Bruciano le bandiere M5S, dentro un bidone. E pure le foto di esponenti di spicco del M5S, compresa quella del ministro per il Sud, Barbara Lezzi. “Questa terra non è in vendita, dimettetevi“. Sfidando il vento, i manifestanti No Tap si sono radunati a San Foca di Melendugno per il sit-in contro la realizzazione del gasdotto che porterà il gas in Italia dall’Azerbaigian. E protestano anche contro il Movimento 5 Stelle, che le promesse per bloccare il cantiere le ha tradite.
Tornano a strappare le schede elettorali, ma bruciano anche il manifesto con i volti dei parlamentari di cui chiedono le dimissioni, e anche una bandiera del Movimento 5 Stelle.
L’incontro è cominciato in ritardo a causa di un violento acquazzone abbattutosi alle 10 circa su San Foca e si svolge davanti alla Torre della marina di Melendugno, luogo simbolo delle battaglie dei No Tap. Ora che ha smesso di piovere, i manifestanti stanno arrivando alla spicciolata. Al momento é presente un centinaio di persone, ma altre stanno arrivando. Ci sono donne, uomini, anziani e bambini. Pochi minuti fa ha preso la parola il leader del movimento No Tap, Gianluca Maggiore, che al microfono é tornato a chiedere le dimissioni dei portavoce pentastellati eletti in Salento. La manifestazione è presidiata, ma senza grandi dispiegamenti di forze, da carabinieri, vigili urbani e personale della Digos.
I vertici M5S cercano di placare lo scontro contenere la rivolta della base pentastellata. Luigi Di Maio assicura “non moll0, gli italiani sono con me”. Del resto sul capo politico del M5S nonché ministro dello Sviluppo Economico, impegnato in un tour un Sicilia, piovono le accuse, cui il vicepremier risponde: “Le carte un ministro le legge solo quando diventa tale, e a noi del M5S non hanno mai fatto leggere niente”. Una posizione che confligge con quelle dei parlamentari che ieri sosteneva il contrario, ovvero che le carte erano disponibili e che dimostravano chiaramente che mancando un contratto con lo Stato, non ci sono penali di sorta.
Gli risponde ai microfoni di RaiNews il sindaco di Meledugno, Marco Potti: “Per bloccare Tap basta la volontà politica e far prevalere le volontà del territorio. Il contratto non esiste e ce lo ha detto lo stesso ministero dello Sviuluppo di Di Maio”. Che poi infierisce sulla competizione interna al M5S tra ala moderata e quella più barricadera, nonché sulla debolezza che la componente gialla del governo dimostra su vari fronti, dalla “pace fiscale” ai condoni per Ischia e fino decreto sicurezza. “Il rapporto tra il cittadino elettore e i propri politici eletti del M5S si è incrinato in modo incredibile. Di Battista in campagna elettorale era in questa piazza e su questa panchina diceva che avrebbe chiuso Tap in quindici giorni. Ma ci vuole coraggio in politica, e non tutti lo hanno”. “Salvini – dice – per mantenere le promesse fatte ai suoi elettori se ne frega e porta avanti le sue idee, con cui non sono d’accordo, anche quando ci sono delle vite umane a rischio. La parte gialla del governo, invece, sta perdendo tutto quello che ha guadagnato in sei anni di battaglia con i cittadini”.
La versione ufficiale del M5S però no cambia. “Abbiamo portato avanti un’istruttoria, fatto l’analisi costi-benefici ed esaminato tutti i documenti ma l’opera è stata blindata ad arte dai partiti che hanno sottoscritto gli accordi”. Lo afferma in un’intervista al Corriere della Sera il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia Diretta, Riccardo Fraccaro, che precisa: “Gli altri con quei 20 miliardi si sono assicurati che venisse realizzata anche con la loro sconfitta: è il lascito della vecchia politica. Noi daremo la massima attenzione alle comunità locali”.