Ad emettere l'ordinanza di ripristino della custodia cautelare in carcere la Corte d'assise d'appello di Milano che in secondo grado ha condannato gli imputati all'ergastolo. Gli otto erano già stati arrestati nel 2011 durante l'operazione 'Bagliore' insieme ad altre 11 persone
Otto persone considerate affiliate alla ‘ndrangheta sono state arrestate questa mattina dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Milano. Gli uomini sono ritenuti responsabili degli omicidi di tre esponenti del clan, Carmelo Novella, Antonio Tedesco e Rocco Stagno, appartenenti alla ‘locale’ di Seregno-Giussano e uccisi tra il 2008 e il 2010 tra le province di Milano e Como.
I provvedimenti sono scattati dopo che la Corte d’assise d’appello di Milano ha confermato in secondo grado la condanna all’ergastolo nei confronti degli 8 imputati, ritenendo fondato il concreto pericolo di fuga.
Il ripristino della custodia cautelare in carcere fa riferimento a un’indagine del Ros, l’operazione ‘Bagliore‘, che nell’aprile del 2011 aveva portato all’arresto di 19 persone, tra cui gli otto, accusate di associazione mafiosa, omicidio, detenzione e porto illegale di armi, sottrazione e occultamento di cadavere. Grazie alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia, Antonio Belnome, capo del ‘locale’ di ‘ndrangheta di Giussano, le indagini avevano permesso di scoprire che l’omicidio di Carmelo Novella, capo della Lombardia, era avvenuto per bloccare il suo tentativo di emancipazione dalla provincia reggina. Nello stesso filone il Ros aveva accertato che gli omicidi di Tedesco e Stagno, invece, erano da ricondurre alle dinamiche conflittuali interne alla locale di Guardavalle.
L’assassinio di Carmelo Novella fu uno dei più eclatanti omicidi di mafia del nord Italia. Il boss venne freddato il 14 luglio 2008, mentre era seduto in un bar a San Vittore Olona. Il suo sogno era quello di dividere la ‘ndrangheta, staccando il nord dalla casa madre calabrese. Esecutori materiali del suo omicidio furono lo stesso pentito Belnome e Micheal Panajia, affiliato alla locale di Seregno e anche lui collaboratore di giustizia. Secondo le ricostruzioni i mandanti dell’eliminazione furono tre, Cosimo Giuseppe Leuzzi, boss di Stignano, e i capi della ‘ndrangheta di Guardavalle e Monasterace, Vincenzo Gallace, condannato in secondo grado, e Andrea Ruga, morto nel 2011. Leuzzi fu l’ultimo a essere arrestato nel 2015, dopo la testimonianza di Panajia che confermava le accuse già mosse da Belnome.
In un primo tempo si pensava che l’omicidio di Novella fosse stato conseguenza degli attriti sorti tra lui e Gallace, tradizionalmente attivi nello stesso territorio. Nonostante il trasferimento in Lombardia di Novella, infatti, i due insieme continuavano a reggere la ‘ndrangheta di Guardavalle, di cui erano originari. I due erano uniti, tanto che proprio a Gallace nel 2011 il figlio dello stesso Novella, Vincenzo detto Alessio, indirizzò una lettera ‘assolvendolo’ dall’omicidio del padre. Solo con l’arresto di Leuzzi si è fatta strada l’ultima tesi sul suo omicidio: il boss lombardo era scomodo all’intera società calabrese, proprio per le sue volontà secessioniste.