“Bisogna difendere il governo italiano contro la Commissione europea, anche se non approviamo il governo italiano”. Poche ore dopo la notizia della bocciatura della manovra Lega-M5s da parte dell’Ue e proprio mentre Pierre Moscovici mette in guardia sul rischio “fascismo” nel nostro Paese, si apre un fronte a sinistra in difesa dell’esecutivo italiano all’interno dello stesso Parlamento Ue. Il primo a parlare, nel corso di una conferenza stampa, è stato il leader della sinistra radicale in Francia, la France Insoumise, Jean-Luc Mélenchon: “Io preferisco difendere la sovranità popolare e il governo italiano. Per la prima volta la Commissione se la prende con il budget votato dal Parlamento di uno Stato che rispetta i trattati. Dal momento che non si tratta di rispettare i trattati, ma di una scelta di budget, si capisce che è una espropriazione della sovranità dei popoli, qualunque cosa pensiamo delle scelte che hanno fatto. Possiamo condannare le scelte politiche degli italiani, ma hanno il diritto di decidere quello che è il bene del loro Paese”. Mélenchon era a Strasburgo durante la plenaria per annunciare l’ingresso nel partito dell’eurodeputato, appena fuoriuscito dai socialisti, Emmanuel Maurel. E quest’ultimo ha espresso le stesse posizioni in difesa dell’Italia: “Quello che è incredibile in questa vicenda è che la Commissione attacca il governo italiano per il suo budget mentre bisognerebbe attaccarlo per gli attacchi alle libertà fondamentali”. Nel corso della plenaria poi, ha preso la parola Gabrielle Zimmer esponente della Die Linke e portavoce della Sinistra unitaria\Sinistra verde: “Anche gli studenti più volenterosi, cosa che non si può dire di Matteo Salvini, non possono fare il compito giusto se il compito non viene formulato in modo corretto”.
Horrible soupçon à propos de l’#Italie: qu’aurait fait la Commission Juncker (totalement dominée par le PPE, conservateur), si le gouvernement italien avait été PPE?
— Jean Quatremer (@quatremer) October 24, 2018
Non ci sono solo i politici a sollevare perplessità sulla scelta della commissione Ue. Il corrispondente del quotidiano francese Libération su Twitter, Jean Qautremer, ha scritto: “Orribile sospetto a proposito dell’Italia. Che cosa avrebbe fatto al commissione Juncker (totalmente dominata dal Ppe, ovvero i conservatori) se il governo italiano fosse stato membro del Ppe?”. Un’osservazione che è stata subito rilanciata dalla delegazione M5s al Parlamento Ue. “Finalmente le nostre buone ragioni trovano sponde all’estero”, ha detto l’eurodeputata Tiziana Beghin a ilfattoquotidiano.it. “La manovra del popolo non è contro l’Europa e nemmeno contro i mercati, anzi. Con più investimenti, con il reddito di cittadinanza, con il taglio delle tasse sosteniamo la nostra economia fiaccata da anni di austerity. Chiediamo ai Commissari europei di sotterrare l’ascia da guerra e di dialogare con il governo italiano. Anche Spagna e Portogallo nel 2016 sono state salvate nonostante una prima bocciatura sul deficit eccessivo. Serve una interpretazione flessibile delle regole europee di bilancio. L’Italia vuole tagliare il debito con la crescita e non con l’austerità. È un nostro diritto e lo vogliono i cittadini.”
Durante al plenaria lo scontro è stato anche nel merito delle decisioni prese dal Consiglio europee sul tema dell’immigrazione: tane sono state le critiche degli eurodeputati per la mancanza di progressi fatti nell’ultimo incontro. Il “vero progresso” nella riforma delle politiche migratorie Ue sta nel fatto che nel Consiglio Europeo oggi praticamente “tutti capiscono che la priorità è fermare i flussi di migranti irregolari, e non la loro redistribuzione”, ha detto il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk. “Quasi tutti – ha continuato Tusk – hanno espresso insoddisfazione per la mancanza di decisioni. Capisco la vostra insoddisfazione, perché so che la maggioranza” dell’Aula “è a favore di quote obbligatorie” per il ricollocamento dei migranti. “Malgrado quello che avete detto, il Consiglio Europeo sta costruendo una soluzione comune europea” in materia di politiche migratorie, basata tra l’altro sulla “lotta ai trafficanti, sulla protezione dei confini esterni e non sulle quote obbligatorie”. “Ho l’impressione – ha concluso Tusk – che alcuni di voi vorrebbero un’Europa senza Stati membri e senza governi. Vi prego di non sorprendervi se non sono sulla stessa linea”.
Tra i tanti interventi critici, la capodelegazione del Pd Patrizia Toia ha detto che “è un po’ triste per chi crede nell’Europa commentare il Consiglio di ottobre. Se si toglie Brexit, è stato il Consiglio Europeo del niente, della rinuncia ad esercitare le proprie responsabilità. Perché arrendersi così? Questo spalanca le porte ai nemici dell’Europa”. L’eurodeputata del gruppo S&D Elly Schlein ha attaccato: “Che cosa vi siete riuniti a fare? E’ spuntato persino un vertice nell’Egitto di Al Sisi, quando domani sono 33 mesi dall’uccisione di Giulio Regeni”. E la linea della presidenza austriaca sulla riforma del sistema di Dublino non fa altro che riproporre “la solidarietà flessibile discussa dalla presidenza slovacca due anni fa”. Intanto, ha concluso, la Francia di Emmanuel “Macron chiede di riformare Dublino e riporta di nascosto i migranti nei boschi italiani”.
Nel dibattito gli eurodeputati hanno poi discusso di nazismo, nazionalsocialismo, socialismo e la recente storia europea. A far partire le polemiche in particolare sono state le dichiarazioni del deputato britannico Syed Kamall dei Conservatori e riformisti che aveva affermato che il socialismo nazista era una branchia dell’ideologia socialista. “Quando parlate di estremisti di destra ricordate che i nazisti erano nazionalsocialisti, erano una espressione di sinistra”, aveva detto Kamall rivolgendosi a Udo Bullmann leader degli S&D. Quest’ultimo ha obiettato a tali osservazioni: “Condanno con fermezza quanto detto da Kamall, Sono stati i socialdemocratici a opporsi al fascismo!”, ha tuonato Bullmann che ha poi rispedito al mittente le scuse di Kamal chieste da Antonio Tajani.