“La morte di Desirée Mariottini? Io mi sento moralmente responsabile, me la sento sulla coscienza questa vita“. Sono le parole di Francesca del Bello (Pd), presidente del Municipio II di Roma, quartiere in cui è avvenuta la tragica morte di Desirée Mariottini. Del Bello, intervistata da Chiara Placenti per InBlu Radio, ripercorre tutte le segnalazioni che da marzo ha inviato alle autorità competenti per intervenire sulla situazione degli stabili abbandonati in via dei Lucani, nel quartiere di San Lorenzo: richieste formali effettuate nei lavori dell’Osservatorio territoriale della pubblica sicurezza che la prefettura riunisce ogni tre settimane alla presenza delle forze dell’ordine e del gabinetto del sindaco. Istanze tutte disattese. E aggiunge: “Era una situazione drammatica che non potevamo gestire da soli. Ieri mattina, alle 9.30, sono stata al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, dove poi è andato Salvini. Ma quando è arrivato il ministro dell’Interno, io ero già andata via. Ho chiesto al questore di organizzare un presidio fisso delle forze dell’ordine, da me già richiesto tempo fa, perché era morta una ragazza. E il questore ha alzato le spalle dicendo: “Presidente, abbiamo la coperta corta. Se noi mettiamo una pattuglia da lei la dobbiamo togliere da un’altra parte’.
Del Bello puntualizza: “Aumentare la presenza delle forze dell’ordine sul territorio è indubbiamente importante e va fatta, ma non basta, qui c’è anche un tema di disagio sociale. Non conosco bene la storia di questa ragazza, ma come ha fatto a trovarsi lì a 16 anni? Chi ce l’ha portata? C’è un problema di disagio che deve essere affrontato diversamente”.
E chiosa: “Termini come ‘ruspe’ o la violenza in questi casi non ci servono. Ci sono dei toni e strumentalizzazioni da parte della politica che sono inaccettabili. Non abbiamo bisogno di pensare che il problema della sicurezza in Italia sia legato alla presenza di immigrati, regolari e irregolari. In alcuni quartieri, ad esempio, abbiamo il problema serio dei minorenni italiani che delinquono. Chi governa ha l’obbligo di far capire all’Italia che il problema della sicurezza e di illegalità c’è a prescindere dal colore della pelle”