Resistono (alcuni e per il momento) sul fronte del decreto Sicurezza, cedono su quello del ddl Legittima difesa. Il Movimento 5 stelle, dopo aver incassato il mezzo passo indietro sul maxicondono presente in manovra da parte del Carroccio, deve dare segnali di cooperazione sui provvedimenti a cui più tengono i leghisti ritirando gli emendamenti. Un accordo di maggioranza che però si scontra con le resistenze dentro il gruppo 5 stelle. Se infatti i grillini hanno ritirato i sette emendamenti presentanti da Gregorio De Falco, Paola Nugnes ed Elena Fattori al ddl Legittima difesa (che dovrebbe essere approvato entro giovedì), faticano ad accettare la mediazione sul fronte del decreto Sicurezza (che sarà in Aula il 5 novembre).
A esporsi oggi è stato lo stesso De Falco: “Non ritiro i miei emendamenti al decreto Sicurezza, tengo in particolare a quelli sull’articolo 10” sul diritto d’asilo. “La questione è molto semplice: sostanzialmente sto seguendo le indicazioni del presidente della Repubblica. L’accordo con la Lega? Ci sono alcuni principi sui quali non posso deflettere, avendo giurato sulla Costituzione, da militare, e mantengo questo giuramento”. Malumori simili a quelli di Nicola Morra, Elena Fattori e Paola Nugnes. Anche se per il momento solo De Falco ha detto di essere pronto alla rottura: “Alcuni miei emendamenti sono essenziali: senza la loro approvazione avrei difficoltà a votare il decreto”. In totale sono stati presentati dai 5 stelle 81 emendamenti al decreto Sicurezza: la maggioranza ha stabilito che si voti solo su 19, ma per il momento sono stati tolti solo i 6 a firma di Bianca Laura Granato. Il collega Valerio Romano ha ritirato la firma ma non essendo primo firmatario le proposte non decadranno automaticamente.
Il decreto Sicurezza, fortemente voluto dal Carroccio, non piace a una parte del Movimento 5 stelle che infatti ha deciso di presentare emendamenti in commissione per riuscire a modificarlo. Lo stesso De Falco era stato uno dei primi a esporsi sull’argomento: “Sono molto perplesso”, aveva detto a il Corriere della sera, “sull’ipotesi di togliere la protezione umanitaria”. Proprio il numero di richieste di modifica aveva provocato le polemiche da parte di Matteo Salvini che, in un video su Facebook, aveva attaccato i colleghi della maggioranza: “Ragazzi non è così che si lavora”. Da quel momento però le carte in gioco sono cambiate: scampata la crisi sul maxicondono in manovra, la Lega ha accettato di annacquare la misura a patto che sia lasciata mano libera sul fronte sicurezza. Ma non tutti i 5 stelle sono disposti a lasciar correre. “Deciderà il Parlamento”, ha detto domenica scorsa Nicola Morra intervistato da ilfattoquotidiano.it.
I malumori 5 stelle per ora sono limitati a pochi esponenti, tanto che il sottosegretario all’Interno del Carroccio Nicola Molteni si è detto sicuro che non ci saranno intoppi: “Il decreto sicurezza è fondamentale per il bene del Paese. Siamo disponibili a migliorarlo, ma i capisaldi rappresentati dagli articoli 1, 10 e 12 restano tali. Il decreto è perfettamente costituzionale”. Quanto al rischio che venga meno l’intesa Lega-M5S, Molteni ha ricordato che “questo decreto, che è sulla sicurezza, l’immigrazione è contro la criminalità organizzata, rispetta il contratto di governo. Sono certo della correttezza e della lealtà di Di Maio…”, ha concluso.