Dall'anno prossimo per l’esercizio della pesca non professionale sarà necessaria, oltre al pagamento della tassa annuale, anche una comunicazione al ministero delle Politiche agricole. Sanzione di 51 euro per chi non adempie ai nuovi obblighi. I fondi verranno destinati al ministero delle Politiche agricole e alle Capitanerie di porto
Chi andrà a pesca per fini sportivi e ricreativi dal 2019 dovrà pagare un contributo annuale, che varierà tra i 10 e 100 euro. E se dovesse trasgredire la nuova norma, in base al codice della navigazione, subirà una sanzione di 51 euro. È una delle novità contenute nell’ultima bozza della legge di Bilancio.
Dall’anno prossimo per l’esercizio della pesca non professionale sarà necessaria, oltre al pagamento della tassa annuale, anche una comunicazione al ministero delle Politiche agricole. La somma da pagare sarà commisurata “alla tipologia della pesca sportiva praticata ed alla tipologia della imbarcazione utilizzata”. È prevista una sanzione di 51 euro, in base al codice navigazione, per chi non si adegua ai nuovi obblighi.
La modulazione del contributo sarà decisa con un decreto attuativo, che potrà disporre anche esenzioni per alcune categorie. I fondi derivanti dalla norma confluiranno in “apposito capitolo del bilancio dello Stato – si legge nella bozza – per essere riassegnato per l’80%, allo stato di previsione del Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo e per il 20% sul fondo da ripartire per le esigenze di funzionamento del Corpo delle Capitanerie di porto da destinare prioritariamente all’attività di controllo in materia di pesca”.