Mentre siamo tutti presi dai guai di casa nostra ci stiamo dimenticando di quello che sta succedendo fuori.
Donald Trump ha deciso di ritirare unilateralmente il proprio Paese dall’accordo Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces), lo storico trattato della Guerra Fredda che ha eliminato i missili nucleari a raggio intermedio dall’Europa. Questa decisione conferma purtroppo che Trump, contrariamente alle aspettative, sta facendo una politica tutt’altro che isolazionista e, anziché ridurre gli impegni militari all’estero, li sta aumentando. Stanno svanendo le ultime speranze dei “realisti jeffersoniani”, che puntavano su una politica più “introversa” e meno interventista a livello globale.
Nei confronti della Cina la guerra commerciale non solo è già iniziata ma si sta intensificando, ed ora l’attacco è partito nei confronti della Russia. Putin aveva cercato pochi giorni prima di bloccare questa decisione, quando durante l’annuale meeting al Valdai International Discussion Club aveva mandato un avvertimento agli americani usando parole molto pesanti. Le riporto qui di seguito perché nessun giornale lo ha fatto integralmente.
“La nostra dottrina sulle armi nucleari si basa sul concetto di contrattacco reciproco. Vorrei ribadire in cosa consiste: significa che siamo pronti e useremo le armi nucleari solo quando sappiamo per certo che un potenziale aggressore sta attaccando la Russia, il nostro territorio. Non sto rivelando un segreto se dico che abbiamo creato un sistema che viene aggiornato di volta in volta secondo necessità – un sistema radar di allarme tempestivo. Questo sistema controlla il globo, avvertendo del lancio di qualsiasi missile strategico […]. Solo quando sapremo per certo – e per questo ci vorrà solo qualche secondo – che la Russia viene attaccata, faremo un contrattacco. Contrasteremo i missili che volano verso di noi con l’invio di un missile nella direzione dell’aggressore. Ovviamente, ciò equivale a una catastrofe globale ma vorrei ribadire che non saremmo noi ad iniziarla. […] Qualsiasi aggressore dovrebbe sapere che la ritorsione è inevitabile e che sarà annientato. E noi come vittime di un’aggressione, noi come martiri andremo in paradiso, mentre loro periranno senza avere nemmeno il tempo di pentirsi dei loro peccati”.
Come si vede, un discorso infuocato dai tratti quasi religiosi. Ci si può chiedere a questo punto: e l’Europa dove va in questo nuovo contesto di guerra, in cui gli Stati Uniti cercano di recuperare il loro ruolo imperiale? Accetterà ancora una volta di sottostare al dominio americano?
Cosa farà l’Europa non lo sappiamo. Sappiamo però che l’Italia sta cercando di impostare una politica estera che mira ad avere buoni rapporti sia con Trump, assumendo un ruolo di primo piano nel processo di pacificazione in Libia, che con Putin. Proprio oggi Conte è a Mosca e presto Putin verrà in Italia.