Sono aumentati anche nel 2017 e oggi sono oltre 5 milioni. Parliamo degli italiani emigrati all’estero: l’anno scorso le 243mila partenze hanno segnato una crescita del 3% rispetto al 2016. Fa il punto della situazione sul fenomeno Rapporto “Italiani nel Mondo 2018” della Fondazione Migrantes – giunto alla tredicesima edizione – dal quale emerge che a trasferirsi altrove, oltre ai giovani che rimangono al primo posto, sono anche tanti over 50, in aumento rispetto agli anni scorsi.
Il 37,4% di chi parte (quasi 48 mila persone) ha tra i 18 e i 34 anni. Gli italiani tra i 35 ed i 49 anni sono un quarto del totale, poco più di 32 mila persone; ma le crescite più importanti le si notano dai cinquant’anni in su: +20,7% nella classe di età 50-64; +35,3% in quella 65-74 anni; +49,8% in quella 75-84 anni e +78,6% dagli 85 anni in su (pari a 1000 anziani). Tra gli over 50 ci sono quelli che partono perché rimasti senza lavoro, i genitori o nonni che raggiungono figli e nipoti costretti a vivere all’estero, i vedovi che tornano nel paese dove hanno vissuto per una vita ed il migrante cosiddetto ‘previdenziale’ sia di lusso che povero. Nell’ultimo anno gli italiani sono partiti da 107 province sono andati in 193 località del mondo. Milano, Roma, Genova, Torino e Napoli sono le prime cinque province di partenza.
Il numero degli italiani che vive all’estero da 12 anni è in continua crescita: dal 2006 al 2018 la mobilità italiana è, infatti, aumentata del 64,7% passando da poco più di 3,1 milioni di iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (Aire) ai 5.114.469 iscritti nel 1 gennaio 2018, l’8,5% dei quasi 60,5 milioni di residenti totali in Italia alla stessa data.
Anche se tra chi parte i maschi sono il 55% del totale, ci sono molte partenze dei nuclei familiari. A sottolinearlo, i 24.570 minori (il 19,2% del totale), di cui il 16,6% ha meno di 14 anni e ben l’11,5% meno di 10 anni. La prima regione di partenza è la Lombardia (21.980) seguita, a distanza, dall’Emilia-Romagna (12.912), dal Veneto (11.132), dalla Sicilia (10.649) e dalla Puglia (8.816).
La Germania (20.007) torna ad essere, quest’anno, la destinazione preferita distanziando il Regno Unito (18.517) che con oltre 6 mila arrivi in meno, registra dopo la Brexit un decremento del -25,2% e un aumento dei senzatetto italiani e dei connazionali che finiscono in centri psichiatrici. Il Portogallo, invece, registra la crescita più significativa (+140,4%), grazie ai “migranti previdenziali”.