Unipol da Milano a Torino. E ritorno. La procura generale della Corte di Cassazione ha stabilito che gli atti dell’inchiesta sul presunto aggiotaggio informativo commesso dai vertici di UnipolSai debbano passare dalla procura torinese a quella milanese. La decisione è stata depositata martedì 23 ottobre dal sostituto procuratore generale Pasquale Fimiani in seguito a un’istanza presentata dall’avvocato Ermenegildo Costabile, che assiste l’amministratore delegato del gruppo Unipol Carlo Cimbri e il presidente Pierluigi Stefanini. Secondo la procura generale della Cassazione l’indagine – conclusa dalla procura di Torino a fine luglio – deve tornare al capoluogo lombardo perché è da lì che “la comunicazione fu diffusa al mercato divenendo accessibile ad una cerchia indeterminata di soggetti, e quindi assumendo quella necessaria connotazione di concreto pericolo per gli investitori che il reato intende sanzionare”.
A Milano si trova la Borsa, dotata di un sistema, il “Network Information System” (Nis), che riceve le informazioni dalle società quotate e le trasmette alla Consob e poi al pubblico. In questa maniera sarebbero state diffuse le false informazioni sul valore economico di Unipol e Fonsai al momento della loro fusione nel 2013 che ha portato alla nascita del terzo gruppo assicurativo italiano (il primo nel ramo danni): la prima sarebbe stata sopravvalutata, la seconda sottovalutata. Il tutto a favore della compagnia delle coop per la quale era stato più facile portare a termine l’operazione e mettersi al riparo dai guai.
È la seconda volta che la procura generale della Cassazione decide di spostare gli atti di questa indagine. La prima volta è avvenuta nel 2014, quando le due procure scoprono che stanno indagando contemporaneamente sulle nozze. Sorge allora un “conflitto” che la procura generale della Cassazione deve risolvere. Il pm milanese Luigi Orsi indaga per manipolazione di mercato (aggiotaggio informativo), mentre il pm torinese Marco Gianoglio indaga sia per manipolazione di mercato, sia per false comunicazioni sociali (falso in bilancio). Ritenendo erroneamente quest’ultima accusa più grave (in realtà il primo reato prevede pene più alte), il sostituto procuratore generale della Cassazione sancisce che è Torino a doversene occupare.
Da allora la Guardia di finanza, coordinata dal procuratore aggiunta Gianoglio, conduce l’indagine per la quale il pm chiede una serie di perizie. E così dopo ben quattro anni, a fine luglio, sono stati notificati ai sette indagati gli avvisi di conclusione delle indagini, atto che preannuncia la richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pm. Secondo la procura di Torino, infatti, nella fusione tra le due società assicurative sarebbe appunto stato falsato a favore di Unipol il prezzo alla base della compravendita, denominato valore di concambio con la compagnia delle coop che avrebbe beneficiato di una valutazione eccessivamente positiva degli immobili e dei prodotti strutturati in pancia alla società, mentre Fonsai veniva svalutata approfittando anche della malaparata dei Ligresti. In questa maniera per Unipol è stato più facile ed economico inglobare Fondiaria e a pagare sarebbero invece stati azionisti e piccoli risparmiatori che sono quindi stati raggirati.
Tuttavia, dopo la chiusura dell’indagine e prima della richiesta di rinvio a giudizio, Unipol ha fatto istanza alla procura generale della Corte di Cassazione per sapere se fosse davvero Torino la sede competente, oppure se si dovesse spostare tutto a Bologna, dove ha sede il gruppo assicurativo, o in altre città, come Milano o Firenze. Il sostituto procuratore generale ha quindi stabilito che la competenza territoriale è di Milano, dove gli atti devono essere trasferiti e dove si dovrà formulare una nuova accusa. La decisione non dovrebbe comunque avere ripercussioni sui tempi: il primo episodio contestato è stato commesso nell’autunno 2012 e l’aggiotaggio si prescrive in quindici anni.
Lobby
Unipol, l’inchiesta sull’ipotesi che il valore della compagnia fu gonfiato per le nozze con FonSai torna a Milano 4 anni dopo
Ennesimo spostamento e, quindi, rallentamento per il filone più delicato dell'inchiesta giudiziaria sulla fusione che ha portato alla nascita del terzo gruppo assicurativo italiano
Unipol da Milano a Torino. E ritorno. La procura generale della Corte di Cassazione ha stabilito che gli atti dell’inchiesta sul presunto aggiotaggio informativo commesso dai vertici di UnipolSai debbano passare dalla procura torinese a quella milanese. La decisione è stata depositata martedì 23 ottobre dal sostituto procuratore generale Pasquale Fimiani in seguito a un’istanza presentata dall’avvocato Ermenegildo Costabile, che assiste l’amministratore delegato del gruppo Unipol Carlo Cimbri e il presidente Pierluigi Stefanini. Secondo la procura generale della Cassazione l’indagine – conclusa dalla procura di Torino a fine luglio – deve tornare al capoluogo lombardo perché è da lì che “la comunicazione fu diffusa al mercato divenendo accessibile ad una cerchia indeterminata di soggetti, e quindi assumendo quella necessaria connotazione di concreto pericolo per gli investitori che il reato intende sanzionare”.
A Milano si trova la Borsa, dotata di un sistema, il “Network Information System” (Nis), che riceve le informazioni dalle società quotate e le trasmette alla Consob e poi al pubblico. In questa maniera sarebbero state diffuse le false informazioni sul valore economico di Unipol e Fonsai al momento della loro fusione nel 2013 che ha portato alla nascita del terzo gruppo assicurativo italiano (il primo nel ramo danni): la prima sarebbe stata sopravvalutata, la seconda sottovalutata. Il tutto a favore della compagnia delle coop per la quale era stato più facile portare a termine l’operazione e mettersi al riparo dai guai.
È la seconda volta che la procura generale della Cassazione decide di spostare gli atti di questa indagine. La prima volta è avvenuta nel 2014, quando le due procure scoprono che stanno indagando contemporaneamente sulle nozze. Sorge allora un “conflitto” che la procura generale della Cassazione deve risolvere. Il pm milanese Luigi Orsi indaga per manipolazione di mercato (aggiotaggio informativo), mentre il pm torinese Marco Gianoglio indaga sia per manipolazione di mercato, sia per false comunicazioni sociali (falso in bilancio). Ritenendo erroneamente quest’ultima accusa più grave (in realtà il primo reato prevede pene più alte), il sostituto procuratore generale della Cassazione sancisce che è Torino a doversene occupare.
Da allora la Guardia di finanza, coordinata dal procuratore aggiunta Gianoglio, conduce l’indagine per la quale il pm chiede una serie di perizie. E così dopo ben quattro anni, a fine luglio, sono stati notificati ai sette indagati gli avvisi di conclusione delle indagini, atto che preannuncia la richiesta di rinvio a giudizio da parte dei pm. Secondo la procura di Torino, infatti, nella fusione tra le due società assicurative sarebbe appunto stato falsato a favore di Unipol il prezzo alla base della compravendita, denominato valore di concambio con la compagnia delle coop che avrebbe beneficiato di una valutazione eccessivamente positiva degli immobili e dei prodotti strutturati in pancia alla società, mentre Fonsai veniva svalutata approfittando anche della malaparata dei Ligresti. In questa maniera per Unipol è stato più facile ed economico inglobare Fondiaria e a pagare sarebbero invece stati azionisti e piccoli risparmiatori che sono quindi stati raggirati.
Tuttavia, dopo la chiusura dell’indagine e prima della richiesta di rinvio a giudizio, Unipol ha fatto istanza alla procura generale della Corte di Cassazione per sapere se fosse davvero Torino la sede competente, oppure se si dovesse spostare tutto a Bologna, dove ha sede il gruppo assicurativo, o in altre città, come Milano o Firenze. Il sostituto procuratore generale ha quindi stabilito che la competenza territoriale è di Milano, dove gli atti devono essere trasferiti e dove si dovrà formulare una nuova accusa. La decisione non dovrebbe comunque avere ripercussioni sui tempi: il primo episodio contestato è stato commesso nell’autunno 2012 e l’aggiotaggio si prescrive in quindici anni.
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Papa Francesco, dopo tre settimane un audio per i fedeli: “Grazie per le vostre preghiere”. Il bollettino: “È stabile”. Il prossimo sarà sabato
Politica
Vertice Ue, veto di Orban su sostegno a Kiev. Zelensky: martedì summit tra i “volenterosi”. Meloni: “Riarmo? Termine non chiaro. No all’uso dei fondi di coesione”
Mondo
‘In Ucraina è guerra per procura’: a dirlo è il segretario di Stato Usa Marco Rubio. E il Cremlino plaude
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Il vergognoso oltraggio del Museo della Shoah di Roma è l'ennesimo episodio di un sentimento antisemita che purtroppo sta riaffiorando. È gravissima l'offesa alla comunità ebraica ed è gravissima l'offesa alla centralità della persona umana e all'amicizia tra i popoli. Compito di ognuno deve essere quello di prendere decisamente le distanze da questi vergognosi atti, purtroppo sempre più frequenti in ambienti della sinistra radicale infiltrata da estremisti islamici , che offendono la memoria storica e le vittime della Shoah. Esprimo la mia più sentita solidarietà all'intera Comunità ebraica con l'auspicio che tali autentici delinquenti razzisti antisemiti siano immediatamente assicurati alla giustizia ". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, Vice Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Meloni ha perso un'occasione rispetto a due mesi fa quando si diceva che sarà il ponte tra l'America di Trump e l'Europa e invece Trump parla con Macron, con Starmer e lo farà con Merz. Meloni è rimasta un po' spiazzata. Le consiglio di non essere timida in Europa perchè se pensa di sistemare i dazi un tete a tete con Trump, quello la disintegra. Meloni deve stare con l'Europa e Schlein quando le dice di non stare nel mezzo tra America e Europa è perchè nel mezzo c'è l'Oceano e si affoga". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La politica estera cambia la vita delle famiglie, aiuta la gente a capire e anche gli errori fatti. In Italia il casino sui consumi lo ha fatto Salvini: ha fatto una norma sul codice della strada per ridurre gli incidenti e va bene ma non è giusto fare una campagna terroristica sul vino. E poi c'è Trump che fa i dazi ma la roba nostra piace nel mondo e se ci mettono i dazi, ci fregano. I sovranisti di casa nostra dicono 'viva Trump' ma Trump ci distrugge l'economia". Lo dice Matteo Renzi a Diritto e Rovescio su Rete4. "E poi c'è anche l'Europa che è un po' troppo burocratica".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “La sicurezza delle telecomunicazioni è fondamentale, nell’interesse italiano sarebbe singolare scegliere un soggetto francese (con partecipazione azionaria anche cinese?) anziché un sistema tecnologicamente più sviluppato ed all’avanguardia come quello americano. Peraltro notiamo con stupore che, come già avvenuto per alcune case farmaceutiche durante il Covid, un titolo francese abbia guadagnato in Borsa più del 500% in pochi giorni. Siamo certi che, in una fase delicata come questa, ogni scelta vada ponderata esclusivamente nel nome dell’interesse nazionale italiano, senza pregiudizi ideologici, ritenendo gli Usa un partner imprescindibile per la sicurezza e la crescita del nostro Paese”. Così in una nota Paolo Borchia, capo delegazione Lega al Parlamento europeo, e Paolo Formentini, deputato Lega, responsabile dipartimento Esteri della Lega.