Da luogo di culto cristiano ortodosso a luogo di culto islamico. È ciò che diventerà la chiesa dei cappuccini situata all’interno degli ex ospedali riuniti di Bergamo. L’immobile, di proprietà della Regione Lombardia e andato all’asta oggi, è stato acquistato dall’Associazione musulmani che ha sostenuto di voler mantenere la destinazione d’uso, legata quindi al culto religioso. Una decisione che di fatto riesce a bypassare la legge voluta nel 2015 dall’ex giunta regionale, guidata da Roberto Maroni, la cosiddetta ‘anti-moschee’ che limita la costruzione di nuovi luoghi di culto.
Le buste sono state aperte in mattinata e l’Associazione si è aggiudicata il bando di vendita, presentando un’offerta di circa 450mila euro, con un rialzo dell’8% rispetto alla base d’asta di 418mila euro. Nel giugno 2015 era stato trovato un accordo per l’utilizzo della cappella da parte della comunità ortodossa che per tre anni l’ha utilizzata per le proprie funzioni religiose. Poi, nel settembre 2018, l’ex cappella è stata inserita tra i beni all’asta. La curiosità della vendita non è passata inosservata all’amministrazione comunale, guidata dalla giunta di centrosinistra di Giorgio Gori.
#Bergamo: dopo aver fatto di tutto per impedire la costruzione di nuovi luoghi di culto per i musulmani, Regione Lombardia mette all’asta l’ex chiesa degli Ospedali Riuniti. Chi se l’aggiudica? I musulmani, che nel pieno rispetto della legge ne faranno una moschea. ? pic.twitter.com/Qvx3kmy4ZQ
— Giorgio Gori (@giorgio_gori) 25 ottobre 2018
Anche tra le fila del Pd a livello regionale l’acquisto è stato commentato da più voci. “Per il governatore Fontana e per la Lega di Salvini è una specie di autogol da centrocampo. A dover sottostare alle assurde norme volute dalla Lega sarà, questa volta, la comunità dei cristiani ortodossi, che utilizzava la cappella messa in vendita insieme alla restante parte del vecchio ospedale”, ha osservato Jacopo Scandella, consigliere in Regione. L’esponente dem ha anche spiegato che proprio perché l’immobile era già destinato al culto non ricade tra le restrizioni votate tre anni fa.
Critico anche il consigliere regionale bergamasco Niccolò Carretta (Civici Europeisti): “Sarò felice di far sapere a tutti gli abitanti del quartiere Santa Lucia, che magari hanno votato Lega, che il centrodestra, di fatto, sostituisce una chiesa con una moschea. Spero che si trovi presto una soluzione per i 2000 ortodossi a cui esprimo la mia solidarietà”.
Un atto di vendita che ora la Lega vuole verificare. “Andremo a capire se sono stati imposti dei vincoli storici e se ci siano gli estremi per annullare la gara stessa”, hanno dichiarato il deputato del Carroccio Daniele Belotti e il capogruppo leghista in consiglio comunale, Alberto Ribolla, sostenendo di voler scrivere alla Soprintendenza per ricordare l’interesse storico e artistico della Chiesa. “L’immobile rimane quindi sottoposto a tutte le tutele previste dalla legge. Di fronte a questo vincolo devono essere conservate anche tutte le decorazioni, gli affreschi e i simboli religiosi cristiani sia interni che esterni, tra cui il grande crocefisso nell’abside e la figura di San Francesco”, hanno continuato in una nota i leghisti.
“Questa chiesa rappresenta un simbolo della comunità bergamasca, dove sono stati battezzati migliaia di cittadini”, hanno evidenziato ancora. “Inoltre – hanno concluso gli esponenti del Carroccio – verificheremo se sono stati rispettati i requisiti di integrità morale di tutti i partecipanti al bando, visto che, come ampiamente riportato dalle cronache locali, alcuni rappresentanti della comunità islamica sono attualmente indagati nel processo per truffa legato a dei fondi destinati alla realizzazione di una moschea a Bergamo”.