La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Roberto Sanmarchi, legale rappresentante dell’azienda metallurgica Lamina dove il 16 gennaio scorso per una fuoriuscita di gas argon nella vasca di un forno per la lavorazione dei metalli morirono quattro operai. L’accusa è omicidio colposo plurimo con l’aggravante di aver commesso il fatto in violazione della normativa in materia di sicurezza sul lavoro e la richiesta di processo, che segue la chiusura delle indagini di fine luglio scorso, riguarda anche la stessa società indagata per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti.

Nel frattempo, nelle scorse settimana Sanmarchi, assistito dal legale Roberto Nicolosi Petringa, ha risarcito le famiglie di tre dei quattro operai morti e la sua difesa era al lavoro anche per risarcire la quarta famiglia. L’inchiesta, coordinata dai pm Maria Letizia Mocciaro e Gaetano Ruta e dall’aggiunto Tiziana Siciliano, aveva evidenziato una serie di falle nei sistemi di sicurezza della fabbrica, messi in luce, in particolare, da una complessa consulenza tecnica. Era stato accertato che nella fabbrica, infatti, non c’erano nemmeno “procedure di sicurezza sulla utilizzazione della centralina di allarme del livello di ossigeno, in particolare sulla gestione della funzione di tacitazione” dell’allarme stesso che quel giorno suonò al mattino e venne probabilmente disattivato da uno dei quattro operai. I risarcimenti extragiudiziali versati dall’imputato potrebbero essere utili, in teoria, per arrivare ad un accordo di patteggiamento tra la difesa e la Procura e su cui dovrà poi esprimersi il gup. Ancora da fissare l’udienza preliminare.

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