L’hanno ribattezzato “il patto della tagliatella“. È la cena per fare il punto su manovra, in attesa del verdetto Ue, atteso per oggi. A tavola si sono seduti il premier Giuseppe Conte, e i due vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio. “Un incontro utile per parlare di manovra, sicurezza, immigrazione, banche e lavoro. Andiamo avanti compatti”, sono le parole pronunciate dal leader della Lega a tarda notte, l’unico dei tre convitati a intrattenersi con i giornalisti. Per il ministro dell’Interno, “la bocciatura della manovra è pressoché certa“, mentre “le stime del Pil” sono “inferiori a quello che sarà”.
Il giorno del giudizio della manovra, intanto comincia con lo spread tra Btp e Bund tedeschi che apre in leggero rialzo e poi scivola a 305, con rendimento del decennale del Tesoro al 3,46%. Alle prime battute , invece, segnava 310 punti rispetto ai 304 della chiusura di ieri. Apre in calo Piazza Affari con l’indice Ftse Mib che ha iniziato le contrattazioni in ribasso dell’1,07% a 18.762 punti.
Il collegio dei commissari europei si riunirà alle 13 a Strasburgo. Per le 15 e 30 è fissata la conferenza stampa del vicepresidente Valdis Dombrovskis e dei commissari Pierre Moscovici. L’appuntamento è stato fissato per illustrare i contenuti delle decisioni che saranno prese poco prima dall’esecutivo europeo. L’ordine del giorno recita che la discussione sarà dedicata all’opinione “nel quadro dell’articolo 7 del regolamento Ue 473 del 2013, che stabilisce le disposizioni comuni per il seguito e la valutazione dei progetti di bilancio e per la correzione dei deficit eccessivi negli Stati membri della zona euro”. Il regolamento citato al punto 11 dell’ordine del giorno è quello che prevede la possibilità per la Commissione di chiedere ad un Paese membro un nuovo Documento programmatico di bilancio entro due settimane dalla trasmissione del medesimo all’esecutivo europeo, nel caso in cui questo preveda una “inosservanza particolarmente grave” degli obblighi previsti ai sensi del patto di stabilità.
Nella lettera recapitata dalla Commissione a Tria si scriveva esplicitamente che la deviazione rispetto al percorso concordato con la Commissione, unitamente al mancato rispetto della regola del debito e alla mancata validazione delle previsioni del governo da parte dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio “sembrerebbero indicare un ‘mancato rispetto particolarmente serio degli obblighi della politica di bilancio ai sensi del patto di stabilità'”. Nella sua risposta alle obiezioni comunitarie, il titolare del dicastero che ha sede in via XX settembre ha invece scritto che, a suo parere, la manora non espone” a rischi la stabilità finanziaria dell’Italia né degli altri Paesi membri dell’Unione europea”. Il governo italiano, spiega il ministro, “è cosciente di aver scelto un’impostazione della politica di bilancio non in linea con le norme applicative del Patto di Stabilità e Crescita”, ma si tratta di un male necessario “alla luce del persistente ritardo nel recuperare i livelli di pil pre-crisi e delle drammatiche condizioni economiche in cui si trovano gli strati più svantaggiati della società italiana”.