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Giustizia & Impunità - 25 Ottobre 2018
Dl Sicurezza, De Raho: “Beni confiscati non siano venduti”. E sul voto di scambio: “Nuove norme? Dipenderà da interpretazione”
“Pensare alla vendita dei beni confiscati ai privati è un po’ come ritenere che debba cambiare completamente la valutazione dei beni stessi, che devono invece essere il simbolo della vittoria dello Stato sulle Mafie”. A rivendicarlo è il procuratore nazionale Antimafia, Federico Cafiero De Raho, in merito alla possibilità presente nel decreto Sicurezza (a breve in calendario dell’Aula del Senato, ndr), già contestata da diverse associazioni antimafia. “Credo sia necessario dare forza all’Agenzia per i Beni sequestrati e confiscati, affinché fin da subito possa prenderli in cura, seguirne l’evoluzione e devolverli alla società. I beni confiscati possono servire per rilanciare l’economia anche tra le sfere sociali più deboli”, ha sottolineato De Raho. In merito alla nuova disciplina sul voto di scambio, approvata in Senato, ma contestata da sinistre e Libera che la considerano “un’occasione sprecata” (per il rischio di profili di incostituzionalità e per la difficoltà di dimostrare che chi accetta la promessa abbia la consapevolezza di trattare con un condannato per 416 bis, ndr) De Raho ha invece spiegato: “La disposizione sul voto di scambio ha avuto modifiche, innovazioni ed è stata stravolta. Non sempre ha dato risposta alle aspettative. Ci sono stati inserimenti che ne hanno resa difficile l’applicazione”. E ancora, rispetto al nuovo tentativo: Bisognerà vedere l’interpretazione e l’applicazione che verrà fatta da parte dei giudici per dare meglio risposta nel contrastare il fenomeno”.