L’attore che nel suo kolossal del 2002 interpretava un filo oltre l’anagrafe il burattino di Carlo Collodi, ora indosserà i panni che furono di Giuffré e Manfredi. Sottrae il ruolo a Toni Servillo e torna sul grande schermo sei anni dopo l'ultima volta. Il regista: "Due sogni che si avverano"
Panico nel mondo delle fiabe. Pinocchio si è trasformato in Geppetto. La colpa è di Matteo Garrone che per la sua versione del celebre racconto di Carlo Collodi ha voluto Roberto Benigni nel ruolo del “papà” di Pinocchio. L’attore, che nel suo kolossal Pinocchio del 2002 interpretava un filo oltre l’anagrafe il burattino più famoso al mondo, dopo sedici anni indosserà i panni del falegname che fu, nelle varie versioni italiane della favola, ruolo di Carlo Giuffré (2002), e di un’icona della commedia italiana come Nino Manfredi, nella versione tv di Luigi Comencini del 1972.
“Girare finalmente Pinocchio e dirigere Roberto Benigni sono due sogni che si avverano in un solo film – ha dichiarato Garrone – Con il burattino di Collodi ci “inseguiamo” da quando, bambino, disegnavo i miei primi “storyboard”. “Un grande personaggio, una grande favola, un grande regista: fare Geppetto diretto da Matteo Garrone è una delle forme della felicità”, gli ha fatto eco Benigni che, a questo punto, sottrae il sacro ruolo paterno all’attore che sembrava fino a ieri già vestito da Geppetto, sega e pialla in mano, ovvero Toni Servillo. E mentre il progetto Pinocchio per Garrone arriva a compimento dopo parecchi anni di studio, di preparazione, e di ricerca di un budget adeguato, per Benigni è il ritorno da attore al cinema dopo sei anni quando fu Woody Allen a dirigerlo per il mediocre To Rome with love.
Per avere altre tracce di Benigni in scena su grande schermo, non diretto da sé, bisogna risalire al 1999 – Asterix e Obelix contro Cesare – e al 1993 per Blake Edwards ne Il ritorno della pantera rosa. Tutti film non rimasti certo nella storia della commedia. Sono però i coproduttori internazionali (Le Pacte, Recorded Picture Company, HanWay Films) a gioire più di tutti, assieme al partner italiano Rai Cinema, dell’innesto del comico toscano.
Pinocchio di Matteo Garrone si avvarrà anche di una parte animata grazie agli animali e alle creature che verranno creati combinando trucco e protesi di Mark Coulier (due volte premio Oscar), e con la supervisione VFX di Rachael Penfold (The Revenant). Il primo ciak di Pinocchio è previsto per il 2019 e si girerà per circa un trimestre con set tra Lazio, Puglia e Toscana.
Foto di Greta De Lazzaris