Amico della primula rossa di Castelvetro, Matteo Messina Denaro, e capo di cosa nostra ad Agrigento capace di gestire gli affari del mandamento anche quando era in carcere. Oggi gli uomini dello Sco e delle Squadre mobili di Palermo e Agrigento hanno eseguito il fermo di Leo Sutera, anziano boss di Sambuca di Sicilia, indagato per associazione a delinquere di stampo mafioso.
I rapporti personali coi massimi esponenti di Cosa nostra delle province di Palermo e Trapani sono stati “più volte documentati”. E proprio con Messina Denaro al quale è legato da un’antica amicizia ha intrattenuto, fino a pochi anni fa, contatti attraverso il sistema dei pizzini.
Il provvedimento, emesso poiché è emerso il pericolo che il capomafia potesse rendersi irreperibile, è stato firmato dalla Dda di Palermo. Per gli inquirenti nonostante i lunghi periodi di detenzione, Sutera ha continuato a gestire affari del mandamento mafioso con il controllo, in particolare, delle attività edili della provincia di Agrigento.
In passato il nome di Sutera aveva infiammato i rapporti tra il Ros dei carabinieri e la procura di Palermo. Nel 2012 i carabinieri aveva deciso di sospendere le ricerche di Messina Denaro. Il motivo? I colleghi della polizia e quelli dello Sco, il servizio centrale operativo avevano fatto scattare le manette ai polsi di 46 persone, tra le quali anche Sutera, boss dell’agrigentino, che da due anni era monitorato dal Ros. Secondo i cacciatori di latitanti dell’Arma, Sutera era la “chiave” per arrivare a Messina Denaro. Secondo i carabinieri, all’epoca dei fatti la primula rossa di Castelvetrano si sarebbe incontrata di recente con lo stesso Sutera, che avrebbe confermato quell’incontro durante una riunione in una masseria nei pressi di Agrigento. I militari avevano piazzato una microspia nella masseria e avrebbero captato chiaramente i riferimenti di Sutera al recente summit tenuto con Messina Denaro. Su Sutera stavano lavorando anche gli 007 dell’Aisi, l’agenzia che dal 2007 ha preso il posto Sisde. Per i militari del Ros insomma non bisognava arrestare subito Sutera, ma monitorarlo in attesa che guidasse gli investigatori direttamente dal padrino di Castelvetrano. L’allora procuratore capo di Palermo Francesco Messineo, però, aveva deciso diversamente. Sei anni dopo Sutera è finito nuovamente in carcere.
Cosa Nostra
Agrigento, fermato il boss Leo Sutera fedelissimo di Matteo Messina Denaro
Oggi gli uomini dello Sco e delle Squadre mobili di Palermo e Agrigento hanno eseguito il fermo dell'anziano boss di Sambuca di Sicilia, indagato per associazione a delinquere di stampo mafioso. Nel 2012 era stato al centro di uno scontro tra il Ros e la procura del capoluogo siciliani
Amico della primula rossa di Castelvetro, Matteo Messina Denaro, e capo di cosa nostra ad Agrigento capace di gestire gli affari del mandamento anche quando era in carcere. Oggi gli uomini dello Sco e delle Squadre mobili di Palermo e Agrigento hanno eseguito il fermo di Leo Sutera, anziano boss di Sambuca di Sicilia, indagato per associazione a delinquere di stampo mafioso.
I rapporti personali coi massimi esponenti di Cosa nostra delle province di Palermo e Trapani sono stati “più volte documentati”. E proprio con Messina Denaro al quale è legato da un’antica amicizia ha intrattenuto, fino a pochi anni fa, contatti attraverso il sistema dei pizzini.
Il provvedimento, emesso poiché è emerso il pericolo che il capomafia potesse rendersi irreperibile, è stato firmato dalla Dda di Palermo. Per gli inquirenti nonostante i lunghi periodi di detenzione, Sutera ha continuato a gestire affari del mandamento mafioso con il controllo, in particolare, delle attività edili della provincia di Agrigento.
In passato il nome di Sutera aveva infiammato i rapporti tra il Ros dei carabinieri e la procura di Palermo. Nel 2012 i carabinieri aveva deciso di sospendere le ricerche di Messina Denaro. Il motivo? I colleghi della polizia e quelli dello Sco, il servizio centrale operativo avevano fatto scattare le manette ai polsi di 46 persone, tra le quali anche Sutera, boss dell’agrigentino, che da due anni era monitorato dal Ros. Secondo i cacciatori di latitanti dell’Arma, Sutera era la “chiave” per arrivare a Messina Denaro. Secondo i carabinieri, all’epoca dei fatti la primula rossa di Castelvetrano si sarebbe incontrata di recente con lo stesso Sutera, che avrebbe confermato quell’incontro durante una riunione in una masseria nei pressi di Agrigento. I militari avevano piazzato una microspia nella masseria e avrebbero captato chiaramente i riferimenti di Sutera al recente summit tenuto con Messina Denaro. Su Sutera stavano lavorando anche gli 007 dell’Aisi, l’agenzia che dal 2007 ha preso il posto Sisde. Per i militari del Ros insomma non bisognava arrestare subito Sutera, ma monitorarlo in attesa che guidasse gli investigatori direttamente dal padrino di Castelvetrano. L’allora procuratore capo di Palermo Francesco Messineo, però, aveva deciso diversamente. Sei anni dopo Sutera è finito nuovamente in carcere.
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(Adnkronos) - "Il nostro governo - ha detto Meloni - sta lavorando instancabilmente per ripristinare il legittimo posto dell'Italia sulla scena internazionale. Stiamo riformando, modernizzando e rivendicando il nostro ruolo di leader globale".
"Puntiamo a costruire un'Italia che stupisca ancora una volta il mondo. Lasciate che ve lo dica, lo stiamo dimostrando. La macchina della propaganda mainstream prevedeva che un governo conservatore avrebbe isolato l'Italia, cancellandola dalla mappa del mondo, allontanando gli investitori e sopprimendo le libertà fondamentali. Si sbagliavano", ha rivendicato ancora la premier.
"La loro narrazione era falsa. La realtà è che l'Italia sta prosperando. L'occupazione è a livelli record, la nostra economia sta crescendo, la nostra politica fiscale è tornata in carreggiata e il flusso di immigrazione illegale è diminuito del 60% nell'ultimo anno. E, cosa più importante, stiamo espandendo la libertà in ogni aspetto della vita degli italiani", ha concluso.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - L'Italia è "una nazione con un legame profondo e indistruttibile con gli Stati Uniti. E questo legame è forgiato dalla storia e dai principi condivisi. Ed è incarnato dagli innumerevoli americani di discendenza italiana che per generazioni hanno contribuito alla prosperità dell'America". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni al Cpac a Washington. "Quindi, a loro, permettimi di dire grazie. Grazie per essere stati ambasciatori eccezionali della passione, della creatività e del genio italiani".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Standing ovation dalla platea della convention Cpac a Washington al termine dell'intervento video della premier Giorgia Meloni. Un intervento nel quale la presidente del Consiglio ha richiamato valori e temi che uniscono conservatori europei e americani, a partire dalla difesa dei confini, ribadendo la solidità del legame tra Usa e Ue. "I nostri avversari - ha detto Meloni- sperano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte ed efficace, scommetto che coloro che sperano nelle divisioni si smentiranno".
"So che alcuni di voi potrebbero vedere l'Europa come lontana o addirittura lontana o addirittura perduta. Vi dico che non lo è. Sì, sono stati commessi degli errori. Le priorità sono state mal riposte, soprattutto a causa delle classi dominanti e dei media mainstream che hanno importato e replicato nel Vecchio Continente", ha affermato la premier.
La presidente Meloni ha fatto un passaggio sull'Ucraina ribadendo "la brutale aggressione" subito dal popolo ucraino e confidando nella collaborazione con gli Usa per raggiungere una "pace giusta e duratura" che, ha sottolineato, "può essere costruita solo con il contributo di tutti, ma soprattutto con forti leadership".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - Le "elite di sinistra" si sono "recentemente indignate per il discorso di JD Vance a Monaco in cui il vicepresidente ha giustamente affermato che prima di discutere di sicurezza, dobbiamo sapere cosa stiamo difendendo. Non stava parlando di tariffe o bilance commerciali su cui ognuno difenderà i propri interessi preservando la nostra amicizia". Mo ha sottolineato la premier Giorgia Meloni nel suo intervento al Cpac.
"Il vicepresidente Vance stava discutendo di identità, democrazia, libertà di parola. In breve, il ruolo storico e la missione dell'Europa. Molti hanno finto di essere indignati, invocando l'orgoglio europeo contro un americano che osa farci la predica. Ma lasciate che ve lo dica io, da persona orgogliosa di essere europea - ha detto ancora - Innanzitutto, se coloro che si sono indignati avessero mostrato lo stesso orgoglio quando l'Europa ha perso la sua autonomia strategica, legando la sua economia a regimi autocratici, o quando i confini europei e il nostro stile di vita sono stati minacciati dall'immigrazione illegale di massa, ora vivremmo in un'Europa più forte".
(Adnkronos) - "I nostri avversari - ha detto Meloni- sperano che il presidente Trump si allontani da noi. Ma conoscendolo come un leader forte ed efficace, scommetto che coloro che sperano nelle divisioni si smentiranno. So che alcuni di voi potrebbero vedere l'Europa come lontana o addirittura lontana o addirittura perduta".
"Vi dico che non lo è. Sì, sono stati commessi degli errori. Le priorità sono state mal riposte, soprattutto a causa delle classi dominanti e dei media mainstream che hanno importato e replicato nel Vecchio Continente".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "So che con Donald Trump alla guida degli Stati Uniti, non vedremo mai più il disastro che abbiamo visto in Afghanistan quattro anni fa. Quindi sicurezza delle frontiere, sicurezza delle frontiere, sicurezza energetica, sicurezza economica, sicurezza alimentare, difesa e sicurezza nazionale per una semplice ragione. Se non sei sicuro, non sei libero". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un messaggio al Cpac.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "C'è una crescente consapevolezza. C'è una crescente consapevolezza in Europa che la sicurezza è ora la massima priorità. Non puoi difendere la tua libertà se non hai i mezzi o il coraggio per farlo. La felicità dipende dalla libertà e la libertà dipende dal coraggio. Lo abbiamo dimostrato quando abbiamo fermato le invasioni, conquistato le nostre indipendenze e rovesciato i dittatori". Così la premier Giorgia Meloni in un messaggio al Cpac.
"E lo abbiamo fatto insieme negli ultimi tre anni in Ucraina, dove un popolo orgoglioso combatte per la propria libertà contro un'aggressione brutale. E dobbiamo continuare oggi a lavorare insieme per una pace giusta e duratura. Una pace che può essere costruita solo con il contributo di tutti, ma soprattutto con forti leadership".