Il presidente della Repubblica all'assemblea dell'Anci: "Non è astratto rigore. Effetti soprattutto sulle famiglie e sui loro figli e sulle imprese". Ma aggiunge: "Non possono esserci cittadini di serie A e di serie B, abbattere le barriere è un dovere costituzionale. Migranti? I Comuni restino le istituzioni più importanti per l'effettiva integrazione"
Bisogna scongiurare il disordine dei bilanci pubblici perché l’effetto è quello di “contraccolpi pesanti anzitutto per le fasce più deboli“. A dirlo è il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un intervento all’assemblea nazionale dell’Anci, a Rimini. Una dichiarazione che arriva nel giorno in cui l’Unione Europea ha rigettato l’intero documento programmatico di bilancio. “I bilanci in equilibrio, l’efficienza dei servizi, i diritti garantiti ai cittadini, la sinergia tra pubblico e privato, in modo che crescano le opportunità per tutti – ha detto tra l’altro il capo dello Stato – sono sfide a cui nessuna amministrazione può sottrarsi: il Comune e la Provincia come la Regione e lo Stato“. Il presidente aggiunge che “la logica dell’equilibrio di bilancio non è quella di un astratto rigore: ci deve sempre guidare uno sguardo più lungo sullo sviluppo, la sua equità e la sua sostenibilità, e occorre procedere garantendo sicurezza alla comunità, scongiurando che il disordine di enti pubblici, e della pubblica finanza, produca contraccolpi pesanti anzitutto per le fasce più deboli, per le famiglie che risparmiano pensando ai loro figli, per le imprese che creano lavoro”.
Per altri versi, tuttavia, Mattarella ha ribadito che “non ci sono, e non possono esserci cittadini di serie A e cittadini di serie B“. “Lo sforzo di superare gli ostacoli, di abbattere le barriere che impediscono pienezza e uguaglianza dei diritti – continua il presidente della Repubblica – costituisce un dovere costituzionale a cui continuamente siamo richiamati”. Questo, sottolinea il capo dello Stato, riguarda anche le condizioni “delle aree interne del Paese, di chi vive nelle piccole isole, nei centri rurali, oppure in collina e in montagna. La distanza dalle reti autostradali, le difficoltà di trasporto, e dunque di accesso a servizi essenziali, non possono diventare impedimenti strutturali a usufruire di una cittadinanza degna di questo nome. L’approvazione della legge sui piccoli Comuni (approvata durante la scorsa legislatura, ndr) è stata un passo avanti importante”. Per Mattarella, inoltre, è “altamente positivo” il fatto che dopo complicate trattative l’Anci abbia raggiunto un’intesa con il governo sui fondi alle periferie. “Le città più grandi – ha osservato – non solo soltanto luoghi dove vive e lavora una parte assai consistente della popolazione italiana. Nelle società più avanzate le città sono vettori cruciali di sviluppo, sono i nodi di una rete nazionale e sovranazionale di conoscenze, di ricerca, di comunicazione, di innovazione tecnologica. Una rete dalla quale dipende, in buona misura, la crescita e la sua qualità. Investire sulle città vuol dire investire sull’innovazione e sul futuro del Paese”.
Infine la questione dell’immigrazione. “L’integrazione – afferma il presidente Mattarella – è un motore e garanzia di sicurezza pubblica. I Comuni sono parte di questo motore come dimostrano le buone esperienze che, in questa materia, hanno realizzato. E’ certamente importante comunque – come su ogni tema – ascolto reciproco e interlocuzione costruttiva con il governo centrale”. Tra Comuni e governo “si è aperto un confronto anche sulle recenti misure riguardanti i servizi di accoglienza e il sistema di protezione per i richiedenti asilo e i rifugiati. Senza entrare in valutazioni, che certamente sono oggetto di discussione anche tra di voi, penso che si possa comunque sottolineare come i Comuni restino le istituzioni pubbliche più importanti per l’effettiva integrazione dei migranti che vanno accolti e di coloro ai quali la nostra Costituzione riconosce protezione”.