Un manifesto per una destra alternativa a Salvini. Una destra, “laica, realista, autorevole ma non autoritaria, che sia capace di dare risposte concrete alle sfide della modernità”. Lo ha proposto sulle pagine del Foglio Filippo Rossi, direttore artistico del festival Caffeina, e sarà il punto di partenza di Viva l’Italia – Discorsi per un’altra politica, giornata di dibattiti e riflessione all’interno della kermesse viterbese il prossimo 27 ottobre. Rossi parla di una “fortissima sensazione di estraneità rispetto a una destra (destra?) sempre più caricaturale, sempre più cattiva, sempre più estrema in ogni sua espressione. Come se l’urlo fosse l’unico modo di vivere la politica”. E attacca, con un chiaro riferimento al ministro dell’Interno, “i nuovi Masanielli in felpa che roteano la bacchetta della semplificazione e incantano con il piffero magico del cosiddetto buonsenso. Loro, che non perdono occasione per evocare il superamento delle vecchie ideologie, salvo poi farsi incoronare e incensare quali eredi dell’“unica vera destra”. Come se la destra fosse davvero solo quella: la loro. Una destra retrograda, chiusa, illiberale, plebiscitaria, semplicistica, ispiratrice di remote derive razziste. Per la quale chiunque dissenta debba essere automaticamente etichettato come nemico“.
Dietro la giornata di confronto sulle prospettive nel campo conservatore c’è anche la sociologa Chiara Moroni. “Non abbiamo tutte le risposte – scrive – ma vogliamo porre le domande, iniziando un confronto aperto e inclusivo sulla politica praticata e su quella possibile”. Alla tavola rotonda al teatro Caffeina parteciperanno il direttore di Strade Piercamillo Falasca, il politologo Luigi Di Gregorio, l’economista Antonio Rizzo e altri ospiti. “Il disagio verso queste tendenze retrograde, chiuse, illiberali, plebiscitarie, semplicistiche e razziste deve organizzarsi, c’è bisogno di un punto di ripartenza“, scrive ancora Rossi. Tutti quelli che si richiamano ad una tradizione con delle salde radici, che pensano che la destra debba essere realismo, competenze, pensiero critico e libero confronto, devono potersi aggregare intorno ad una proposta. Proveremo noi a fare il primo passo. E’ giunto il momento, per ciascuno, di decidere con quale destra stare. Perché la frontiera è lì. La trincea è lì. Astenersi significherà fare il gioco di chi oggi sta monopolizzando quello spazio politico grazie a un prevedibilissimo vuoto di potere che nessuno ha saputo occupare”.