È stato assolto con formula piena Elio Gambini, ex dg dell’Atm, unico imputato nel processo per omicidio colposo e con al centro la morte, tra il 2009 e il 2015, di 6 lavoratori della municipalizzata e per le lesioni provocate ad altri due dipendenti, esposti ad amianto nei tunnel della metropolitana e nei depositi per il ricovero notturno dei mezzi di superficie. Lo ha deciso il Tribunale di Milano questa mattina, in linea con l’orientamento dei giudici milanesi relativo ad altri casi di morti causate dall’amianto. Il pm Maurizio Ascione aveva chiesto una condanna a 6 anni di carcere. La difesa, con l’avvocato Paolo Grasso, ha espresso “soddisfazione” per la sentenza, aggiungendo: “Tutte le imputazioni formulate nei confronti del mio assistito sono state smentite”. Le motivazioni saranno depositate tra 90 giorni.
L’avvocato Barbara Bonzano, che assiste l’azienda dei trasporti milanesi Atm, che per via dell’assoluzione dell’ex dg Gambini, è uscita dal processo dove era stata citata come responsabile civile, ha detto che la “sentenza di oggi mette una pietra tombale sulle richieste di risarcimento” (per un totale di quasi un milione di euro, ndr), avanzate dai legali delle parti civili, ovvero le famiglie di due lavoratori morti, di due dipendenti colpiti da lesioni, l’Inail e il sindacato Filt-Cgil. L’ex dg dell’Atm Gambini, assistito dagli avvocati Paolo Grasso e Caterina Malavenda, era finito a processo per omicidio colposo e per lesioni insieme al suo successore alla direzione dell’azienda, Roberto Massetti, ma per quest’ultimo, scomparso un anno e mezzo fa, il reato è stato dichiarato estinto per morte del reo.
Secondo le indagini del pm Maurizio Ascione, i due ex vertici della municipalizzata non avrebbero fatto nulla per salvaguardare i dipendenti Atm da “importanti rilasci di fibre” di amianto, sostanza presente “in maniera massiccia” lungo le gallerie della metropolitana e negli altri depositi dell’Atm. Non sarebbero stati poi installati nemmeno un “adeguato impianto di aspirazione” e i “filtri nelle camere di ventilazione” contro le stesse fibre rimaste nell’aria a causa dell’intenso traffico di treni nelle gallerie. In più, riportava il capo di imputazione, gli ex manager non si sarebbero curati della “manutenzione dei tetti in eternit” degli hangar dove la notte venivano ricoverati i mezzi, né avrebbero disposto “la pulizia in sede degli abiti da lavoro”. Gambini e Massetti (il primo dg di Atm dal 1988 al 1995, il secondo dal 1995 al 2001), sempre secondo l’accusa, si sarebbero così resi responsabili di 6 casi di morte per mesotelioma pleurico (un autista di bus, un elettricista, un addetto al segnalamento ferroviario della metropolitana, un meccanico incaricato della riparazione di autobus, un tecnico elettricista e un falegname) e due di lesioni. Le morti sono avvenute tra il 2009 e il 2015.