Sfruttavano i braccianti agricoli pagandoli in nero 3 o 4 euro l’ora e facendoli vivere in condizioni disumane. Per questo quattro imprenditori agricoli della provincia di Ragusa sono stati arrestati e altri tre sono stati denunciati con l’accusa di sfruttamento della manodopera. Le vittime sono cittadini africani provenienti dai centri per richiedenti asilo, romeni, tunisini e anche italiani. Tutti venivano impiegati come braccianti nelle serre di Vittoria. Alcuni di loro erano minorenni. Il blitz della Squadra mobile di Ragusa, guidata da Antonio Ciavola, è avvenuto all’alba dopo due settimane di controlli durante i quali, riferiscono gli investigatori, è emersa una situazione di illegalità diffusa: “Nessuna delle aziende agricole controllate rispettava le norme vigenti“.
Numerose le altre infrazioni contestate ai proprietari delle imprese. I titolari, secondo quanto emerso dalle indagini, assumevano in nero facendo vivere i lavoratori in alloggi fatiscenti e spesso abusivi, violando così anche le norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Scoperte anche delle discariche abusive di plastica e sostanze chimiche in violazione del codice dell’ambiente. “I lavoratori hanno reso dichiarazioni tali da permettere alla Squadra mobile di procedere all’arresto (nei casi più gravi) e alla denuncia (nei casi meno gravi)”, spiegano ancora gli investigatori.
La discarica abusiva e le abitazioni costruite sono state sequestrate. I poliziotti hanno inoltre accertato l’impiego di minori che irrigavano con fertilizzanti tossici per l’uomo senza alcun tipo di protezioni. Nelle case abusive, inoltre, vivevano interi nuclei familiari, tra cui neonati, segnalati ai servizi sociali del comune di Vittoria. Una delle aziende controllate era stata trasformata da attività agricola a fabbrica di oggetti di metallo per la coltivazione della terra. Il titolare, raccontano gli inquirenti, “aveva costruito macchine artigianali per la fabbricazione di ganci in metallo, violando qualsiasi norma vigente e mettendo a rischio l’incolumità dei lavoratori”. Proprio quest’azienda, inoltre, si occupava abusivamente di riciclare rifiuti speciali non pericolosi e per smaltirli aveva creato la discarica abusiva. È stato necessario l’intervento dei tecnici dell’Arpa che hanno prelevato porzioni di terreno per le analisi.
Gli immobili controllati e sequestrati erano ex depositi trasformati senza autorizzazione in abitazioni per i lavoratori. Alcune aziende, inoltre, avevano creato dei sistemi di raccolta delle acque piovane da utilizzare per l’irrigazione senza autorizzazione e in violazione delle norme per la sicurezza dei luoghi del lavoro. Gli invasi non erano recintati, con “alta possibilità che qualcuno ci cadesse all’interno, come già successo in provincia di Ragusa”. Complessivamente sono settele aziende controllate. I braccianti portati in commissariato e interrogati sono stati in tutto 66: 8 italiani, 32 romeni, 14 tunisini, 2 algerini, 6 gambiani e 4 senegalesi (45 uomini e 21 donne).