"Credo sia importante che i giovani conoscano il risultato delle due guerre del secolo scorso perché non cadano nello stesso errore", ha detto Bergoglio nel corso della presentazione del libro "La saggezza del tempo". E sui migranti ha ribadito: "Vanno accolti"
“Che sappiamo come cominciano i populismi: seminare odio. Non si può vivere seminando odio”. Papa Francesco si rivolge ai giovani durante l’incontro di presentazione all’Augustinianum del progetto e del libro La saggezza del tempo, scritto insieme a padre Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica. Per Bergoglio è importante “che i giovani conoscano come nasce un populismo” e fa riferimento “a Hitler nel secolo scorso, che aveva promesso lo sviluppo della Germania“.
“I giovani non hanno l’esperienza delle due guerre – ha aggiunto il Papa -. Io ho imparato da mio nonno che ha fatto la prima nel Piave tante cose, anche le canzoni ironiche contro il re e la regina. Cosa lascia una guerra? Milioni di morti nella grande strage. Poi è venuta la seconda, l’ho conosciuta a Buenos Aires con tanti migranti arrivati: italiani, polacchi, tedeschi. Sentendo loro, capii, tutti capivamo, cos’era una guerra che da noi non si conosceva. Credo sia importante che i giovani conoscano il risultato delle due guerre del secolo scorso. È un ‘tesoro’, negativo, ma prezioso per creare le coscienze. È importante perché non cadano nello stesso errore“.
Durante l’incontro è tornato anche sul tema dei migranti, di cui aveva parlato anche durante la conferenza mondiale sulla xenofobia, e della necessità di un intervento da parte della comunità internazionale. “I migranti – ha continuato il papa – vanno accolti col cuore e le porte aperte. La chiusura è la strada del suicidio. È vero che si devono accogliere i migranti, ma si devono accompagnare e soprattutto si devono integrare“. Secondo Bergoglio “un governo deve avere cuore aperto per ricevere, le strutture buone per fare la strada dell’integrazione, e anche la prudenza di dire ‘fino a questo punto posso, poi non posso più'”. Ma la questione della migrazione, ha ricordato, “è l’emergenza di tutta l’Europa: si metta d’accordo perché il peso più grande lo hanno portato l’Italia, la Grecia, la Spagna, e anche Cipro“. E ha concluso: “Cosa faccio io quando vedo che il Mediterraneo è un cimitero? Dico la verità: soffro, prego, parlo, non dobbiamo accettare questa sofferenza”.