“La condanna della Cedu all’Italia per il carcere duro al capo mafia Bernardo Provenzano nell’ultimo anno di vita? Evidentemente alla Corte di Strasburgo non viene riportata la situazione italiana e non viene fotografata la forza delle mafie e l’esigenza che i mafiosi non possano comunicare con l’esterno del carcere”. A rivendicarlo il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho, commentando la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, a margine della presentazione del libro “Un morto ogni tanto” del giornalista Paolo Borrometi. De Raho ha poi ricordato che nel Centro e Sud America “si stanno adottando provvedimenti per modificare l’ordinamento penitenziario conformandolo al nostro”.
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