potrebbe aver dato la possibilità ai neofascisti di ottenere il rinvio del blitz
Il “bagno di sangue” minacciato improvvidamente da un giovanissimo (e sfacciato) occupante del palazzo di via Napoleone III, di fronte a Digos e finanzieri in visita “ufficiale”, potrebbe trasformarsi in un serio problema per CasaPound. Tutto ciò nonostante i vertici della “tartaruga” abbiano cercato di rimediare con sorrisi e strette di “mano”. Il movimento neo-fascista, infatti, da 13 anni occupa abusivamente un edificio nei pressi della stazione Termini di Roma, nel quale oggi oltre alla sede nazionale vi sono anche alcune occupazioni abitative di persone “amiche”, una trentina in totale.
Ieri mattina l’episodio clou. Su ordine della procura regionale della Corte dei Conti, la Guardia di Finanza bussa alla porta di CasaPound per effettuare un’ispezione che avrebbe dovuto permettere la visione dei locali e la valutazione puntuale del danno erariale sul quale stanno lavorando i magistrati contabili e che rischia di andare pesare – fra l’altro – anche sulle casse del Comune di Roma. Mentre Davide Di Stefano e gli altri provano a parlare in maniera cordiale con le forze dell’ordine, ma un certo punto monta il nervosismo fra gli occupanti, che vedono di cattivo occhio la presenza di fotografi e telecamere locali raggiunti da una “soffiata” del blitz e arrivati sul posto insieme ai finanzieri. “Se entrate sarà un bagno di sangue”, avrebbe detto uno dei ragazzini zittito subito dai “grandi”; una frase riportata, va detto, che potrebbe essere stata anche “se entrano sarà un bagno di sangue”, riferito ai cronisti. Il che non cambierebbe la gravità dell’affermazione, sia chiaro. E proprio la presenza delle telecamere, paradossalmente, potrebbe aver dato la possibilità al partito neofascista di ottenere dalla Guardia di Finanza il rinvio del blitz. “Quando ci siamo resi conti – ha detto Gianluca Iannone, presidente di Cpi – che non era possibile garantire minime condizioni di dignità per i residenti vista l’inopportuna presenza di una folla di telecamere, ci siamo limitati a chiedere che si rinviasse il controllo ad altra data”. Un rinvio inevitabile, per la rabbia dei vertici della Corte dei Conti laziale che – affermano fonti di viale Mazzini – sarebbero rimasti assai indispettiti per la “figuraccia” e per il ritardo nelle operazioni già di loro elefantiache. “Non abbiamo nulla da nascondere – insiste Iannone – il movimento non ha recato danni alle casse dello Stato”.
Quello che resta, però, sono quella frase riportata sulla stampa locale e le polemiche che ne sono seguite. Le intemperanze dei “vicini di casa” della Tartaruga non sono piaciute ai magistrati. L’edificio di via Napoleone III è occupato dal 2003. L’ex sindaco Gianni Alemanno stava per regolarizzare la posizione di CasaPound fra il 2010 e il 2011 attraverso una concessione, salvo poi rinunciarvi in seguito alle fortissime polemiche sollevatesi. Paradossalmente, la mancata formalizzazione ha consentito al movimento di estrema destra di non entrare nel vortice dell’inchiesta Affittopoli e di non fare la fine di altre situazioni borderline, individuate dalla Corte dei Conti, come la sede Pd di via dei Giubbonari e quella di Fdi di Colle Oppio, prima indagate e poi sgomberate negli anni scorsi. Tuttavia, il palazzo è nella lista dei 73 edifici da sgomberare stilata dall’ex commissario prefettizio Francesco Paolo Tronca, ma non nella short-list dei 16 a cui la Prefettura di Roma è chiamata a dare precedenza. Ma le priorità, si sa, possono sempre cambiare.
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Cronaca
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Vertice Ue, veto di Orban su sostegno a Kiev. Zelensky: martedì summit tra i “volenterosi”. Meloni: “Riarmo? Termine non chiaro. No all’uso dei fondi di coesione”
Mondo
‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La politica estera cambia la vita delle famiglie, aiuta la gente a capire e anche gli errori fatti. In Italia il casino sui consumi lo ha fatto Salvini: ha fatto una norma sul codice della strada per ridurre gli incidenti e va bene ma non è giusto fare una campagna terroristica sul vino. E poi c'è Trump che fa i dazi ma la roba nostra piace nel mondo e se ci mettono i dazi, ci fregano. I sovranisti di casa nostra dicono 'viva Trump' ma Trump ci distrugge l'economia". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4. "E poi c'è anche l'Europa che è un po' troppo burocratica".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “La sicurezza delle telecomunicazioni è fondamentale, nell’interesse italiano sarebbe singolare scegliere un soggetto francese (con partecipazione azionaria anche cinese?) anziché un sistema tecnologicamente più sviluppato ed all’avanguardia come quello americano. Peraltro notiamo con stupore che, come già avvenuto per alcune case farmaceutiche durante il Covid, un titolo francese abbia guadagnato in Borsa più del 500% in pochi giorni. Siamo certi che, in una fase delicata come questa, ogni scelta vada ponderata esclusivamente nel nome dell’interesse nazionale italiano, senza pregiudizi ideologici, ritenendo gli Usa un partner imprescindibile per la sicurezza e la crescita del nostro Paese”. Così in una nota Paolo Borchia, capo delegazione Lega al Parlamento europeo, e Paolo Formentini, deputato Lega, responsabile dipartimento Esteri della Lega.