Sono state chiuse le indagini sul nuovo stadio della Roma, che lo scorso 13 giugno ha portato a 9 arresti. Tra le venti persone che rischiano il processo ci sono il costruttore Luca Parnasi, fulcro dell’inchiesta sul nuovo impianto che dovrebbe sorgere nella zona di Tor di Valle, cinque suoi stretti collaboratori – Gianluca Talone, Simone Contasta, Giulio Mangosi, Nabor Zaffiri, Luca Caporilli – e Luca Lanzalone, ex consulente delle giunte M5s di Livorno e Roma e poi presidente di Acea, l’uomo che a inizio 2017 faceva da referente di fatto del Campidoglio nella trattativa con la società Eurnova per la costruzione del nuovo impianto sportivo e che lo stesso Parnasi definiva ‘Wolf’, come il noto ‘risolvi-problemi’ del film Pulp Fiction.
Nell’inchiesta sono coinvolti anche alcuni politici locali tra cui Adriano Palozzi, all’epoca dei fatti vicepresidente del consiglio regionale del Lazio per Forza Italia, Michele Civita, ex assessore regionale e attuale consigliere del Pd, Davide Bordoni, consigliere capitolino di Forza Italia e il soprintendente ai beni culturali di Roma, Francesco Prosperetti. I pm ipotizzano anche una presunta corruzione nell’ambito della variante del progetto per lo stadio, licenziato nel febbraio dello scorso anno col taglio del 50% delle cubature rispetto al progetto iniziale.
Stralciato troncone su finanziamenti a politica – È stata stralciato, invece, tutto il troncone che riguarda i finanziamenti alla politica. Gli inquirenti sono a lavoro per cercare riscontri a quanto raccontato dal costruttore in almeno tre interrogatorio svolti a piazzale Clodio. Al centro di questo filone, in particolare, i 150mila euro destinati Fondazione Eyu, presieduta da Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd. E poi i 250mila forniti all’associazione Più Voci, guidata da Giulio Centemero che invece è il tesoriere Lega. In questa tranche dell’inchiesta resta indagato, per corruzione, l’ex capogruppo degli M5s in Campidoglio, Paolo Ferrara, autosospesosi dal Movimento, al quale Parnasi avrebbe fornito utilità e in particolare un progetto per la riqualificazione del lungomare di Ostia. Per quanto riguarda le richieste di archiviazione, oltre a quella del presidente del Coni Giovanni Malagò formalizzata nelle scorse settimane, anche quelle degli avvocati Mauro Vaglio e Daniele Piva.
“Da Lanzalone aiuti anche in Acea” – A Lanzalone, invece, i pm contestano di avere svolto attività illecita non solo nel suo ruolo di consulente di fatto nella trattativa per il nuovo impianto sportivo ma anche da presidente dei Acea. L’avvocato genovese, che si trova ancora agli arresti domiciliari, rischia di finire sotto processo per i reati di corruzione e traffico di influenze illecite. Secondo i magistrati di piazzale Clodio, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, il costruttore “Parnasi – si legge nel capo di imputazione – prometteva ed effettivamente erogava in favore di Lanzalone, per lo svolgimento della sua funzione e per il compimento di singoli atti e comportamenti riconducibili ad essa ed in genere per l’asservimento della funzione esercitata agli interessi del Parnasi e del gruppo imprenditoriale a lui riconducibile in violazione dei doveri istituzionali di imparzialità e correttezza, molteplici utilità e tra queste l’affidamento (o la promessa di affidamento) di lucrosi incarichi in favore dello studio legale Lanzalone & Partners”. In particolare la Procura sostiene che l’asservimento della funzione si traduceva nel rilascio “di informazioni sullo stato delle pratiche amministrative in corso, partecipando alla delibera di conferma della dichiarazione di pubblico interesse ed all’intero iter procedurale relativo al Nuovo Stadio della Roma, interessandosi per l’acquisizione di un immobile presso il Business Park dello stadio ove trasferire la sede Acea”.
“Prosperetti ha abusato di suoi poteri di pubblico ufficale” – I pm scrivono poi che il soprintendente Francesco Prosperetti, nell’ambito delle procedura amministrativa legata al nuovo stadio della Roma, ha “abusato della sua qualità e dei suoi poteri di pubblico ufficiale. Prosperetti chiamato ad intervenire nel procedimento avviato dal precedente soprintendente per l’apposizione del vincolo monumentale sul ippodromo Tor Di Valle abusando della sua qualità e dei suoi poteri di pubblico ufficiale, previi accordi con Paolo Desideri – è detto nel provvedimento – induceva indebitamente Luca Parnasi ad attribuire a Paolo Desideri l’incarico professionale di ‘progettazione della ricollocazione e ricostruzione di una campata strutturale dell’ex Ippodromo Tor Di Valle‘, per un corrispettivo complessivo di oltre 200mila euro, parzialmente corrisposto al Desideri, quale adempimento necessario al fine di richiedere l’archiviazione della proposta di apposizione del vincolo”.
A rischio processo figurano anche Claudio Santini, ex capo di gabinetto al Mibac e l’architetto Paolo Desideri, Vanessa Aznar Ababire, amministratrice formale della Pixie Social Media srl, di cui Palozzi era amministratore di fatto, Daniele Leoni, funzionario del Dipartimento Urbanistica del Comune di Roma, Giampaolo Gola, assessore allo sport del X Municipio, Fabio Serini, commissario straordinario dell’Ipa, Luciano Costantini dello studio Lanzalone, Stefano Sonzogni e Mariangela Masi.