Nicola Caboni, secondo gli inquirenti, avrebbe aiutato almeno uno dei presunti assassini ad occultare il corpo della vittima nelle campagne di Ghilarza
Per l’omicidio di Manuel Careddu, il 18enne di Macomer ucciso l’11 settembre scorso, c’è un sesto giovane arrestato. Nicola Caboni, secondo gli inquirenti, avrebbe aiutato almeno uno dei presunti assassini ad occultare il corpo della vittima nelle campagne di Ghilarza. Al termine di un lungo interrogatorio nella caserma dei carabinieri, Caboni è stato sottoposto a fermo di polizia giudiziaria per soppressione di cadavere. Il nome di Caboni compariva già nelle intercettazioni contenute nell’ordinanza di fermo dei cinque giovanissimi – due sono minorenni – finiti in carcere per omicidio premeditato e occultamento di cadavere.
Caboni si trovava a bordo della Fiat Punto di Christian Fodde, uno dei presunti assassini del giovane di Macomer, poco dopo mezzogiorno e mezza del 12 settembre scorso, la mattina dopo l’omicidio. Secondo chi indaga sarebbe sua la voce intercettata dalla microspia piazzata sull’auto di Fodde – considerato l’autore materiale del delitto – mentre si dirigevano nel terreno dove presumibilmente venne poi sepolto il corpo di Manuel. “Io non ho ancora realizzato eh…” dice Caboni a Fodde, ricevendo come riposta dall’amico: “Io circa non cioè non lo so… non è un gioco… quello di ammazzare va bene… è il dopo“. A bordo dell’utilitaria i due avrebbero parlato di quanto accaduto la notte precedente. “Il reato è quello lì non è che… non è che lo faccio (incomprensibile) in macchina”, prosegue l’intercettazione addebitata a Fodde, mentre Caboni risponde: “Adesso quelli si si, molto probabile che ti fottano…”.