l'uomo, 51 anni, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza. Avrebbe speso gran parte dei soldi incassati prospettando falsi investimenti nel settore dei pannelli fotovoltaici in Costa Rica e in Iran, in scommesse e giochi, come puntate su partite di calcio e slot machine
Avrebbe speso gran parte dei soldi incassati prospettando falsi investimenti nel settore dei pannelli fotovoltaici in Costa Rica e in Iran in scommesse e giochi, come puntate su partite di calcio e slot machine. Per Roberto Sanna, 51 anni, arrestato dal nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano per truffa e autoriciclaggio, il gip ha disposto gli arresti domiciliari. L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Luigi Furno. Stando alle indagini, il presunto truffatore, già funzionario del comune di Milano e che aveva lavorato in passato nel settore delle energie rinnovabili, prospettò “entrature” ad alti livelli per riuscire a convincere le quattro vittime a consegnargli un totale di 267mila euro, gran parte spesi in scommesse, perché l’uomo soffre di ludopatia. Sarebbe anche riuscito a portare le vittime ad incontrare funzionari di ministeri esteri, organizzando viaggi a Panama e in Iran. Si tratta di una delle prime applicazioni dell’autoriciclaggio con reinvestimento di proventi illeciti in attività speculative, come le scommesse.
Sanna avrebbe fatto credere ai truffati che avrebbero avuto ingenti guadagni sul capitale investito, utilizzando e sottoponendo loro contratti falsificati. E avrebbe fabbricato false ricevute di bonifici per provare l’acquisto di pannelli solari e spese nei confronti di società ingegneristiche iraniane. In più, avrebbe anche presentato alle vittime il falso coinvolgimento nell’affare di società attive nel campo delle energie rinnovabili, facendo credere loro che i soldi investiti (affidati con bonifici su un suo conto corrente postale) sarebbero entrati ‘in pancia’ di una società panamense di cui loro sarebbero diventati soci. L’arrestato avrebbe usato, poi, i circa 300mila euro intascati per spese varie e per pagare in contanti o con carte ricaricabili giochi e scommesse per un totale di circa 100mila euro. Così i pm e il gip Alessandra Simion hanno potuto contestargli l’autoriciclaggio, una delle prime applicazioni della Procura di Milano di questo reato per condotte di reimpiego in attività speculative.
Nel suo “schema truffaldino“, con cui proponeva “fantomatici investimenti finalizzati alla costruzione di campi fotovoltaici in Costa Rica e Iran”, l’uomo avrebbe fatto cadere anche due genitori che portavano i loro figli nella stessa scuola frequentata dai figli dell’arrestato. Come si legge negli atti, l’uomo, difeso dal legale Claudia Mura, oltre a fabbricare anche falsi “grafici” di presentazione del progetto e biglietti da visita di funzionari del ministero dell’Energia iraniano, avrebbe fatto credere, tra il settembre 2016 e lo scorso agosto, di aver trovato anche un fondo coreano disposto a sborsare “25 milioni di euro” per finanziare il progetto. Nel marzo 2017, poi, Sanna andò con un “avvocato e consulente di aziende italiane e locali sul mercato iraniano”, rimasto anche lui vittima dei raggiri, ad incontrare funzionari del Ministero iraniano. Dopo ogni bonifico dei truffati, si legge ancora nell’ordinanza, “l’indagato prelevava contanti” e pagava scommesse. L’attitudine dell’arrestato al gioco d’azzardo, infatti, scrive il gip, “rappresenta un indubbio movente alla reiterazione di reati contro il patrimonio”.
Finora gli autori di truffe “hanno goduto di una certa impunità, anche perché tutti i truffatori sanno che per quel reato non si può applicare la misura cautelare nemmeno in casi gravissimi, ma mando un avviso ai truffatori, stiamo cercando di usare il più possibile dei reati che consentano, almeno nei casi più gravi, di agire con severità e arrestare” ha spiegato Fusco, capo del pool milanese di contrasto alle frodi ai consumatori e al cybercrime, nel corso della conferenza stampa. Le truffe, ha detto Fusco con a fianco il pm Luigi Furno, il comandante del Nucleo di polizia tributaria della Gdf milanese, Vito Giordano, e Arcangelo Trivisani, comandante del Gruppo Tutela mercato beni e servizi della Gdf, “sono i reati che più da vicino colpiscono i cittadini, da quelle da strada fino al caso Parmalat che fu una grande truffa e di cui mi sono occupato”. È un “fenomeno – ha concluso – dilagante e nocivo”.