La scelta definitiva avverrà nel congresso del sindacato che si terrà dal 22 al 25 gennaio prossimi a Bari. L'ex segretario della Fiom: "Non ci sono ragioni politiche o partitiche per non ricostruire un organismo che vada oltre l'azione sindacale unitaria". Lo sfidante sarà Vincenzo Colla
Maurizio Landini accetta la proposta di Susanna Camusso e si candida alla segreteria della Cgil lanciando subito una proposta unitaria a Cisl e Uil. L’ex leader della Fiom e già componente della segreteria del sindacato era stato indicato dalla Camusso sabato scorso, una pratica usuale per i segretari uscenti di via Nazionale. “Ho accettato e mi sono reso disponibile alla proposta. In vita mia non mi sono mai candidato a nulla. Tutti siamo al servizio dell’organizzazione”.
La scelta definitiva avverrà nel congresso del sindacato che si terrà dal 22 al 25 gennaio prossimi a Bari, ma l’elezione appare scontata, anche perché il documento ‘Lavoro è’ – messo a punto collegialmente ma in qualche modo espressione della maggioranza e della segretaria – ha ottenuto “quasi il 98% dei voti” nei congressi, ha aggiunto Landini nel suo intervento.
“L’unità c’è, non dobbiamo costruirla: mi sembrerebbe curioso che si parli di divisione della Cgil quando abbiamo un documento sul quale c’è la condivisione del 98% degli iscritti. La Cgil o è collettiva o non è“, ha spiegato Landini al termine del suo intervento alla Camera del lavoro di Milano dove ha sciolto la riserva per la segreteria generale che fino a qualche tempo fa sembrava dovesse essere appannaggio di Serena Sorrentino della Funzione Pubblica. Il riferimento di Landini è alla candidatura di Vincenzo Colla, ex segretario dell’Emilia-Romagna ed espressione della cosiddetta anima ‘riformista’ della Cgil, quella più vicina al Pd. Vicini al sindacalista piacentino sono considerati i pensionati dello Spi, Fillea, Filctem e i lavoratori di telecomunicazioni e trasporti.
Landini, nel corso del suo intervento, ha proposto anche di ricostruire un corpo sindacale unico con Cisl e Uil: con la fine dei partiti ‘tradizionali, ha spiegato, “non ci sono ragioni politiche o partitiche” per non ricostruire un organismo che vada oltre l’azione sindacale unitaria, verso una vera “unità sindacale”. “Prima del 1947 la Cgil era una cosa sola, poi sulla spinta dei partiti” nel 1948 e nel 1950 nacquero Cisl e Uil, ha ricordato Landini.
“Poi ci sono diversità di merito nell’azione sindacale, ma se si vuole riunificare il mondo del lavoro il problema dell’unità sindacale è un punto decisivo, senza nascondersi la necessità di un confronto di idee anche diverse”, aggiunge l’ex segretario della Fiom. “La crisi e la spinta tecnologica” orientata solo al profitto “hanno portato a una frammentazione senza precedenti del mondo del lavoro e dei lavoratori” mentre “le conquiste degli Anni ’60 e ’70 sono state ottenute con la maggiore unità del mondo del lavoro, con la maggiore unità delle organizzazioni sindacali”, ha concluso Landini.