“Se l’Europa va a rotoli, ma il bilancio è salvo, questo non va bene”. È il 19 luglio a Magonza. Il leader dei Verdi tedeschi, Robert Habeck, parla dal palco del suo tour estivo per rilanciare il suo partito che in quel momento galleggia ancora intorno al 12 per cento dei consensi nei sondaggi. E parte da due punti: i temi ambientali e gli attacchi all’austerity imposta dalla Germania all’Europa. Serve più “solidarietà” anche in ambito economico, ripete Habeck: la politica di Angela Merkel “ha fallito”.
Tre mesi dopo, i Verdi hanno fatto incetta di voti alle urne in Baviera, sono diventati il secondo partito in Germania e sono pronti a confermarlo alle elezioni in Assia di domenica, dove già governano insieme alla Cdu ma crescono nei sondaggi. Tutto questo succede, dopo la bocciatura della manovra del governo Lega-M5s da parte dell’Ue e mentre si è aperto un fronte a sinistra in difesa dell’esecutivo italiano all’interno Parlamento Ue, guidato da Jean-Luc Mélenchon. Le Europee 2019 si avvicinano e i movimenti pro-Europa ma a favore di un’Unione diversa sono più vivi che mai. Anche in Germania, la patria dell’austerity.
La lezione bavarese – “I Verdi hanno il ruolo che sperava di avere la sinistra. I Verdi crescono anche se cresce Afd. I Verdi sono l’opposto del populismo di destra”, scriveva Jakob Augstein in un editoriale per Der Spiegel che commentava il risultato delle elezioni bavaresi. Nel Land di Monaco il partito ecologista è arrivato fino al 17,5 per cento dei voti senza accodarsi al carrozzone del tema migranti e della retorica dell’ultradestra, ma parlando di pensioni, affitti, tasse, criminalità. E poi di ambiente, ovviamente, e di una Germania che sia veramente filoeuropea. Tutti temi che non solo la Csu ha trascurato per correre dietro all’Alternative für Deuschland, ma anche i socialdemocratici hanno ignorato, perdendo più del 10 per cento dei consensi alle urne.
Un’alternativa esiste – La corsa dei Verdi, partita dal tour estivo del presidente federale Habeck e della sua collega Annalena Baerbock, dimostra l’esistenza di un’alternativa alla destra anti-Ue che però non sia per forza per il mantenimento dello status quo. Un’alternativa che piace anche agli elettori tedeschi, visto che negli ultimi sondaggi i Verdi sono il secondo partito a livello nazionale e pure in Assia, dove al voto di domenica potrebbero superare la soglia del 20 per cento. Nonostante in Germania la politica dello Schwarze Null, il pareggio di bilancio, sia tuttora un mantra dal quale non discostarsi. Ma il ragionamento di Habeck è un altro: “Se l’Europa va a rotoli, ma il bilancio è salvo, questo non va bene”, appunto. Non molto diverso da quello che ha scritto il Wall Street Journal: “Se Bruxelles vuole veramente vincere una battaglia sul bilancio – si legge in un articolo pubblicato il 23 ottobre – dovrebbe preoccuparsi meno di dubbiosi target e più delle politiche che aiutano l’Italia a crescere”.
Le critiche all’austerity – “Il punto non è se la politica di austerità sia giusta o sbagliata (penso che sia sbagliata), ma se ciò sia ancora importante”, scrive Habeck sul suo sito internet. “Se i giovani in Spagna, Portogallo o Italia si allontanano dall’Europa per la maggior parte a causa di questa politica – si legge – allora dovremmo cambiarla“. Per i Verdi l’Unione Europea rimane l’unico punto di riferimento e l’unica via per migliorare la qualità di vita dei tedeschi e degli altri cittadini europei. “L’egoismo nazionale è miope e fallisce”, è scritto chiaro nel loro programma. E questo vale anche per la politica tedesca: “Vogliamo uscire dall’austerità“. Habeck non risparmia infatti gli attacchi a Jean-Claude Juncker e alla sua visione di crescita, a cui contrappone un’idea di Europa che combatta la disoccupazione, che investa “nelle scuole, negli asili e nelle case di riposo“, “nella modernizzazione ecologica e nel futuro digitale”.
E quelle al ruolo della Germania – La linea dei Verdi è chiara: chi è pro-Europa, non può tollerare le divisioni tra Bruxelles e la sua periferia. E Habeck punta il dito direttamente contro la sua Germania, colpevole a suo dire di essere diventata “una forza semi-egemonica in Ue”. “Se vuoi guidare, devi prendere le distanze dai tuoi interessi”, si legge ancora. “Non siamo stati bravi in questo”, scrive Habeck, che non cita solo l’austerity ma anche la crisi dei rifugiati. “Irritare la Grecia, l’Italia, l’Europa sudorientale sulla riforma di Dublino, quando loro alzavano il dito per chiedere aiuto, e poi alzare noi il dito quando la Germania ha bisogno di aiuto, forse porta risultati a livello nazionale, non a livello europeo”.
Le elezioni in Assia – Il paesaggio politico sta vivendo uno “spostamento tettonico delle placche” a vantaggio dei Verdi, spiega l’ex leader del partito, Cem Özdemir. E il voto nel Land di Francoforte è il prossimo passo. Due settimane dopo la delusione in Baviera, Angela Merkel e la sua vacillante coalizione di governo rischiano di essere indeboliti ulteriormente da queste elezioni regionali. Dal 2013 l’Assia è governata da una coalizione di Cdu e Verdi. Il rischio, per la cancelliera, è che i 4,4 milioni di cittadini dell’Assia chiamati alle urne decidano di estromettere la Cdu dal governo locale. “Chi giocherà il ruolo di assassino della regina?”, titolava a una settimana dal voto Die Welt. Per il giornale, che cita diversi alti funzionari del partito, una sconfitta elettorale dei cristiano-democratici potrebbe “costare il posto ad Angela Merkel”.
Dall’Assia a Bruxelles – A beneficiare del crollo di consensi ai partiti tradizionali sono ancora i Verdi, appunto: se in Assia dovessero superare il 20 per cento e quindi battere ancora la Spd, potrebbero prendere le redini di una coalizione di sinistra e togliere ai conservatori la guida della regione. Una dinamica che potrebbe ripetersi anche a maggio in Europa: i malumori verso le politiche di Ppe e S&D hanno portato mercoledì alle prese di posizione contro i vincoli di bilancio. Si è esposta la sinistra radicale francese di France Insoumise, ma anche la Sinistra unitaria\Sinistra verde. Gruppo diverso da quello di cui fanno parte i Verdi. Ma in vista delle Europee, il fronte della sinistra pro-Europa e anti-austerity è un laboratorio aperto.