Il segretario annuncia il suo passo indietro al Forum tematico Dem di Milano e auspica l'apertura alle realtà esterne al partito: "Ora sviluppare un’alternativa che muove dal Pd ma che inevitabilmente va oltre di noi". Sul futuro: "La radicalità è tratto necessario della sfida che abbiamo davanti". Il senatore Marcucci: "Rischio di arrivare a ridosso delle Europee". Sala e Gentiloni: "Si faccia prima possibile"
Maurizio Martina annuncia le dimissioni da segretario del Partito democratico. “Si completa oggi il mandato che ho ricevuto all’Assemblea nazionale di luglio – ha detto nel discorso di chiusura del Forum tematico Dem – Nei prossimi giorni com’è giusto che sia, con la segreteria nazionale, noi concluderemo questa fase”. Martina ha indicato nel prossimo 11 novembre la data “buona” per svolgere l’Assemblea nazionale che dovrà portare al Congresso. Ma i renziani già dubitano sui tempi, con il capogruppo al Senato, Andrea Marcucci, che commenta: “Si può anche posticipare il congresso, non mi straccerei le vesti, ma se lo facciamo occorre che si tenga in tempi molto, molto rapidi“. Favorevoli al “Congresso subito” invece Paolo Gentiloni e Beppe Sala.
L’ex ministro dell’Agricoltura era diventato segretario reggente del Pd il 12 marzo 2018, dopo le dimissioni di Matteo Renzi in seguito al risultato delle elezioni politiche. La sua carica era stata ufficializzata poi dal voto dell’assemblea dem il 7 luglio scorso. “Il mandato era questo – ha spiegato Martina a Milano – costruire un percorso dove raccogliere idee per una prospettiva e preparare il Pd a nuova battaglia“. Nuova battaglia che secondo il segretario deve partire appunto da un congresso “che sia un confronto”. In primo luogo per ripartire da “un riformismo radicale“, ma anche per “costruire un’alternativa che inevitabilmente va oltre di noi“. La chiusura del mandato è un auspicio di apertura alle realtà del centrosinistra fuori dal partito in vista delle Europee di maggio 2019.
“Radicalità tratto necessario” – “In questa due giorni sono emerse alcune parole chiave di un riformismo radicale. Io non sono un rivoluzionario, ma la radicalità è tratto necessario della sfida che abbiamo davanti”, ha detto Martina, ricordando poi le quattro parole su cui si incentra la carta dei valori del Pd: Emancipazione, Lavoro, ecologia e Cittadinanza. “Non ricominciamo da capo. Ripartiamo da qui, dalla piazza del Popolo, che non è mia, è di tutti”, ha continuato l’ormai quasi ex segretario Pd. “Il congresso è utile – ha detto tra gli applausi – il tema è come lo viviamo. Sono convinto che non dobbiamo temere il confronto, il confronto è lo strumento dell’unità. Non siamo uniti quando non ci confrontiamo”. “Penso che il congresso possa essere uno strumento utile, e anche le primarie sono un grande strumento. Sta a noi decidere come utilizzare questo passaggio”, ha ammonito Martina.
“Alternativa andando oltre i dem” – Ancora in merito al futuro congresso il segretario Pd ha aggiunto: “Credo sia un’occasione per fare valere ciò che ci manca per sviluppare un’alternativa che muove dal Pd ma che inevitabilmente va oltre di noi. C’è una disponibilità, lo abbiamo visto a Riace, a Lodi, ieri in piazza del Campidoglio“. “Questo partito ha delle energie – ha proseguito – l’alternativa è più grande di noi e possiamo organizzarla. A partire dalle Europee, poi la formula la troviamo”. “Qualcosa avanza, qualcosa può essere spostato oltre il confine che rappresentiamo. Sono convinto che con la fatica di tanti, una prospettiva progressista e europeista batterà questo mostro che si aggira per l’Europa e che vuol distruggere il nostro futuro”, ha detto pensando alle Europee.
“Abbiamo avuto mancanze e limiti” – Poi sul suo operato da segretario e prima da membro del governo, Martina ha ribadito di essere “orgoglioso del lavoro fatto in questi anni”. “Ma proprio perché sono orgoglioso – ha continuato – sono il primo ad essere irrequieto per le risposte mancate, non per dare la responsabilità a uno di noi ma per prendermi una corresponsabilità. Abbiamo avuto mancanze e limiti“. “Così si organizza un riscatto, non per mettere in discussione tutto. Sapere che quello che hai fatto è un patrimonio, ma devi costruire un orizzonte nuovo“, ha sostenuto nuovamente Martina.
Le reazioni
“Non possiamo arrivare a marzo“, ha replicato all’annuncio il renziano Marcucci. “Abbiamo il dovere di fare tutti la campagna elettorale” per le europee, ha insistito, “alla nostra comunità deve stare a cuore la comunità nazionale e europea, come lavoratori, studenti, famiglie, imprenditori e noi non le possiamo affrontare nell’interesse dell’uno o dell’altro ma nell’interesse generale”. Per questo Marcucci pone il problema: il congresso si fa “in tempi molto rapidi”, oppure “si può anche posticipare”.
“Il congresso? Prima si fa e meglio è“, ha detto invece Gentiloni arrivando al Forum tematico del Pd. “In un momento così delicato per il Paese e la sua economia sapere che c’è il principale partito di opposizione che ragiona sui suoi programmi e si prepara a un congresso e a un confronto di idee penso sia una buona notizia”, ha commentato. D’accordo anche Sala: “È importante che ci sia presto un segretario legittimato. Quindi facciamolo subito”, è il parere del sindaco di Milano. “Chiunque lo faccia deve amare il ruolo di segretario, non si faccia mai tentare di essere il candidato premier. In questo momento ci serve un segretario”, ha aggiunto. “Vediamo cosa faranno Martina e Minniti – ha concluso Sala – ma mi sembra ci siano candidature di valore”.